Rassegna Stampa

Germani Brescia, David Moss a tutto campo: “Mi volevano Barcellona e Olympiacos ma l’Italia mi ha ‘catturato’ con la sua cultura”

Il capitano biancoblu ha parlato sul “Corriere della Sera – Brescia”

David Moss al tiro contro Pesaro

Uno tra gli ex della partita di domenica contro l’EA7 Emporio Armani Milano, David Moss, ha parlato a Pietro Pisaneschi sul “Corriere della Sera – Brescia”, facendo un punto sulla stagione della sua Germani: “Sicuramente una stagione impegnativa. Abbiamo dovuto fare diversi aggiustamenti in corsa, ma abbiamo sempre lavorato e ci siamo allenati con il giusto spirito, cercando di migliorarci ogni giorno ed è fondamentale. In questo momento, ogni partita è importante. Quella contro Milano sarà certamente speciale: giocheremo in casa davanti ad un grande pubblico. Vogliamo dimostrare di poter competere contro la migliore squadra in Italia”.

Un commento anche sul successo nella scorsa Final Eight: “È stato fantastico. Abbiamo creduto veramente di poter vincere. Sapevamo di avere il talento per farlo. In quei tre giorni, abbiamo espresso il basket che avremmo voluto giocare per tutta la stagione. Sono stato più contento per i miei compagni che non avevano mai vinto un trofeo. Per me è stato speciale festeggiare con mio figlio”.

David Moss, vicino alla soglia dei 40 anni, si sente ancora in grado di giocare a questi livelli? “Il mio corpo risponde ancora bene, lavoro ogni giorno per mantenerlo in forma ed essere in grado di giocare a basket. Per adesso, mi sento ancora bene, quando scendo in campo lo faccio con la consapevolezza di poter competere con gli avversari. Giocare a basket è ancora quello che mi piace e, soprattutto, voglio fare. Mi sento ancora parte di questo gioco e non intendo abbandonarlo”.

Infine Moss ha raccontato delle cose che sono cambiate dal 2007 – anno del suo arrivo in Italia a Jesi – a oggi: “Credo che il grande cambiamento sia stato l'arrivo di mio figlio Mattia. Da lì in poi, ho cambiato completamente il modo di vedere le cose. Per quanto riguarda l'Italia, non avrei mai pensato di rimanere così a lungo qua. Il mio sogno era l'NBA, ed è rimasto tale. In carriera ho avuto almeno tre opportunità di cambiare nazione. Potevo andare in Spagna e in Grecia: mi voleva il Barcellona e anche l'Olympiakos. L'Italia però mi ha catturato tenendomi qua per tutto questo tempo. Ero molto "americano" quando sono arrivato e piano piano ho cambiato la mia prospettiva. Girando per l'Italia, vedendo le città, mi sono immerso sempre di più nella lingua e nella cultura. In tutti questi anni, per me l'importante è stato fare la cosa che più amo: giocare a basket. Per questo, non ho rimpianti. Quando arriverà il momento di smettere non so dove andrò. Vedremo”.

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