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La scheda - Jordan Caroline, qualità e intensità per far volare l’Aquila

Alla scoperta dell'ala americana della Dolomiti Energia Trentino

La scheda - Jordan Caroline, qualità e intensità per far volare l’Aquila

Di Pietro Cristofori

Nella fin qui sorprendente stagione dell’Aquila Trento del nuovo corso targato Lele Molin c’è la fortissima impronta di Jordan Caroline, ala grande classe ‘96 di 2.01 metri per 107 chili da Champaign, Illinois.

Dopo aver giocato per i South Bay Lakers (la squadra di G League affiliata ai Los Angeles Lakers) nella stagione 2019-20, Caroline ha passato la scorsa annata tra le fila dell’Hapoel Eliat in Israele (15.3 punti e 9.9 rimbalzi a partita) e quelle del Kaohsiung Jeoutai, in Taiwan, dove in 22 presenze ha segnato la bellezza di 28 punti di media, aggiungendo 14.4 rimbalzi a gara.
Jordan è cresciuto alla Montverde Academy, una delle high school di più alto livello di tutti gli Stati Uniti, da cui sono usciti giocatori NBA del calibro di Ben Simmons, Joel Embiid, D’Angelo Russell, RJ Barrett e l’ultima prima scelta al draft Cade Cunningham.
In questa prima metà di stagione il prodotto della University of Nevada è risultato essere una pedina fondamentale nello scacchiere della formazione trentina, grazie a una combinazione di energia e versatilità interna ce non si vedeva da tempo nel nostro campionato.

Jordan è un lungo undersized che però compensa molto bene la mancanza di centimetri con un voltaggio mantenuto sempre a livelli molto alti. La massa muscolare è impressionante ed è ben distribuita su tutto il corpo: nella forza fisica risiede non a caso la chiave del suo gioco.

Grazie al suo footwork di alto livello e a un baricentro sempre molto basso, quando viene innescato in movimento (spesso e volentieri in situazioni di taglio a canestro) è molto difficile da fermare e in ricezioni del genere riesce a concludere sempre con potenza e determinazione al ferro.

Sotto le plance Jordan è una forza della natura: sembra che non si stanchi mai di lottare su ogni pallone e la sua mentalità e positività viene facilmente trasmessa a tutto il resto della squadra. D’altronde, le statistiche non mentono: al momento Caroline è il terzo miglior rimbalzista offensivo del nostro campionato, con 3.0 di media (dietro solo a Tyrique Jones e al partente John Egbunu).

Nella metà campo offensiva, Caroline pecca di pericolosità da dietro l’arco: in LBA ha tentato 15 conclusioni pesanti, realizzandone soltanto tre. Inoltre, le sue percentuali sono sotto la media anche quando si tratta di tiri liberi (52.6% complessivo in LBA, con 5 liberi tentati per partita). Se il numero 24 dovesse riuscire ad incrementare l’efficienza dalla linea della carità, allora la sua produttività salirebbe vertiginosamente, dal momento in cui parliamo di uno dei giocatori che subisce più falli in tutto il nostro campionato (ottavo in questa speciale graduatoria con 3,9 fischi a favore collezionati per partita). Caroline è inoltre un ottimo giocatore di post-basso, spot in cui sa sfruttare il suo elevato tasso di fisicità e dove attraverso un uso intelligente dei contatti riesce a farsi strada fino al ferro. È anche molto bravo a prendere posizione nell’area dei 3 secondi, usando alla grande il fisico quando si ritrova contro un giocatore di stazza inferiore.

Nel suo arsenale, Jordan ha anche l’uno contro uno dal palleggio fronte a canestro. Nonostante in questa situazione sia abbastanza prevedibile data la sua bassa propensione a tirare da 3 e una difesa che lo invita a mettere palla a terra, è molto bravo a leggere la posizione dell’avversario e sfruttare il minimo errore di posizionamento di quest’ultimo per concludere con efficacia in avvicinamento. Quindi, oltre ad una dimensione di interior scorer, una minaccia offensiva anche nelle vesti di ‘slasher’.

Un altro punto in cui il nativo di Champaign deve migliorare è il decision making: a volte perde palloni abbastanza banali, cadendo in errori evitabili che un giocatore del suo calibro potrà e dovrà ridurre strada facendo.

Difensivamente, Caroline è l’emblema della duttilità e fa sentire la sua presenza sia a rimbalzo difensivo che sulle rotazioni. Grazie alla sua muscolatura l’ex Hapoel Eliat può cambiare sui centri avversari e con la sua velocità di mani e piedi è in grado di toccare molti palloni sporcando anche le ricezioni più semplice. In questo, le sue caratteristiche difensive si abbinano molto bene con quelle di Johnathan Williams, in uno dei front-court più versatili dell’intera LBA.

La squadra di Lele Molin in questa prima parte di stagione ha giocato una pallacanestro particolarmente concreta, che al momento vale il terzo posto in classifica alle spalle della Armani Exchange Milano e della Virtus Segafredo Bologna. L’Aquila è tuttavia ultima per assist per partita tra le 16 squadre (11,9), sintomo della capacità dei giocatori a roster di costruirsi soluzioni in maniera indipendente traendo vantaggio dai singoli accoppiamenti. All’interno del roster bianco-nero, Caroline è soltanto uno dei tanti attaccanti con caratteristiche del genere e coach Molin si sta dimostrando eccezionale nello sfruttare le armi a disposizione inserendole egregiamente nel suo sistema offensivo.

La crescita di Jordan, uno dei segreti della Dolomiti Energia Trentino, non è destinata però ad arrestarsi, anzi: aspettiamoci di vederlo a livelli ancora più alti. Nel frattempo, la dirigenza trentina si gode uno dei migliori colpi estivi del campionato.

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