Procede sempre più sulle ali dell’entusiasmo il cammino in campionato della Pallacanestro Trieste, squadra che domenica, con l’85-68 inflitto alla GeVi Napoli nel match valido per la diciassettesima giornata della Serie A UnipolSai 2022/23, ha allungato a quattro la propria striscia di vittorie consecutive nella prima lega nazionale.
Qui la formazione giuliana, capace di invertire nettamente la rotta dopo un avvio di stagione con sei sconfitte nelle prime otto giornate, attualmente occupa la settima piazza in coabitazione con Happy Casa Brindisi, Umana Reyer Venezia e Banco di Sardegna Sassari, una collocazione questa che il club del nuovo presidente Richard De Meo si è guadagnato di forza facendo ricorso a tutto il carattere e il talento insiti nel roster biancorosso.
All’interno di quest’ultimo, fra coloro che maggiormente hanno contribuito a dar vita al recente filone di vittorie e che più sono riusciti a mettersi in luce, va certamente menzionato il nome di Skylar Spencer, centro classe 1994 da fine dicembre salito decisamente di colpi.
Costui, alla sua prima stagione in Italia dopo le esperienze con Guaros (Venezuela), Steaua Bucarest (Romania), Prienai (Lituania), Kauhajoki (Finlandia), Mons-Hainaut (Belgio) e Astana (Kazakistan), nelle ultime sei giornate infatti ha messo assieme prestazioni di assoluto valore che gli hanno consentito di viaggiare a 11.8 punti, 11.1 rimbalzi, 1.1 stoppate di media col 76.5% al tiro da due punti, numeri questi che chiaramente hanno inciso sull’andamento e sugli esiti delle più recenti uscite di Trieste.
Per conoscerlo un po’ meglio e addentrarci nel momento che si sta vivendo in casa biancorossa, questa settimana abbiamo deciso di rivolgere a lui le nostre “5 domande”.
Nelle ultime sei gare avete ottenuto cinque vittorie e tu in particolare hai alzato il tuo rendimento mettendo a referto cinque doppie doppie: cosa è cambiato rispetto alla prima parte di stagione?
Credo che la nostra chimica di squadra sia andata consolidandosi e con essa anch’io ho potuto sfruttare maggiori opportunità per segnare, cambiare mentalità, essere più aggressivo e aiutare maggiormente la squadra. Penso quindi che questo sia un momento della stagione in cui tutti i pezzi stanno andando al loro posto al momento giusto e ciò si sta traducendo in risultati positivi.
Che tipo di allenatore è coach Legovich? Cosa ti chiede più spesso? Stai apprezzando la città di Trieste?
Vuole che tutti diano il massimo e ci esorta davvero ad essere duri e ad allenarci facendo tutte le cose a modo. Fidandoci di lui e l'uno dell'altro come squadra, alla fine potremo accettare qualunque risultato otterremo. La città? Mi piace, si respira una bella atmosfera. Non è troppo grande, ha una dimensione perfetta per me e apprezzo molto il fatto di poter stare vicino all'acqua.
Romania, Lituania, Finlandia, Belgio, Kazakistan e ora Italia: dove hai vissuto il momento più bello e quello più complicato?
Il momento migliore probabilmente l’ho vissuto in Belgio. Quello è stato un anno davvero positivo. Era la stagione successiva allo scoppio della pandemia e avevamo una squadra parecchio buona. Abbiamo giocato la FIBA Europe Cup arrivando quasi fino a giocarci il titolo, mentre in campionato abbiamo raggiunto la finale prima di cedere il passo la squadra più attrezzata. Alla fine è stata un’annata abbastanza buona, sia per me che per la squadra. Il momento più difficile? Probabilmente in Kazakistan. Il paese di per sé è bello ma l'anno scorso c’erano un sacco di cose a livello politico che avevano a che fare con la situazione Russia che io non potevo controllare. In più la gente del posto stava portando avanti le proprie proteste e ciò ha finito per incidere sui nostri viaggi e le partite. Inoltre, il nostro allenatore è stato licenziato e abbiamo perso alcuni giocatori strada facendo... Quindi, lontano dal parquet, direi che ci sono state parecchie cose difficili.
Qual è il tuo rapporto con il freddo? Sei stato in posti dove il clima è solitamente molto rigido come Lituania, Finlandia, Kazakistan, e anche Trieste, soprattutto nei giorni in cui soffia la Bora, può essere decisamente fredda: hai ormai sviluppato una buona tolleranza?
Direi di sì. Sono stato in posti molto freddi come, appunto, il Kazakistan dove uno degli aspetti più complicati è stato proprio il clima. L'anno scorso c'erano -20°G e venti più forti della Bora. In un certo senso ho già avuto modo di rapportarmi con questi fattori climatici quindi al momento il meteo che c’è qui a Trieste non è così male.
Come va con il tuo blog? Da dove è nata l'idea e come hai coltivato la passione per la scrittura?
All'inizio avevo un podcast, ma era difficile mantenerlo attivo assieme al mio co-conduttore perché avevamo orari poco conciliabili dato che anche lui giocava all'estero e dunque vivevamo con fusi orari diversi. La scrittura è sempre stato un qualcosa in cui sono stato bravo da ragazzo, ma non mi ci sono mai cimentato per mio conto, solo per la scuola. Così ho fatto un tentativo e alla fine ha scoperto avere un effetto terapeutico su di me perché mi ha permesso di sfogare i miei pensieri e le mie idee. Perciò, una volta iniziato, non mi sono più fermato. Finora direi che il progetto è andato discretamente bene. Sono riuscito a far scrivere alcuni giocatori e ne ho ancora molti altri interessati. Quindi è qualcosa che voglio assolutamente portare avanti nel corso degli anni ed è questo principalmente il mio hobby preferito.
Redazione: Golden Flamingo