Con i suoi 206 centimetri Tai Odiase, che sia in campo o fuori da esso, è difficile che passi inosservato. Sul parquet, in ogni caso, il centro della Germani Brescia non ruba l’occhio solo per la sua altezza ma, molto spesso, si guadagna attenzioni e riconoscimenti anche per i suoi voli al ferro e la sua presenza sotto i tabelloni, due armi queste con cui, giornata dopo giornata, si sta facendo conoscere sempre meglio dagli appassionati italiani.
Sono solo di poche settimane fa, gli occhi di quei tifosi che l’hanno visto alzare festante, la Coppa Italia. Il primo trofeo personale che il classe 1995 di Glenwood (visto in Europa le scorse stagioni con le maglie di Lenovo Tenerife, Lavrio, BG Gottingen e EWE Baskets Oldenburg) ha contribuito a conquistare producendo 6.7 punti e 3.7 rimbalzi di media.
In Serie A invece il miglior stoppatore della German BBL 2021/22 attualmente viaggia a 8.7 punti e 4.5 rimbalzi col 62% al tiro da due punti, numeri che ne fanno il quinto marcatore e il miglior rimbalzista di una compagine, quella bresciana, che con lui in vernice finora ha ottenuto otto vittorie in campionato, l’ultima delle quali, domenica contro Trieste, ha permesso alla rappresentativa biancoblù d’interrompere una striscia di sette sconfitte consecutive.
Del peso del successo ottenuto sui giuliani, come anche dell’affermazione in Coppa Italia, dei legami con l’Italia, del ruolo di padre e del suo stile di vita molto tranquillo, il prodotto di UIC ha discusso con noi nel consueto appuntamento con le “5 domande a ...” di questa settimana.
Domenica avete ottenuto la prima vittoria in Serie A dopo sette sconfitte consecutive: che periodo è stato questo per la squadra e come ne siete usciti?
Ovviamente non è divertente perdere, specialmente se hai obiettivi e aspettative importanti come le ha Brescia che è finita terza la scorsa stagione in campionato. Un principio generale, nel basket tanto nella vita, però è quello di non deprimersi troppo quando si è in un momento difficile e non esaltarsi troppo quando le cose vanno bene. Guarda noi ad esempio: abbiamo perso sei partite di fila, eravamo giù di morale ma siamo rimasti concentrati e abbiamo vinto la Coppa Italia, poi ci siamo galvanizzati e abbiamo fatto un passo indietro perdendo a Trento. Ci sono alti e bassi in una stagione, bisogna imparare a gestirli, sta a noi bilanciare gli uni e gli altri. Contro Trieste ci siamo ricompattati come squadra, sapevamo quanto valessimo come gruppo, quali fossero le nostre qualità e abbiamo lasciato che ciò venisse fuori e, senza pensare troppo, abbiamo vinto.
Nel frattempo, avete portato a casa la Coppa Italia battendo Milano, Pesaro e Bologna: come hai vissuto questa cavalcata? Che emozioni ha provato?
È difficile da spiegare perché era la prima volta che vincevo un titolo. Per la situazione in cui eravamo, è stato bello dimostrare i punti di forza del nostro gruppo ma, ancora prima, è stato incredibile conquistare un trofeo nelle circostanze in cui l'abbiamo fatto noi battendo quelle grandi squadre. Il cuore mi è battuto forte. Anche quando sono tornato in albergo dopo la partita due ore dopo, seduto sul letto e guardando il soffitto ho pensato: “Wow, ce l'abbiamo fatta veramente”. È davvero difficile da spiegare. È stata comunque una grande emozione soprattutto perché era la prima coppa per Brescia.
Su Instagram hai usato la didascalia “Sembra sempre impossibile finché non viene fatto” sotto la foto di te e della tua famiglia con il trofeo della Coppa Italia. Perché hai scelto questa caption?
Basta pensare al momento che stavamo attraversando: avevamo perso, non so, cinque, sei partite di fila in LBA, abbiamo approcciato il torneo come ottava testa di serie e credo nessuno immaginava che Brescia avrebbe battuto Milano al primo turno. Ho sentito persone anche dire che non avevamo alcuna chance e invece abbiamo vinto la Coppa. Penso che nessuno si sarebbe aspettato che avremmo battuto tre delle prime quattro squadre del campionato e che avremmo portato a casa il trofeo. Quella “caption” si riferiva a questo: “Sembra sempre impossibile finché non viene fatto”.
Hai origini nigeriane: che legame hai con il tuo Paese?
Io sono nato a Chicago ma entrambi i miei genitori vengono dalla Nigeria. Ci sono stato un paio di volte e conto di tornare presto. È molto difficile recarsi là durante l’offseason perché ho risorse limitate e anche allenarsi è complesso. Quindi non mi fa impazzire l’idea di star là per molto tempo senza poi riuscire ad allenarmi ma ho comunque intenzione di andarci a breve e sono in contatto con la mia famiglia. Curiosità: ho dei parenti che vivono a Padova, una zia che vive a Bologna, un cugino che è nato in Sicilia; quindi, c'è molta Italia nella mia famiglia! Anche per questo ora sto cercando di imparare la lingua. È abbastanza difficile ma sto cercando di farlo al meglio e il più velocemente possibile.
La cosa divertente è che quando mi sono fidanzato con la mia ragazza, (ora mia moglie) abbiamo fatto una “vision board” scrivendo gli obiettivi e i luoghi che volevamo visitare. Nel 2020 scrissi “Italia” senza sapere che avrei poi giocato qui. È pazzesco come si sia chiuso il cerchio.
Sei un giocatore di basket, ma prima di tutto un papà. Com’è indossare questi panni?
Il suo nome è Khaleigh! Essendo all'estero, non riesco a vedere molto mio figlio perché io sono qui mentre lui è a casa col resto della famiglia in America. Come papà il mio obiettivo principale è quello di concentrarmi sul lavoro affinchè la sua vita sia il più facile possibile e che lui possa diventare un bravo ragazzo. A febbraio era a Torino per la finale di Coppa Italia con mia moglie ed è stata una grande esperienza per lui: sono arrivati in macchina da Malpensa, hanno alloggiato in hotel e poi sono venuti direttamente alla partita. Lì, ha potuto vivere l'esperienza della conquista di un titolo.
Domanda extra sulla tua attività fuori dal campo: come è nata l'idea del vlog che tieni su Youtube? Come sta andando? Che progetti hai per svilupparlo in futuro?
Ultimamente sono stato piuttosto pigro a riguardo, ho avuto molte cose da fare durante la stagione, giocando in Eurocup e in LBA, ma dovrei riuscire comunque a pubblicare qualche video. Continuerò a fare vlog negli ultimi due mesi della stagione e ho anche organizzato qualcosa con il mio cameraman e creatore di contenuti quando tornerò a casa. In questo modo potrò continuare a postare contenuti non solo durante questa stagione ma anche nella prossima. Ho molti progetti per YouTube, devo solo metterli in atto, tirare fuori la telecamera e registrare, tutto qui.