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5 domande a ... Jeremy Senglin: “A Reggio ho portato me stesso, la Serie A è competitiva e divertente da giocare. Sono un discreto cuoco ma con le pulizie...”

Il numero 30 biancorosso è stato il capocannoniere dell’UNAHOTELS nell’ultima vittoria esterna conseguita a Trieste.

Jeremy Senglin in palleggio

Tre campionati e tre paesi diversi in meno di un anno. Il 19 marzo 2022 Jeremy Senglin concludeva la gara della 23ª giornata della LNB francese tra il suo Nanterre e Roanne con 10 punti a referto in 15 minuti e, soprattutto, un importante successo in trasferta per 98-91. 365 giorni dopo il prodotto di Weber State ha messo il suo zampino in un altro colpo esterno ma le sue cifre, nonché la squadra che ha trascinato al successo, sono decisamente diverse.

Da Oltralpe, infatti, il prodotto di Weber State, dopo una prima parte di stagione 2022/23 trascorsa in Spagna a Fuenlabrada, è giunto a Reggio Emilia, in Italia, alla corte di coach Sakota, ingaggiato col chiaro intento di dare nuova consistenza alle ambizioni salvezza dell’UNAHOTELS. In tale missione il classe 1995 di Kansas City, da gennaio protagonista nel massimo campionato nostrano, sta riuscendo con discreta fortuna visto che, viaggiando a 10.6 punti, 3.4 rimbalzi e 1.6 assist col 54.2% da tre, egli ha contribuito al conseguimento di tre vittorie in sette incontri disputati.

Le ultime due affermazioni in particolare sono arrivate una in fila all’altra prima, al PalaBigi, contro la GeVi e poi, in trasferta, contro Trieste, compagini queste contro le quali il ventisettenne playmaker ex Andorra, Ludwigsburg e Long Islands Nets ha messo a referto rispettivamente 14 e 16 punti aiutando concretamente la Reggiana a smuovere una classifica che ora la vede, seppur sempre all’ultimo posto, appaiata a Givova Scafati, Tezenis Verona e Napoli.

Per conquistare la permanenza nella categoria la strada da fare e le partite da provare a vincere sono ancora tante ma ciò non spaventa affatto il numero 30 biancorosso che, forte delle esperienze già vissute in Europa e della serenità datagli fuori dal campo dalla moglie e dalla figlia che lo stanno accompagnando in quest’avventura, cercherà di dare tutto per centrare l’obiettivo e concludere positivamente la stagione.

Di questo, di ciò che ha portato a Reggio, delle sue impressioni sulla Serie A e l’Italia, ma anche delle sue abilità ai fornelli e del suo rapporto con un altro giocatore arrivato nel Bel Paese a stagione in corso (Clevin Hannah di Scafati), egli ha parlato nelle nostre “5 domande a” di questa settimana.

Da quando sei arrivato a Reggio, avete ottenuto 3 delle vostre 7 vittorie totali in campionato: cosa hai portato all’UNAHOTELS?

Penso di aver portato me stesso, provando ad esser d’aiuto e scendendo in campo con leadership, energia, convinzione (quella di poter tirar fuori la squadra dalla situazione in cui era all'inizio della stagione), voglia di lottare, fiducia...tutti questi piccoli aspetti insomma.

Sei arrivato in Italia solo da due mesi ma cosa ti ha sorpreso di più della Serie A? E dell'Italia in generale che ne pensi?

Al momento non credo che nulla mi abbia sorpreso. Guardando la classifica e vedendo come le squadre fossero tutte vicine, ma anche conoscendo giocatori che in passato sono stati qui, sapevo che il campionato sarebbe stato competitivo e così è stato: è un torneo duro, bello e divertente da giocare. Dell'Italia in generale penso che la adoro, come la adora la mia famiglia. È davvero un bel posto, il cibo è ottimo, c’è un’ottima energia in giro e Reggio poi, per quanto sia un piccolo centro urbano, è simile a molte grandi città quindi è un posto ideale dove stare.

Non possiamo non chiederti qualcosa su Clevin Hannah. È stato tuo compagno di squadra ad Andorra dal 2019 al 2021 e all’inizio di questa stagione in Spagna, quindi siete arrivati entrambi in Italia a gennaio e tra due settimane vi ritroverete uno contro l’altro: che rapporto avete?

Per me è come un fratello maggiore. Da quando l'ho conosciuto, credo sia stato quasi tre o quattro anni fa, nel corso della carriera mi ha sempre aiutato. Siamo stati a lungo uno affianco all’altro, le nostre famiglie sono molto unite, quindi sarà bello rincontrarlo. Quest’anno eravamo assieme in Spagna, poi ci siamo separati per un po’, ora sarà davvero piacevole rivederlo. Quando scenderemo in campo l'uno contro l'altro, dato che sappiamo quanto sarà importante la partita per entrambi i nostri club, sicuramente ci daremo dentro ma alla fine lui resta uno di famiglia.

Abbiamo visto che hai una bambina. Parlaci di lei e di come ti trovi nelle vesti di padre.

Mia figlia ha tre anni e in un certo senso è proprio come me, soprattutto quando ero più giovane: ha molta energia, parla un sacco... essere suo padre e vederla alle partite mi fa star bene e sentire a mio agio. La cosa principale da sottolineare però è tutto ciò che fa mia moglie: essere padre con lei al fianco è più facile, rende il mio lavoro più semplice. Il mio compito con Alani (questo il nome di mia figlia) è solo quello di giocare con lei e scherzare un po’ quindi nulla di complicato per me. Ha la passione per il rosa che è il suo colore preferito: in casa stiamo dipingendo alcuni dei suoi muri così solo per lei.

Un tuo ricordo della tua esperienza cestistica al college?

Al college per due volte abbiamo vinto la nostra conference e disputato il torneo NCAA che ci ha permesso di partecipare alla March Madness. Quelle due cavalcate rappresentano certamente i ricordi migliori. La seconda in particolare, dove ho avuto un impatto maggiore rispetto alla prima in cui ero più giovane, è probabilmente uno dei momenti più belli che ho vissuto al college. La March Madness? Giocarla è una sensazione fantastica. Sei contento di esserci perché è il più grande palcoscenico del basket universitario anche se, ovviamente, si è molto nervosi e allo stesso tempo eccitati perché si gioca davanti a un pubblico davvero numeroso. Ogni volta che l’abbiamo affrontata, essendo il nostro un college mediamente importante, eravamo sempre underdog per cui sì, siamo certamente scesi in campo per vincere, ma soprattutto abbiamo cercato di goderci l'esperienza e divertirci. Alla fine, direi che è stato proprio un gran momento.

Come trascorri il suo tempo libero? Hai qualche hobby? In particolare, sappiamo che sei appassionato di cucina...

Più che altro passo il tempo a giocare con mia figlia che vuole sempre andare al parco, divertirsi con i suoi giocattoli e via dicendo. Cerco di godere appieno di questi momenti con lei e mia moglie. Quando torniamo a casa poi, passiamo molto tempo e ci ritroviamo con i parenti da cui siamo stati lontani durante la stagione e con gli amici. Dico sempre che è un hobby e in effetti mi ritengo un discreto cuoco ma ho un problema con il pulire quindi cerco di non cimentarmi troppo spesso perché non voglio dare a mia moglie anche questo peso. Devo proprio migliorare con le pulizie dopo aver usato la cucina. In ogni caso, sì, anche questo è un hobby. Cucina francese o italiana? Italiana, facile. Onestamente, è più difficile scegliere tra quella spagnola e quella italiana ma probabilmente sceglierei ancora la vostra perché, ad esempio, qui a Reggio non abbiamo ancora mai mangiato male quindi è davvero un posto eccellente a livello gastronomico.

 

Redazione: Golden Flamingo

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