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5 domande a... Jarrod Uthoff: "Sapevo subito che saremo stati una delle squadre da battere. Trieste è una città eccezionale"

5 domande Jarrod Uthoff

Uno dei protagonisti tra le sorprese di questo inizio stagione della Serie A Unipol 2024/25 - che sta mettendo in mostra una grande pallacanestro corale e valorizzante per tutti i propri giocatori -, è stato Jarrod Uthoff. L'ala americana di Trieste è stato il nuovo intervistato nella rubrica di LBA "5 domande a..."

Un inizio scoppiettante con quattro vittorie e una sola sconfitta, Trieste con questo record sembra molto più di una semplice neopromossa. Avreste mai immaginato una partenza del genere?

Guardando già al roster prima dell'inizio di stagione, avevo la sensazione che fossimo una delle squadre da battere e per questo motivo si sono alzate di molto le nostre possibilità di vincere le partite in apertura di campionato. Sono veramente entusiasta di come i risultati si siano visti fin da subito, ma non abbiamo intenzione di fermarci qui, vogliamo continuare a vincere più partite possibili da qui alla fine.

La società ha venduto oltre 4000 abbonamenti, perciò nelle gare casalinghe avrete sempre il pubblico delle grandi occasioni. Quanto è importante ricevere questo tipo di fiducia da parte dei tifosi?

Quattromila abbonamenti sono davvero un numero enorme per una squadra neopromossa come Trieste, questo però è dovuto anche alla grande passione che si respira in città e alla grande stagione che hanno fatto lo scorso anno per farsi promuovere in Serie A. È un posto splendido in cui giocare a pallacanestro e una delle ragioni per cui ho deciso di tornare a giocare in Europa, mi piace sentire l'elettricità dell'atmosfera che si respira da questa parte del continente. Ogni volta che si gioca al PalaTrieste – e qui ci abbiamo giocato già due volte in campionato – si sente proprio tutta l'elettricità, perciò è incredibilmente importante per tutta la squadra giocare con questo tipo di pubblico.

Che cosa o chi ti ha convinto a venire a Trieste? Eri a conoscenza del tipo di lavoro svolto da coach Jamion Christian o del progetto attorno a cui si sarebbe costruita la squadra?

Ho scelto di venire qui a Trieste, perché ho avuto solamente recensioni positive da parte di ex giocatori che hanno avuto la fortuna di passare da queste parti. Ho parlato con coach Jamion Christian, ho parlato con il GM Michael Arcieri e con tante altre che fanno parte dell'organizzazione e della società; le loro parole mi hanno donato fiducia nel fatto che tutto avrebbe funzionato a dovere. L'esperienza qui a Trieste mi sta piacendo molto, sono felice dei miei compagni di squadra, la città e la sua gente sono eccezionali.

Hai avuto un sacco di esperienza in giro per il mondo avendo giocato negli Stati Uniti, in Russia e in Giappone, ma questa è la tua prima volta da questo lato dell'Europa. Hai qualche “ricordo” particolare che hai conservato?

Sì, ho girato il mondo durante la mia carriera: ho praticamente visto tutti gli Stati Uniti e il Canada con la mia esperienza in G-League e in NBA, poi mi sono spostato a San Pietroburgo; gli ultimi tre anni li ho trascorsi girando il Giappone. Se ho conservato qualche ricordo? Certamente, io e mia moglie stiamo cercando di collezionare quadri provenienti da tutti i posti in cui siamo stati.

Hai completato il programma Harvard/NBA Crossover Into Business, ti dispiacerebbe raccontarci che tipo di esperienza è stata e com'è la vita da studente-atleta?

È stata davvero una bellissima esperienza, ma soprattutto utile perché in futuro, quando non sarò più giocatore di pallacanestro, avrò bisogno di guadagnarmi da vivere e questo programma ti insegna proprio a renderlo un lavoro anche dopo il ritiro. Ti lancia nel business, ti dà la mentalità giusta per affrontarlo, in sostanza ti spiega quali sono le basi di cui hai bisogno una volta finita la carriera sul campo. Anita Elberse ha organizzato un corso davvero utile con lo scopo di mostrare e insegnare ai giocatori come funziona una lezione ad Harvard. Io ho avuto due tutor, Rebecca Feickert e Matt Stansky, che sono stati davvero eccezionali: mi hanno dato suggerimenti, mi hanno guidato verso una serie di ipotetici scenari futuri; imparare dai loro insegnamenti è stato davvero stimolante e interessante.

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