Tra le ragioni che hanno consentito alla GeVi Napoli, attualmente quattordicesima in Serie A con un bottino di 14 punti, di ottenere uno score di tre vittorie e due sconfitte nelle ultime cinque uscite in campionato vi sono sia il fattore PalaBarbuto che la crescita di rendimento di David Michineau.
Sul parquet di casa infatti, dall’8 gennaio 2023, la formazione partenopea non ha mai perso e ciò le ha permesso di incamerare (sei) importanti punti in ottica salvezza, un bottino questo per il quale il giocatore francese ex Limoges ha dato il suo contributo in maniera molto concreta alzando il livello delle proprie prestazioni.
In particolare, dalla prima gara tra le mura amiche del nuovo anno contro l’Olimpia Milano, Michineau ha avviato una serie di cinque gare consecutive in doppia cifra durante le quali egli è riuscito a mettere a segno i propri massimi stagionali in quasi tutte le principali voci statistiche. Ciò, chiaramente, non solo ha permesso alla GeVi di migliorare il proprio andamento in campionato ma ha anche confermato come, dopo l’adattamento iniziale, il classe 1994 di Les Abimes abbia trovato la sua dimensione e capito come risultare utile alla causa napoletana.
Della scelta di sposare quest’ultima, come anche del livello della Serie A, della vittoria contro Scafati e del rapporto con la città di Napoli, abbiamo chiesto direttamente a lui nelle nostre “5 domande a ...” di questa settimana.
Domenica avete ottenuto una vittoria di peso in un match molto sentito: che emozione è stata vincere il derby contro Scafati? Che rapporto si è creato col pubblico napoletano in questi mesi?
È stata una grande vittoria per noi, l’atmosfera era pazzesca al PalaBarbuto. I tifosi sono sempre presenti e ci danno la giusta energia per lottare e ottenere i due punti.
Per la seconda volta quest’anno (e per la quinta negli ultimi sei incontri), domenica contro la Givova hai prodotto una gara da 21 o più punti confermando che ti stai trovando sempre più a tuo agio con la Serie A italiana: qual è il tuo giudizio sul livello di campionato? In cosa differisce da quello francese?
Sì, mi sento meglio e mi sto trovando sempre più a mio agio con la squadra e con la Serie A. Il livello di pallacanestro espresso è davvero buono. La differenza con il campionato francese credo sia che Oltralpe il torneo è più atletico e più veloce.
Dopo una carriera spesa in Francia, quest’anno hai deciso di valicare le Alpi: ci racconti come è avvenuta la scelta dell’Italia e di Napoli? Cosa ti ha convinto e spinto a firmare con la GeVi?
Volevo vivere una nuova esperienza dopo essere stato a lungo in Francia e credo che Napoli fosse la più adatta per me. Sono molto ambizioso e quando ho parlato con gli uomini della GeVi ho sentito da parte loro la stessa energia che avevo io. Quindi sono davvero contento di aver accettato questa sfida.
Sei approdato in una terra con grande cultura gastronomica: meglio la cucina francese o quella italiana?
Mi piace molto la cucina italiana ma resto con le specialità della Guadalupa. Sono le mie preferite. Adoro però la cultura di Napoli e mi piace che la gente abbia un’attitudine davvero molto positiva e sia orgogliosa della propria città. In questo mi ricorda un po’ la Guadalupa.
Che rapporto hai col paese dove sei nato? Sei molto legato alle tue origini?
Sono molto legato alla mia isola. È la mia casa, il posto dove sono cresciuto e dove sono nato. La mia famiglia e i miei amici vivono lì e quindi il mio cuore resta sicuramente laggiù.