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La scheda - Jamal Jones, energia allo stato puro per il Banco di Sardegna Sassari

Il Palaserradimigni ha trovato la miccia che accende l'intero palazzetto

La scheda - Jamal Jones, energia allo stato puro per il Banco di Sardegna Sassari

Jamal è nato nella città che sorride, ma è cresciuto a Searcy in Arkansas ossia la città dove migliaia di persone vivono come milioni vorrebbero poter vivere; tuttavia, al ragazzo non importa di tutti questi soprannomi o slogan che contraddistinguono le differenti città o contee degli Stati Uniti, perché a lui interessa solo la pallacanestro. Ci sono miliardi di esseri umani sul pianeta Terra, ma Jamal Jones è unico nel suo genere perciò non vuole etichette: si sente cittadino del mondo e con una sfera arancione tra le mani sa di poter parlare un linguaggio universale – quello della pallacanestro – di cui padroneggia ogni aspetto “from start to finish” come si dice nella sua lingua. In Italia è tornato per la seconda volta dopo l'esperienza in A2 con Verona nella stagione 2017-2018; la sua meta è Sassari i cui tifosi non vedono l'ora di assistere alle fiammate del numero 0, il quale ha intenzione di prendere emotivamente la squadra di coach Piero Bucchi e rendere il Palaserradimigni un palazzetto inespugnabile. Nell'ultimo turno – assieme al compagno Eimantas Bendzius – ha riportato la squadra alla vittoria con una prestazione da 19 punti, 6 rimbalzi, 3 assist e 2 stoppate, la sua miglior partita stagionale in termini statistici.

Da ragazzo sembra essere destinato ad una carriera da point guard atletica: non particolarmente alto, ma dotato di una esplosività piuttosto fuori dal comune per un ragazzo del liceo. Nei successivi tre anni dal suo ingresso alle scuole superiori, Jones cresce di quasi venti centimetri e si scrolla di dosso anche quella nomea di “piccoletto” diventando ben presto uno specimen in grado di dettare la sua legge sul rettangolo di gioco. Terminato il periodo di high school si proietta nella realtà della pallacanestro collegiale, ma il primo anno è turbolento e adattarsi non è facile; per questo la scelta di trasferirsi dal Mississippi al Texas sarà cruciale per la sua maturazione. Nella stagione presso il Lee College – Junior College non appartenente alla NCAA – Jamal Jones diventa conscio di poter essere materiale da grandi palcoscenici come la NBA e così si trasferisce a Texas A&M dove può mettere in mostra le sue abilità: parte in quintetto nel 70% delle occasioni sfiorando i 14 punti di media con annessi 4 rimbalzi. Partita dopo partita sente sempre più stretti i panni del giocatore collegiale, lascia l'ateneo e si prepara a diventare un professionista a tutti gli effetti; mentalmente è cresciuto ed è consapevole sia dei suoi mezzi sia degli errori che non deve ripetere, inoltre sul parquet può ricoprire diversi ruoli e gli allenatori sfrutteranno a dovere questa sua duttilità. Prima di rendersi eleggibile al Draft NBA gioca un anno nella lega di sviluppo – allora chiamata D-League – con i Delaware 87ers chiudendo a 7.8 punti e 2.8 rimbalzi la stagione 2014-2015; tuttavia questo non gli sarà utile per entrare nei sessanta scelti la notte del Draft e decide di abbandonare per il momento il sogno americano per dedicarsi a quello europeo.

Ad accoglierlo in Europa sono i francesi del Lille Métropole, una piccola squadra della seconda divisione in cui lontano dalle distrazioni può concentrarsi esclusivamente sulla pallacanestro: gioca 18 partite nella regione delle Fiandre francesi – registrando 13.1 punti, 4.9 rimbalzi e 1.2 recuperi – prima di fare ritorno nella stessa stagione al suo paese sempre sponda Delaware 87ers; la fatidica chiamata al piano superiore non arriva, questa volta quello di Jamal Jones è un addio al basket a stelle e strisce per inseguire il successo nel vecchio continente. Il suo anno in Finlandia è micidiale: 22.2 punti di media che gli consentono di vincere il premio di miglior realizzatore del campionato, 5.7 rimbalzi, 1.2 recuperi, 18.1 di valutazione e sebbene il livello della lega finlandese non sia il più alto d'Europa, questi numeri sono una iniezione di fiducia per il classe 1993 che approda la stagione successiva alla Tezenis Verona. In veneto sogna con i compagni la promozione in massima serie, stoppata però al secondo turno dalle ambizioni della Fortitudo Bologna; le sue prestazioni non passano inosservate e ben presto 'Double J' si ritrova a giocare prima per il PAOK, una squadra con tradizione importante se escluse le super potenze di Atene, poi – sempre nel campionato greco – con lo Ionikos Nikaias con cui si separa nel gennaio 2020 dopo sei mesi. Le sue non sono intenzioni bellicose, poiché Jamal Jones cattura l'attenzione di una neonata squadra turca con ambizioni interessanti sia in patria sia in Europa. Il Bahcesehir Koleji diventa la casa del nativo di Wynne per tre stagioni al termine delle quali trova anche la vittoria in FIBA Europe Cup nella finale contro la UNAHOTELS Reggio Emilia; dal 2019-2020 al 2021-2022 mette a referto 9.6 punti e 3.4 rimbalzi in poco più di 25 minuti di media nelle 62 partite disputate (30-32 il record totale) e tutto questo nell'estate 2022 si tramuta in una firma con il Banco di Sardegna.

Jamal Jones può ricoprire il ruolo di esterno giocando da 3 e da 4 grazie alle sue doti balistiche e all'atletismo di cui dispone, ma può funzionare parzialmente anche da ala grande in supporto del centro contro lunghi meno mobili e attacchi che utilizzano un baricentro basso. A Sassari è uscito dalla sua comfort zone di 3&D proponendo una pallacanestro frizzante fatta di entrate a canestro e tap-in sotto il ferro; la sua pericolosità perimetrale, unita alla rapidità con cui può penetrare in area, cattura l'attenzione delle difese che spesso lo raddoppiano consentendogli di servire il compagno più libero oltre l'arco o nel pitturato generando ritmo e punti a tabellino. I miglioramenti di Jones sui due lati del campo sono stati evidenti in queste prime uscite di campionato: oltre ad aver perfezionato il timing con cui va a bloccare le sortite avversarie, raccoglie i rimbalzi difensivi ed offensivi garantendo seconde chance alla squadra; è stato fatto poi un salto di qualità anche nella visione di gioco, dove gli egoismi di voler concludere a canestro sono stati sostituiti dalla voglia di trovare punti più facili che possano aiutare la squadra a fuggire nel punteggio. La dimensione creata da coach Piero Bucchi sembra esaltare tutte le caratteristiche di questo giocatore in grado di infiammare il pubblico ed infiammarsi lui stesso, ma sotto l'egida di un condottiero esperto come il capo allenatore dei sardi non ci sarà posto per colpi di testa se non sottoforma di giocate che possano essere utili come colpo del k.o.

 

Redazione: Overtime - Storie A Spicchi

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