La penisola balcanica è da sempre terra di grandi cestisti e sebbene l'incentivo di imparare a giocare sia dovuto ai tanti campetti sparsi per le varie città, la pallacanestro a loro scorre nelle vene fin da bambini. Quando a soli 4 anni Dejan Kravic è costretto a scappare da Mostar a causa del conflitto tra Bosnia-Herzegovina e Iugoslavia, non sa ancora quale sia il talento che passa dai suoi polpastrelli; lui è solo un bambino che si ritrova dall'altra parte del mondo, più precisamente in Canada, per scappare dalla guerra. Il classe 1990 cresce come cittadino canadese e si istruisce nelle scuole del territorio, eppure quando mette quella sfera arancione a terra si riconosce subito il tocco dei Balcani: eleganza, movimento del piede perno che può far scuola al resto dei compagni, morbidezza nel tiro e poi un corpo statuario, il cui rapporto altezza-peso diventa sempre più dominante rispetto a quelli che saranno i suoi avversari. Quando conta i vari stati toccati e le città viste anche solo grazie al gioco del basket, la sua mente non può non soffermarsi ai sacrifici fatti dai suoi genitori: la fuga dal posto in cui sei nato, dove ti guadagnavi da vivere per tirare su la tua famiglia che in un lampo diventa un posto da incubo; atterri là dove non conosci la lingua e dove non hai un lavoro, devi ricominciare da zero ma lo fai sempre per dare uno prosieguo alla vita della tua famiglia. A 32 anni, Kravic è uno dei giocatori più interessanti del nostro campionato e lo ha dimostrato anche nell'ultimo turno dove ha messo a referto 21 punti, 8 rimbalzi e 25 di valutazione nella vittoria per 101-72 contro la NutriBullet Treviso. Alla Carpegna Prosciutto Pesaro può contare su Jasmin Repesa, nato a meno di quaranta minuti dalla sua Mostar e perfettamente a conoscenza di quel sentimento.
La carriera del classe 1990 parte con l'esperienza alla York University di Toronto, la quarta università più grande del Canada specializzata principalmente nella ricerca. Qui rimane per due stagioni, nell'ultima delle quali registra 15.6 punti e 9.6 rimbalzi di media prima di trasferirsi a Lubbock per unirsi al college di Texas Tech – lo stesso in cui giocherà anni dopo il compagno Davide Moretti – in cui inizierà a giocare dalla stagione 2012-2013. L'esperienza in divisa Red Raiders è positiva sebbene non capiti nel momento più florido dell'ateneo, il quale dopo numerose peripezie legate agli allenatori è ancora alla ricerca di stabilità e di record positivi utili per partecipare alla March Madness. Tuttavia le cifre sono in linea con le aspettative poste sul giocatore al suo arrivo: durante il junior year gioca 31 partite (di cui 28 nello starting five) registrando 9 punti, 5.1 rimbalzi e 1.3 stoppate in 21.5 minuti tirando con oltre il 50% dal campo; all'ultimo anno gioca lo stesso numero di partite da titolare mettendo a referto 7.3 punti – tirando con il 50% dal campo e quasi il 65% dalla lunetta – 4.6 rimbalzi e 1.3 stoppate in 21.2 minuti di impiego. Per chi esce da questa università non ci sono molte chance di essere scelti al Draft NBA ed infatti Dejan Kravic rimane undrafted, ma il suo stile di gioco unito a dei fondamentali interessanti non passano inosservati e da lì inizia il suo viaggio in giro per l'Europa. La sua prima squadra da professionista è il Rethymno nella città di Creta in Grecia, una compagine in cui senza infamia e senza lode si ritaglia un piccolo spazio; tuttavia è nella stagione successiva (2015-2016) che il serbo-canadese mostra il suo talento vestendo la casacca degli Heroes Den Bosch. Nei Paesi Bassi vince il suo primo trofeo alzando la Supercoppa d'Olanda, mentre in campionato registra 14 punti, 8.7 rimbalzi e 1.8 stoppate venendo selezionato per gli All-Star Game; si porta a casa anche la Coppa d'Olanda e nelle cinque gare disputate in FIBA Europe Cup si esalta con 18.8 punti, 11.2 rimbalzi e 2 stoppate di media in quasi 30 minuti sul parquet. Queste prestazioni convincono nuovamente il Rethymno a metterlo sotto contratto due anni.
La carriera di Kravic però stenta a decollare: dopo un solo anno lascia la squadra di Creta per accasarsi al Brussels Basketball in Belgio, ma il matrimonio dura un paio di partite e a novembre del 2017 ritorna in Grecia, questa volta sponda Panionios dove si ritaglia uno spazio da sesto uomo con cifre modeste lontane da ciò che realmente può esprimere come giocatore. La svolta arriva con la chiamata di Stefano Sacripanti alla Virtus Segafredo Bologna e qui il ruolo in uscita dalla panchina sembra cucito appositamente per un profilo come il suo: parte in quintetto solo tre volte nelle ventinove partite giocate, ma mette 10.9 punti, 5.8 rimbalzi e 1.2 stoppate in quasi 22 minuti di gioco; disputa e vince la Basketball Champions League ritagliandosi alcuni minuti nella finale segnando 4 punti e raccogliendo 5 rimbalzi. Il suo nome è richiesto ovunque, però è Obradoiro nell'estate del 2019 a strapparlo alla folta concorrenza e con la squadra di Santiago de Compostela segna 13.1 punti e 6.3 rimbalzi di media prima che la pandemia costringa le varie competizioni allo stop. Dejan inizia la stagione 2020-2021 con il San Pablo Burgos, tuttavia un'incredibile coincidenza lo porta a giocare la fase finale della BCL 2019-2020 (interrotta per il Covid-19 e ripresa nell'autunno del 2020) con il suo nuovo club: gli iberici vincono e Kravic diventa il secondo giocatore dopo Kevin Punter a vincere la competizione per due stagioni consecutive; la folle storia non finisce qui, poiché proprio nel 2021 riesce ad alzare il trofeo della Basketball Champions League per la terza volta di fila (primo in assoluto a riuscirci) e successivamente vincere la FIBA Intercontinental Cup nella finalissima contro gli argentini del Quimsa (82-73). In Spagna rimane fino al termine della stagione 2021-2022 giocando ancora qualche mese con Burgos – costretta a smantellare l'intero gruppo per guai societari – e passando all'Unicaja Malaga alla fine di gennaio con cui registra 6.7 punti e 5.9 rimbalzi, senza però ottenere grandi soddisfazioni prima di firmare con la Carpegna Prosciutto Pesaro nell'agosto 2022.
La sua dote principale è occupare il pitturato con efficacia, là dove trova il numero più alto di soluzioni a canestro facendosi servire dai compagni sia con lob pass sia con semplici palloni da appoggiare nella retina. Abile nel pick and roll non solamente come rollante, ma anche come passatore ed è sullo short roll che si può notare una visione di gioco sopra la media per un lungo del suo tipo; inoltre, il suo ruolo di bloccante giova particolarmente ai tiratori che si trovano spesso e volentieri in condizioni di aggirarlo e stracciare la retina o hanno la possibilità di prendersi il tempo per crearsi una soluzione dal palleggio. In post basso è praticamente un mismatch vivente e la sua capacità nel ruotare sul perno in maniera rapida ed elegante gli permette di mandare fuori giri il suo marcatore; infine si sta dimostrando un eccellente rimbalzista offensivo, questo garantisce dunque seconde chance alla squadra e un'occasione per i compagni di farsi trovare pronti sugli scarichi. Non avendo grandi doti come difensore perimetrale, Kravic si affida ai suoi centimetri e alle lunghe braccia per coprire l'area rendendo complicate le penetrazioni nel traffico agli avversari; tuttavia, la sua velocità nel capire le situazioni di gioco gli permette rapidamente di colmare il gap creatosi dal suo allontanamento dal pitturato senza mettere in difficoltà la squadra. Giocatore esperto, vincente, leader dentro e fuori dal campo grazie al suo spirito di sacrificio e alla voglia di aiutare i più giovani. Alla corte di coach Jasmin Repesa è arrivato un profilo che sa attirare l'attenzione degli avversari e dare sicurezza ai compagni sia in fase difensiva sia in fase offensiva; non è un caso che Dejan Kravic sia uno dei più continui del nostro campionato, oltre ad uno dei migliori della Carpegna Prosciutto Pesaro.