Di Matteo Puzzuoli
Appena venuto a conoscenza della decisione di Miro Bilan di lasciare la Sardegna (in direzione Grecia, precisamente Peristeri del neocoach Vassilis Spanoulis), il GM della Dinamo Federico Pasquini si è messo subito alla ricerca del degno sostituto del “professore” croato. Nonostante le caratteristiche soprattutto atletiche non siano molto equiparabili, i tifosi del Banco di Sardegna Sassari possono decisamente definirsi soddisfatti della nuova àncora della formazione biancoblu: Chinanu Michael Onuaku.
Classe 1996, il centro di 208 cm nativo del Maryland ha frequentato il prestigioso college di Louisville (diventando anche compagno di squadra di noti giocatori NBA quali Montrezl Harrell, Terry Rozier e soprattutto Donovan Mitchell) per due stagioni. Al termine dell’annata 2015/16, dopo esser stato menzionato nel miglior quintetto difensivo della sua conference (ACC) e aver messo a referto 11 doppie-doppie (viaggiando con una media di 9.9 punti, 8.5 rimbalzi e 2 stoppate), decide di dichiararsi al Draft NBA, in cui viene scelto con la chiamata numero 37 dagli Houston Rockets. Nella franchigia allora della star James Harden, Onuaku gioca soltanto 7 partite in due stagioni, trovando invece molto più spazio nella G-League tra i Rio Grande Valley Vipers e i Greensboro Swarm.
Vedendo che le porte della NBA gli si stavano sempre più chiudendo in faccia, nell’estate 2019 Chinanu attraversa l’Oceano Pacifico per disputare una stagione da protagonista in Corea del Sud con il Wonju WB Promy. Qui torna a sfornare doppie-doppie (14.4 punti e 10.3 rimbalzi di media), una menzione nel primo quintetto del campionato e si convince a tornare in Occidente, stavolta fermandosi a Zara, mettendosi alla prova nel campionato croato e nella Lega Adriatica (competizione che coinvolge le più importante realtà ex jugoslave). Anche qui, Onuaku si fa valere vincendo il campionato e la coppa nazionali – quest’ultima da MVP – e viaggiando a quasi 12 punti e 7 rimbalzi a partita. L’esplosione definitiva a livello europeo arriva però nella passata stagione quando con il modesto Bnei Herzliya domina il campionato israeliano conquistando il premio di miglior giocatore, la coppa di Lega da MVP (con tanto di prova mostruosa da 30 punti e 17 rimbalzi in finale contro l’Hapoel Tel Aviv) e raggiungendo l'atto conclusivo del campionato – perso per 2-0 contro l’Hapoel Holon dopo aver eliminato nel turno precedente una formazione da Eurolega, il Maccabi Tel Aviv.
Al Bnei Herzliya (in un’annata chiusa con 15.7 punti e 9.3 rimbalzi di media), Onuaku ha ulteriormente perfezionato i suoi evidenti punti di forza, ossia la potenza e la fisicità nei pressi del ferro. In area, il lungo americano è devastante, specialmente in post-basso, spot del campo in cui sa far valere la sua possente muscolatura e la rapidità di piedi. Onuaku dispone, inoltre, di tutto l’armamentario tecnico di cui un solido pivot dovrebbe essere dotato: semiganci di ogni tipo, ottimo uso del perno, capacità di prendere posizione profonda e di tenere l’avversario alle spalle, sapiente utilizzo delle finte. Di solito, preferisce ricevere nel lato sinistro per finire di potenza verso il centro, ma anche a destra è decisamente in grado di trovare il fondo della retina.
Considerando la sua pericolosità nei pressi del ferro, molte avversarie della Dinamo cercheranno di raddoppiarlo nel momento in cui metterà palla a terra, situazione da cui Onuaku sa uscirne bene servendo i compagni sul perimetro. Avere dei tiratori mortiferi - Bendzius e Kruslin su tutti – non farà altro che agevolare le spaziature e rendere ancora più fluido il gioco della Dinamo. Molto intrigante sarà anche il pick and roll con Gerald Robinson, playmaker con ottimi tempi nei giochi a due e bravo a trovare il suo lungo (lo ha dimostrato recentemente anche a Sassari con Mekowulu e Bilan) in qualunque situazione. Nonostante la potenza fisica, inoltre, Onuaku è sorprendentemente rapido nel tagliare a canestro, ribaltare il lato quando compie uno short roll (cioè un taglio non completo fino al ferro dopo il blocco) e chiudere un alley-oop, aprendo anche l’area alle penetrazioni di Robinson con i suoi blocchi granitici.
La caratteristica che ha reso Chinanu famoso in tutto il mondo è la meccanica del tiro libero. A differenza della canonica posizione del pallone sopra la testa, il centro del Maryland tira i liberi nel “granny style”, ossia facendo partire la sfera da sotto come ha insegnato l’Hall of Famer NBA Rick Barry. Nonostante la tecnica collaudata durante tutta la carriera, le percentuali potrebbero essere migliorabili (appena sopra il 60% di media nelle varie stagioni tra America, Asia ed Europa). Ultimamente sta aumentando anche la confidenza nel jumper dai 4-5 metri (posizione dalla quale è solito ricevere il pallone per giocare l’1vs1, mettendosi poi spalle a canestro) e nel tiro da tre punti – specialità in cui nell’ultima annata in Israele ha viaggiato ad un tentativo a partita. Dato che la meccanica (stavolta “normale”) è tutt’altro che malvagia, questa soluzione potrebbe essere ulteriormente esplorata in uno stile di gioco comunque run&gun come quello sassarese.
Nell’altra metà campo, Onuaku si candida ad essere il miglior difensore dell’intero campionato. I 208 cm, la verticalità, le braccia lunghe e una muscolatura nella parte superiore del corpo con pochissimi eguali in Serie A renderanno la vita durissima agli avversari nei pressi del ferro della Dinamo. Con un allenatore esperto come Piero Bucchi, inoltre, Chinanu potrà anche sistemare quei cali di attenzione e di posizionamento che, a differenza del campionato israeliano, in LBA e in BCL potrebbero essere decisivi ai fini della vittoria finale. Data la sua superba rim protection, non predilige cambiare sui blocchi contro gli esterni ma se costretto a tenere gli 1vs1 dei più rapidi esterni avversari, può sfruttare la sottovalutata mobilità laterale per non mandare in sottonumero la difesa.
Insomma, dopo le esperienze in contesti inferiori tra Zadar e Bnei Herzliya, Onuaku è pronto a prendersi definitivamente il palcoscenico dell’Italia e dell’Europa che conta. I tifosi sassaresi hanno il nuovo pilastro da cui ripartire per tornare a sognare in grande.