di Mikhail Laurenza
Se nasci in Lituania, c’è un’alta probabilità che il colore del pallone che ti regalano da piccolo sia arancione e che, invece di calciarlo con i piedi, ti insegnino a tenerlo fra le mani per poi palleggiarlo forte a terra. Se cresci a Kaunas, è praticamente certo che quella stessa palla ti insegnino ad addomesticarla e a padroneggiarla come in altri pochi luoghi al mondo, perché entrerai a far parte dello Zalgiris: Arnas Velicka però, non è uno solo uno dei tanti talenti sfornati dalla scuola basket che Arvydas Sabonis ha reso un punto di riferimento universale, ma rappresenta la grande speranza in cabina di regìa della nazionale baltica. Diversamente da molti suoi connazionali però, Velicka in patria resta pochissimo ed inizia un percorso in giro per l’Europa che aiuta a formarlo a livello internazionale, mostrando lampi delle sue straordinarie capacità nella seconda squadra del Barcellona, ad appena diciassette anni. La carriera da pro continua poi vicino a casa, dapprima al Lietkabelis e successivamente al Prienai: in mezzo una stagione luminosa in Estonia con il Tartu. Sono proprio queste ultime due esperienze a far finire il nome di Velicka sulle bocche di tutti i General manager europei. Nell’ultima stagione avviene la definitiva esplosione: ad accaparrarselo per primi sono i francesi dello Chalons-Reims, dove il lituano mette in mostra tutto il suo arsenale offensivo viaggiando a una media di 11,4 punti conditi da 5,3 assist a partita. Le sue prestazioni sensazionali convincono i leoni di Braunschweig a fare di tutto per metterlo sotto contratto; termina così il 2021 in Bundesliga migliorando i numeri personali ma soprattutto acquisendo la consapevolezza di essere pronto per i grandi palcoscenici continentali. In questa estate, per ammissione dello stesso presidente Grassi, le pretendenti sono state numerosissime, ma alla fine il Velicka ha scelto di vestire la canotta della Ge.Vi. Napoli per mettersi alla prova in uno dei tornei migliori al mondo e portare gli azzurri il più lontano possibile. In queste prime partite abbiamo già potuto notare le caratteristiche di un giocatore a cui Sacripanti sta concedendo sempre maggiore fiducia; in particolare sono tre gli aspetti tecnici principali che hanno colpito fra Supercoppa e campionato:
- L’abilità nella gestione del pick ‘n’ roll – nonostante i 22 anni ancora da compiere, Velicka è già in grado di gestire ad altissimo livello il gioco a due, grazie all’innata abilità di tenere vivo il palleggio fino alla fine del movimento di roll del proprio bloccante: l’intesa con Frank Elegar, bravissimo in quello che è ormai a tutti gli effetti considerato un fondamentale, è stata raggiunta dopo pochi minuti insieme in campo. Viene da chiedersi se il lituano sia cresciuto studiando assiduamente i video di Steve Nash o di un connazionale, Sarunas Jasikevicius, che ha fatto del pick ‘n’ roll un’arte: proprio come questi due guru della materia del playmaking, Velicka aspetta fino all’ultimo momento utile per chiudere il palleggio per servire il lungo il più vicino a canestro possibile o aspettare che uno dei tanti tiratori napoletani in angolo sia posizionato al meglio per servirlo con tempi perfetti. Questo ultimo particolare viene accentuato dalla notevole capacità di passare il pallone direttamente dal palleggio con entrambe le mani, senza bisogno di fermare il continuum offensivo della propria squadra, sfruttando il taglio del bloccante per mandare in rotazione la difesa ed effettuare così un passaggio skip nel punto del campo in cui gli avversari non possono recuperare. Ma l’ambidestrismo del numero 8 è lampante anche quando si tratta di attaccare il canestro, il che gli consente di sorprendere spesso il suo difensore e fare slip the pick, ovvero fintare di utilizzare il blocco del compagno per poi invece penetrare dalla parte opposta, causando rotazioni emergenziali e non previste.
- I miglioramenti nel tiro da fuori – In un’analisi del Febbraio 2017 pubblicata sul sito specializzato Draft Express, il giornalista di ESPN Mark Schmitz sottolineava come Velicka fosse un buon tiratore piazzato, ma che facesse una gran fatica a crearsi il un tiro dal palleggio. In quattro anni l’ex Zalgiris è migliorato tremendamente da questo punto di vista, riuscendo a meccanizzare uno step-back molto efficace per separarsi dal difensore e prendersi la tripla. Come tutti i cecchini moderni il fatto di tirare in estensione, senza praticamente staccare i piedi da terra, e non in sospensione, velocizza i tempi di rilascio ed inoltre le sue lunghe leve (195 centimetri di altezza) gli permettono quasi sempre di tirare con la visuale libera anche se marcato. Sacripanti però non si scorda delle sue doti da spot up shooter, affiancandogli spesso un altro play come Mayo per permettergli di partire lontano dal pallone e farsi trovare pronto sugli scarichi. I numeri dicono che in questa stagione Velicka sta tirando con il 42,1% dall’arco, percentuale notevole se si considera che quanto detto in precedenza.
- L’esplosività del primo passo – L’esterno lituano è un’atleta sopra la media e ciò che salta subito all’occhio è la capacità di partire indifferentemente a destra e a sinistra con una grande esplosività. L’efficacia del suo primo passo, abbinata alle doti di tiratore appena descritte, ne fanno un attaccante temibile, abile nel concludere vicino a canestro anticipando spesso l’aiuto nel pitturato dei lunghi avversari. Il lituano nei primi quattro incontri di campionato ha concluso col 72,7% in area, numeri da centro di stazza, anche se i tentativi sono poco meno di 3 a partita. Nonostante sia un giocatore che pensi prima all’assist che al canestro, le sue doti offensive sono testimoniate dagli oltre 11 punti di media a cui sta viaggiando anche in questo inizio della nuova avventura all’ombra del Vesuvio, e se durante il suo percorso di crescita dovesse diventare anche più “egoista” allora per i difensori potrebbero essere davvero guai.
Velicka è senza dubbio un playmaker moderno per caratteristiche fisiche con una visione del ruolo “vecchia scuola” dal punto di vista tecnico, più propenso a servire un compagno libero che affidarsi all’iniziativa personale. Nonostante questo stiamo parlando di un giocatore in continuo miglioramento dal punto di vista offensivo, che lavora sui suoi limiti alzando di anno in anno il livello del suo gioco. Le sue gambe potenti, unite a una velocità di piedi invidiabile possono portarlo ad essere altrettanto affidabile anche nella metà campo difensiva, dove ha già mostrato progressi specialmente nel contenere l’uno contro uno. Le potenzialità sono quelle di un giocatore che in futuro potrà fare la differenza ad alto livello europeo anche se la sfida più intrigante è quella relativa alla nazionale lituana: le spalle sembrano abbastanza larghe per sostenere la pesante eredità che due mostri sacri del Paese baltico come Sarunas Jasikevicius e Mantas Kalnietis hanno lasciato. La Lituania da qui in avanti sarà nelle mani di Arnas Velicka, in tutti i sensi.