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Jerian Grant: “Il basket è un affare di famiglia. Milano è già la mia casa e perfetta per un ‘food guy’ come me”

L’americano dell’A|X Armani Exchange si apre su “La Repubblica - Milano”

 Jerian Grant: “Il basket è un affare di famiglia. Milano è già la mia casa e perfetta per un ‘food guy’ come me”

Jerian Grant, americano arrivato in estate all’A|X Armani Exchange Milano si è raccontato a Luca Chiabotti su “La Repubblica - Milano”, descrivendo subito il motivo per cui in estate ha deciso di unirsi alla causa meneghina: “Ho scel­to l’Olimpia perché a me interessa vincere e questa società compete sempre per riuscirci. Qualsiasi ruo­lo avrei dovuto ricoprire per rag­giungere i risultati che ci prefìggia­mo, lo avrei accettato. All’Armani giocano delle leggende del basket europeo, Rodriguez, Hines, Dato­me, Delaney, ogni giorno imparo da loro e sono eccitato dal fatto di allenarmi e condividere con questi grandi campioni il percorso quoti­diano per raggiungere i nostri ob­biettivi. Poi c’è anche coach Messina che ha due mondi nelle mani, la NBA e l'Europa, sa parlare ai giocatori ed è stato decisivo nella mia scel­ta. Certo adesso le cose per me vanno meglio, ho più fiducia e sono più a mio agio in campo”.

L’ambientamento nella città procede a gonfie vele: “Io sono un 'food guy', mi piace mangiare e provare tutti i tipi diversi di cucina, Mi­lano da questo punto di vista è il massimo. Sto bene, piace alla mia famiglia, i miei figli che giocano a basket in una squadretta un paio di volte la settimana, sono eccitati ogni mattina di andare alla scuola internazionale. Posso dire che per noi Milano è come essere a casa”.

Infine, Jerian ha raccontato delle sue discussioni di pallacanestro in famiglia con papà Hervey (che ha militato 11 stagioni in NBA), lo zio Horace (vincitore di tre anelli NBA con i Bulls di Michael Jordan) e i fratelli Jerami (ora a Detroit in NBA) e Jerai (in Grecia al Promitheas): «Ero piccolo quando mio padre ha smesso di giocare, ma ho visto dei video e ho potuto ammira­re mio zio nei momenti migliori del­la sua carriera perché NBA Tv man­da spesso le partite dei Bulls di Jor­dan. Grande pallacanestro. Ma fini­sce sempre con loro che sostengo­no che il basket old school fosse molto più fìsico e che i ragazzi di oggi non potrebbero competere al loro livello e io e mio fratello Jera­mi, che abbiamo giocato contro Le­Bron, Steph Curry e le stelle attua­li, che ribattiamo che la tecnica e la velocità di oggi è superiore. Discu­tiamo molto, ma è divertente”.

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