NBA – Episodio 1 – Southeast Division
In attesa di conoscere le 4 squadre finaliste tra Est e Ovest nei Playoffs NBA, facciamo un passo indietro e torniamo alla regular season per scoprire chi, al termine delle 82 partite di stagione regolare, è finito tra i nostri promossi e chi tra i bocciati. Partiamo dalla Eastern Conference e in particolare dalla Southeast Division.
Atlanta Hawks: bocciati. La squadra allenata da Nate McMillan partiva da una base e aspettative molto alte, forse superiori al reale valore del roster: la finale di Eastern Conference 2021. Ripetersi era impossibile vista la concorrenza, ma il 2021/22 di Atlanta resta assolutamente negativo. Nonostante un Trae Young in grado praticamente da solo di portare un team modesto ad essere uno dei migliori attacchi lega, il supporting-cast non si è quasi mai dimostrato all’altezza, con Capela e Huerter non in grado di replicare quanto visto un anno fa e il quartetto Bogdanovic-Gallinari-Collins-Hunter alle prese con continue defezioni e problemi fisici. La squadra non ha né uomini adatti né mentalità difensiva e il risultato di un anno fa è sembrato quasi aver tolto motivazioni e rabbia a un team che seppur giovane si è seduto troppo presto. L’off-season in Georgia si preannuncia a dir poco bollente: aspettiamo una rivoluzione.
Charlotte Hornets: promossi. 23 vittorie nel 2019/20, 33 lo scorso anno, 43 in questa stagione. Nonostante tutto, un miglioramento non sufficiente a coach James Borrego per mantenere la panchina, con il licenziamento e le continue voci di un interessamento di Michael Jordan per Mike D’Antoni. Il giudizio sugli Hornets resta però estremamente positivo: attorno a LaMelo Ball il roster è migliorato nei singoli uomini, con l’esplosione di Miles Bridges, un Terry Rozier usato in maniera diversa e più efficace, un PJ Washington uscito sulla distanza e un Kelly Oubre Jr entrato subito in sintonia con squadra e tifosi. Charlotte ha dimostrato di avere pregi ben evidenti e sui quali va plasmato il resto del roster, e altrettanti ben evidenti difetti che il mercato deve colmare. Per un team che manca clamorosamente di un lungo in grado di proteggere il ferro, vincere 10 partite in più e giocare l’ennesima partita di Play-in resta un progresso da non sottovalutare. Se la dirigenza ha però scelto di cambiare la guida tecnica, si vede che le aspettative per il futuro a medio-lungo termine sono ancora più alte.
Miami Heat: promossi. 53 vittorie a fronte di 29 sconfitte, primo posto assoluto nella Eastern Conference e la capacità, ormai diventata una consuetudine, di costruire e sviluppare il roster in maniera verticale a sopperire a ogni tipo di infortunio e defezione. Il 2021/22 degli Heat non è ancora finito in realtà e la squadra di Spoelstra attende la vincitrice di gara 7 tra Boston Celtics e Milwaukee Bucks (stasera alle 21.30 su Sky Sport NBA) in finale di Conference, per giocarsi l’accesso alle Finals già disputate nella bolla di Orlando. Motivo in più per promuovere a pieni voti un’annata che ha consentito a tutti gli appassionati NBA di conoscere i Max Strus, i Gabe Vincent e gli Omer Yurtseven del caso, che assieme al free agent Cody Martin e al redivivo Victor Oladipo rappresentano le ennesime gemme di un lavoro di scouting e player development da sempre fiore all’occhiello della franchigia di Pat Riley. Resta ovviamente la ciliegina, ma per una squadra che non ha mai praticamente avuto finora disposizione Kyle Lowry, il grande colpo dell’estate e che ha avuto a turno fuori tutti i più importanti giocatori del roster, il giudizio non può che essere positivo.
Orlando Magic: rimandati. I Magic non possono ovviamente essere bocciati, nemmeno dopo un 22-60 di record, il peggiore a Est e superiore solo a quello degli Houston Rockets. La tradearrivata alla deadline 2021 e l’addio di Nikola Vucevic aveva in qualche modo gettato le basi per un nuovo corso di costruzione e sviluppo del roster mediante trade e draft. Una missione che in attesa di scoprire cosa riserverà la lottery in programma tra pochi giorni può dirsi compiuta. Il core attuale di Orlando è giovanissimo e già oggi molto interessante, con Franz Wagner, Cole Anthony, Mo Bamba, Wendell Carter Jr e anche MarkelleFultz finalmente rientrato dopo l’ennesimo lungo infortunio a far ben sperare per il futuro della squadra. Il rientro di Jonathan Isaac e il talento in arrivo dal draft di giugno potranno alzare ulteriormente l’asticella di una squadra che dopo anni di mediocrità ha avuto il coraggio di rinnovarsi e scommettere su nuovi volti. In attesa di capire quale sarà il volto della franchigia nel 2022/23, il giudizio non può che restare sospeso.
Washington Wizards: bocciati. La media tra i primi due mesi sorprendentemente passati in orbita primissime posizioni della Conference e il resto dell’annata in crollo verticale non può che essere negativa. Dal respirare l’aria di alta classifica al dodicesimo posto con un misero 35-47 di record il passo indietro è stato notevole ma la franchigia ha avuto almeno il coraggio di smuovere le acque a febbraio, scambiando Spencer Dinwiddie per Kristaps Porzingis coi Dallas Mavericks, nella speranza che il lettone possa trasformarsi in una spalla di livello per Bradley Beal, desiderio non troppo nascosto di ogni contender ma su cui la franchigia continua a puntare, confidando in un pronto recupero fisico dopo gli ennesimi problemi avuti in stagione. Attorno alla nuova coppia, l’esplosione del neo-arrivato Kyle Kuzma è l’unica nota lieta del 2021/22: 17.5 punti, 8.5 rimbalzi e una maturità che fa ben sperare per il futuro. Come ogni squadra nel limbo della mediocrità, l’estate indirizzerà in un senso o nell’altro la prossima stagione nella Capitale. Le certezze sono poche, le aspettative dell’ambiente tante, un’altra rivoluzione per nulla improbabile.