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La scheda – Ismaël Bako, il leone delle fiandre a caccia di successi con la Virtus Segafredo Bologna

Il centro belga vuole imporsi in Italia per conquistare un altro trofeo

La scheda – Ismaël Bako, il leone delle fiandre a caccia di successi con la Virtus Segafredo Bologna

La città di Lovanio, in Belgio, è impregnata di storia, riferimenti culturali e grandi costruzioni architettoniche che mostrano man mano il suo vissuto. Qui nasce Ismaël Bako, le cui radici vengono da assai più lontano e che tutt'oggi fanno parte del suo quotidiano. Il ragazzo è figlio di madre belga e padre beninese, cresce in uno sfondo multiculturale in cui a predominare è la lingua olandese, ma i cittadini sono figli del mondo. L'attaccamento al Benin è forte, la curiosità di conoscere le origini ancestrali nasce prima della passione per la pallacanestro e si sviluppa con il tempo; Ismaël sa di essere speciale già solamente per la quantità di informazioni che possiede il suo albero genealogico. Crescendo diventa un portento con quella sfera arancione e grazie alla sua altezza ci vorrà ben poco a comprendere quale sarà la sua strada; lui gioca con passione, non con l'ossessione di diventare importante, c'è sicuramente qualcosa di innato ma non è nel suo stile mostrarlo con vanto. Nella sua vita sa che un giorno oltre allo sport ci sarà il momento di conoscere la storia, quella della sua famiglia e nello specifico quella parte di storia che viene dalla città di Natitingou, dove è cresciuto suo padre. Una chiacchierata con suo fratello – brillante studente dell'UCLL (Università delle Scienze Applicate di Lovanio) – lo fa imbattere nella 'Fondation Hubi & Vinciane', il cui slogan – tradotto in italiano – è “realizzare un sogno con il Benin”. Bako vuole fare del bene e stare a stretto contatto con le sue radici. Il classe 1995 si presenta con questa generosità anche nei panni di giocatore, un aspetto che lo ha avvicinato ai tifosi e che lo ha reso uno degli uomini più utilizzato da coach Sergio Scariolo.

La sua carriera da professionista inizia proprio vicino a casa con i Leuven Bears, debuttando nel marzo del 2013 a soli 17 anni dopo ed essersi messo in mostra con il Topsportschool VBL durante l'ANGT di Siauliu e aver registrato 9.7 punti, 5.3 rimbalzi e 2.7 stoppate nell'arco di tre gare. Con il passare delle stagioni, Bako rimane aggregato alla prima squadra dove impara tutti i piccoli segreti di come farsi spazio in una lega professionistica; fino al termine della stagione 2014-15 il suo nome rimane un po' nascosto, ma come una spugna lui assorbe e tiene fede al fatto che arriverà presto il suo momento. Infatti, nell'annata successiva i suoi minuti passano da 4.7 a 14.7, gioca 27 partite di cui 7 partendo nello starting five e dal suo linguaggio del corpo inizia ad intravedersi qualcosa di differente rispetto anche ai compagni più navigati. Tutto questo lavoro e studio trasforma il giovane Ismaël in uno dei talenti più interessanti della pallacanestro belga e la sua consacrazione arriva al termine della stagione 2016-17: scende in campo 35 volte – 21 nel quintetto base – gioca 20.1 minuti di media e mette a referto circa 8 punti e poco più di 4 rimbalzi a partita. Nell'ultima partita del 2016 firma anche la sua prima 'doppia-doppia' da 18 punti e 12 rimbalzi; la doppia cifra in queste due voci non è più irraggiungibile e in chiusura di stagione diventa il primo giocatore dei Leuven Bears a vincere il premio di 'Young Player of the Year'. Il classe 1995 diventa stabile nel giro della nazionale belga e nel 2017 disputa EuroBasket come elemento più giovane del gruppo all'età di 21 anni.

L'estate lo porta a cambiare divisa, ma non campionato; i suoi talenti vengono richiesti dall'Antwerp Giants dove si misura subito con la possibilità di disputare anche una competizione continentale. È al termine dell'annata 2018-19 che la lega belga inizia a stare stretta a Bako, le cifre messe a tabellino e i premi vinti ne sono la testimonianza più chiara: 10.2 punti e 5 rimbalzi di media in campionato; 11 punti, 6.4 rimbalzi e 1.2 stoppate di media in BCL dove con la sua squadra chiude al terzo posto e viene selezionato nel miglior quintetto della competizione. Vince la coppa di Belgio e non lo fa da giocatore di rotazione, ma da MVP; infine viene inserito nell'All-Offensive Team e nell'All-Defensive Team del campionato belga. Proprio a luglio del 2019 firma due anni con l'ASVEL Villeurbanne diventando una pedina importante nel sistema della compagine transalpina e  ha modo così di debuttare in Eurolega; tuttavia, il primo anno si conclude con la sospensione delle competizioni a causa della pandemia. L'anno successivo con i francesi realizza la doppietta conquistando sia il campionato sia la coppa di Francia; questo sarà l'epilogo con cui il nativo di Lovanio saluterà per accasarsi poche settimane dopo al BAXI Manresa, nella sua prima avventura in terra iberica. Qui trova il modo di portare in bacheca altri due trofei – uno di squadra ed uno individuale – vincendo la Catalan League (a 22 anni dall'ultima volta) e il premio di MVP della competizione. Nel pieno dell'estate scorsa, Ismaël ha firmato con la Virtus Segafredo Bologna e, come fatto in ogni stagione precedente, ha subito messo una coppa in bacheca vincendo la Supercoppa Italiana in finale contro il Banco di Sardegna Sassari mettendo a referto 10 punti, 8 rimbalzi e 15.5 di valutazione media a partita.

La scelta di puntare sul profilo di Ismaël Bako è dovuta certamente alla sua capacità di adattamento a diversi contesti di pallacanestro senza patire il gap con avversari e competizioni. In campionato sta giocando circa 15 minuti a partita; le cifre seppur non elevate – 4.4 punti, 4.1 rimbalzi e 6.4 di valutazione – non danno chiaramente la visione completa di un giocatore che si divide tra campionato ed Eurolega e deve gestire al meglio le energie. Nella competizione continentale con lo stesso utilizzo – 15.5 minuti di media – segna 6.4 punti tirando con il 67.7% da due, raccoglie 2.7 rimbalzi e totalizza 7.3 di valutazione. Il classe 1995 è un centro con braccia lunghissime, veloce con i piedi e, seppur leggero, abile nella lotta a rimbalzo. La sua esplosività in prossimità del ferro è di per sé un assist per vederlo schiacciare sui servizi in alley-oop di Teodosic; in situazione di pick and roll sa bloccare perfettamente e tagliare con rapidità verso il canestro non lasciando scampo ai pari ruolo meno agili. Proprio la sua apertura alare gli consente di sporcare le linee di gioco; la sua verticalità lo fa arrivare per primo a rimbalzo, soprattutto in attacco dove crea buone quantità di seconde occasioni per i compagni grazie alla bravura nel tagliare fuori. In difesa è dinamico, gioca di puro istinto e sebbene stoppare non sia la sua caratteristica principale, ha buon tempismo per vietare all'avversario di concludere a canestro (questo grazie nuovamente ai 220 centimetri di apertura alare). Ciò che lo contraddistingue da altri centri è la facilità con cui può accoppiarsi con lunghi ed esterni grazie al suo movimento di piedi. All'interno del sistema di coach Sergio Scariolo, Bako può sia giocare con Jaiteh come aiuto nei pressi del pitturato, sia come unico centro con al suo fianco Shengelia, una batteria di esterni letale e giocatori forti in entrambe le metà del campo.

 

Redazione: Overtime - Storie A Spicchi

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