“Mi sento come uno che ha preso un brutto cazzotto sul ring”. Inizia con questa frase di Pietro Basciano, presidente di Fondazione Virtus, la conferenza stampa in cui, per la prima volta, la società torna sulla sera dannata di Reggio Emilia, sull’intera stagione che ha portato la Virtus alla caduta in Serie A2. Accanto a Basciano c’è Alberto Bucci, presidente e icona della società bianconera. E sulla tribuna della palestra Porelli, davanti a una folla di rappresentanti dei media, anche altri due componenti del cda, Daniele Fornaciari e Stefano Zunarelli, il socio della Fondazione Sef Virtus, rappresentata dal vicepresidente Giuseppe Sermasi, e il general manager Alessandro Crovetti. “Quello di oggi non deve essere un momento per cercare scuse o cercare colpevoli. Devo ringraziare i tifosi, innanzitutto: hanno dimostrato l’orgoglio virtussino, anche mercoledì sera a Reggio non reagendo alle offese del pubblico di casa. Abbiamo avuto i nostri problemi, a partire dall’assenza prolungata di Ray che doveva essere il nostro faro e ha giocato solo quattro partite. Poi ci sono stati, certamente, errori tecnici nella composizione della squadra, o errori di gestione. Ma società e proprietà volevano consolidare il risultato della stagione scorsa, lo dimostra il fatto che abbiamo aumentato il 35% del budget per gli stipendi lordi dei giocatori ad inizio stagione, che poi in corso d’opera è arrivato al 55% per le note operazioni di mercato. Molti mi hanno rimproverato per non aver esonerato Valli, forse era da fare dopo la sconfitta di Capo d’Orlando, ma non esiste la prova contraria che ci saremmo comunque salvati”. “Noi abbiamo vinto una trasferta su quindici; Cantù, che si è salvata con una vittoria in più di noi, ha potuto usufruire di un cambiamento di regolamento in corso sulla composizione delle squadre, una situazione che ha portato alle dimissioni del vicepresidente federale. Ed è stata la Virtus che ha sollevato il problema, creando non poco rumore. Purtroppo, in questo caso, è mancata la Lega. In più, noi vogliamo avere in casa i panni puliti, è una scelta precisa della Fondazione. Infatti, la Virtus deposita in Lega e Fip i contratti lordi di giocatori e allenatori professionisti al 100% del loro valore. Come è noto, la Procura Federale ha messo sotto osservazione nove società per contratti di immagine e scouting giudicati eccessivi. Non cerco scusanti, la retrocessione è colpa nostra, ma indubbiamente non c’è stata eguaglianza competitiva. Mi auguro che la Federazione vigili attentamente su questo importante tema, affinché tutte e sedici le società di Serie A giochino ad armi pari”. “La Fondazione ha sempre accontentato le scelte della società: la proprietà ha sempre chiesto allo staff tecnico quale giocatore serve, non si può dire il contrario. Lo staff dirigenziale non ha fatto mai mancare nulla alla squadra. Oggi devo annunciarvi anche che abbiamo risolto consensualmente con Giorgio Valli il contratto per la prossima stagione, senza alcuna penale per la Virtus. E Alessandro Crovetti ha rimesso volontariamente il suo mandato per la stagione 2016-2017, senza nulla chiedere alla società. Ai giocatori e agli allenatori con contratto professionistico, come previsto dai relativi accordi collettivi, causa la retrocessione saranno decurtate le ultime due mensilità. La retrocessione ci ha portato anche il danno della perdita delle risorse che la Fip destina per l’utilizzo dei giocatori italiani in assoluto, Under 25 e quelli relativi ai risultati nazionali dell’attività giovanile, e nel nostro caso tutto ciò rappresenta una cifra ingente. “Il sottoscritto la faccia ce l’ha sempre messa e non solo la faccia. Io per lavoro gestisco navi: io le navi non le abbandono. Il giorno 11 maggio, infatti, ci sarà l’assemblea dei soci della Fondazione, allora vedremo chi sarà presente, chi vorrà continuare con il progetto, poi valuteremo tutto. Non abbiamo le idee confuse, saremo bravi a riprenderci presto”. “Per l’ingresso di nuovi finanziatori ci sono tre-quattro contatti, quello con Tacopina è uno di questi e avremo incontri a breve con lui e con gli altri che hanno mostrato interesse. Oggi non so dire quanti dei 33 soci vorranno continuare. Però io non vedo un rischio per la Virtus, noi lavoreremo per dare continuità. La Virtus andrà avanti. In tre anni la Fondazione ha messo circa 7 milioni di euro, di cui buona parte per regolare situazioni già in essere. La Virtus è un bene della città e del territorio. Io sono l’unico non bolognese all’interno della Fondazione, ma mi sento bolognese di adozione e virtussino, e credo che tanti altri a Bologna possano fare molto per questa realtà”. “La priorità è quella di dare continuità alla società: creare uno staff e un team che si occupi di tutti i passaggi istituzionali. Per il ripescaggio si vedrà: se tra il 15-18 luglio ci verrà notificato un eventuale ripescaggio, valuteremo la scelta da fare. Infine, voglio ringraziare Daniele Fornaciari che mi ha fatto entrare in questa avventura, e soprattutto perché si è assunto l’onere del ruolo di consigliere delegato che sta svolgendo con grande passione e competenza”. BUCCI: “ADESSO PENSIAMO A DOMANI” - Alberto Bucci avrebbe voluto scrivere un finale diverso per questa stagione che lo ha visto tornare, da presidente, nel mondo della Virtus. Soffre profondamente, ma vuole affrontare con positività questo momento. “Vivere questa esperienza è difficile ed è dura, però per me che ho allenato per tanti anni, dopo un’annata bella o brutta, bisogna pensare a domani. Noi siamo il paese dove al governo troviamo sempre i colpevoli, ma abbiamo poi sempre lo stesso governo. Ognuno si è preso le sue colpe e le sue responsabilità. In un momento così la cosa importante è chiedersi: “che cosa si può fare per il nostro futuro?”. Dobbiamo avere la voglia e la forza. Si è parlato con delle persone con la possibilità che possano venire ad aiutarci. Questa squadra è la Virtus e vuole andare avanti, con la voglia di tornare ad essere protagonista: il fatto che adesso si cerchino persone che intendano collaborare è la cosa più importante. Rimango sulla barca e voglio che tutte le persone che intendono dare un contributo si facciano avanti. Il basket è uno sport difficile: gli investitori non vengono così facilmente. E le sette vittorie in fila di Siena non hanno giovato in questo senso. Porelli, quando arrivai alla Virtus, mi disse: io con te spero di vincere una volta ogni quattro anni, perché se vince sempre la stessa squadra il basket va a finire male”. “La mia figura può essere d’aiuto sull’aspetto tecnico. Nella Virtus c’è un settore giovanile di altissimo livello: dobbiamo prendere dei giocatori che ritornino a far sentire un senso di appartenenza alla gente; Vitali, Mazzola e Fontecchio a me piacciono, vedremo se riusciremo a mantenere i rapporti con loro. Bisogna ripartire da qui: Fontecchio è stato criticato, ma ha vent’anni e deve avere la possibilità di sbagliare. E’ l’errore che fa migliorare il giocatore. Vogliamo avere una squadra che fra tre anni sia in grado di tornare a inserirsi tra le protagoniste del campionato italiano”. “Una persona anziana non comanda più, io non posso comandare, o fare l’Aza Nikolic della situazione. Ci sono allenatori che si sentono offesi, se gli dici qualcosa, o magari temono che sia lì per portargli via il posto. Ma io faccio la chemioterapia, non potrei nemmeno pensare di rimettermi ad allenare come una volta. Però, se trovo un allenatore che mi chiede un parere sono contento. Quando sei vecchio, sei una cassaforte che ogni tanto può essere aperta per trovare qualcosa che ti può dare un aiuto. Non dico di dire cose intelligenti, dico quello che penso. E finchè ci sono, finchè sarò vivo io darò il mio contributo qui”.