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La scheda – Drew Crawford, un passato da MVP e un presente da leader della Dolomiti Energia Trentino

Il nativo di Naperville vuole tornare a far volare lontana l'Aquila

Un posato Andrew Drew Crawford

È una giornata d'autunno come le altre in una cittadina a poco meno di cinquanta chilometri da Chicago: umida e ventosa come solo la 'Windy City' sa essere, ma per i coniugi Crawford quel 18 ottobre è decisamente differente. Due settimane prima dell'inizio della regular season 1990-91 di NBA viene al mondo Andrew Eugene Crawford, un appunto non rilevante al fine della storia di chiunque altro futuro giocatore di pallacanestro ma non della sua. Suo padre è Dan Crawford, arbitro proprio della National Basketball Association che al termine di quella stagione vedrà Michael Jeffrey Jordan alzare il trofeo di Finals MVP dopo aver trascinato i Chicago Bulls verso il loro primo titolo. Con queste premesse, il futuro di 'Drew' è già scritto e lo si può leggere all'interno di una sfera a spicchi arancioni; ciò nonostante il giovane ragazzo vuole provare il basket insieme a tanti altri sport nella sua infanzia, fino al suo ingresso al liceo dove abbandona ogni altro fronzolo per dedicarsi totalmente a quella disciplina in cui sembra eccellere. Parte titolare in tutte le partite al suo secondo anno di high school, viene insignito del premio di DuPage Valley Conference Player of the Year e soprattutto inizia a fare le conoscenze che gli cambieranno la vita anche come giocatore. Grazie al lavoro del padre, il piccolo Crawford scambia qualche parola e qualche tiro con un giovanissimo LeBron James; tuttavia è Reggie Miller ad influenzarlo, ciò dunque lo spinge a diventare uno dei prospetti più interessanti della nazione nel ruolo di guardia tiratrice. Il suo approdo a Trento è stata la famosa ciliegina sulla torta all'interno di un gruppo che può contare su giovani giocatori di talento, ma ha anche bisogno di veterani con esperienza da vendere per essere competitivo su più fronti.

Dopo aver ottenuto i migliori voti a scuola nel periodo delle superiori e una valutazione di tre stelle dagli scout, Crawford accetta la corte di Northwestern per potersi mettere in mostra con l'ottica di entrare in NBA da lì a qualche anno. La sua stagione da freshman con i Wildcats è più che positiva nonostante l'ateneo non conquisti l'accesso al torneo nazionale (e non ci riuscirà fino al 2017, una prima volta storica); 'Drew' viene premiato dai media come 'Big Ten Freshman of the Year' e viene inserito nel Big Ten All-Freshman Team all'unanimità grazie ai suoi 10 punti e oltre 4 rimbalzi di media partendo sempre nel quintetto. Ai miglioramenti sul parquet si uniscono le capacità tra i banchi di scuola e il classe 1990 – al suo secondo anno da studente collegiale – è parte della lista formata da quaranta atleti meritevoli a livello accademico, una menzione per quegli sportivi capaci di sapersi “esaltare” sia nella propria disciplina di riferimento sia con i libri. L'anno da junior segna la crescita totale di Andrew Crawford come giocatore di pallacanestro: segna 16.1 punti a partita tirando con il 48% dal campo e il 41% da tre, raccoglie 4.7 rimbalzi e recupera 1.2 palloni in 34.6 minuti di gioco; al termine di quella stagione – oltre ad ottenere il riconoscimento nel Third Team All-Big Ten – viene selezionato nel Second Team Academic All-American, l'ennesima dimostrazione delle sue capacità come studente-atleta. Tutto questo fa presagire un senior year da favola, poiché il nativo di Naperville viene inserito in una lista di candidati per il ' Senior CLASS Award', ovvero un premio dato a tutti quegli studenti che si trovano al termine della loro carriera collegiale e che si sono distinti in entrambi i loro campi. Tuttavia, un brutto problema alla spalla destra lo costringe a sottoporsi ad un intervento e quindi a perdere quasi per intero la sua ultima stagione. Questo motivo spinge Crawford a tornare per un quinto ed ultimo anno a Northwestern che chiude con 15.7 punti e 6.4 rimbalzi di media a partita ottenendo i riconoscimenti di Third Team All-Big Ten e First Team Academic All-American.

Dopo cinque anni di college e un infortunio alla spalla la NBA non chiama, ma Andrew non si sconforta e riesce a strappare un contratto con gli Erie BayHawks, squadra militante nella NBA Development League. Il suo debutto è positivo, così come lo saranno le cinquanta partite totali disputate: Crawford segna 16 punti e 6 rimbalzi di media, tira con il 48% dal campo e il 35.5% da oltre l'arco; in estate riprova l'esperienza della Summer League con gli Orlando Magic, tuttavia il suo destino dice che lo aspetta un viaggio oltreoceano. La sua prima esperienza è con gli israeliani del Bnei Herzliya dove tiene medie in linea con quelle già ottenuto al college e nella sua esperienza nella lega di sviluppo; alle porte dell'estate 2016 si aggrega ad una compagine del campionato filippino salvo poi lasciarla per inseguire ancora il sogno NBA attraverso la Summer League. Proprio il 2016 sembra l'anno buono per il debutto nella Lega americana, poiché 'Drew' firma con i Toronto Raptors al termine del torneo estivo, ma dopo sette partite di pre-season non riesce ad entrare a far parte del roster finale. Nelle successive due stagioni gioca in Germania per il Ludwigsburg e fa ritorno in Israele disputando l'annata 2017-18 con il Maccabi Rishon LeZion. Spinto dalla voglia di giocare in un campionato più competitivo, il prodotto di Northwestern vola in Italia e approda a Cremona dove gioca la miglior pallacanestro della sua carriera. Con le sue giocate, con l'esperienza acquisita nel corso degli anni e con la guida di coach Meo Sacchetti, Andrew Eugene Crawford vince la Coppa Italia venendo premiato come MVP della competizione; successivamente chiude a 17.8 punti e 4.1 rimbalzi di media in campionato ottenendo l'ambito trofeo di MVP della stagione regolare ed infine riesce quasi nell'impresa di portare la Vanoli in finale Scudetto, fermata solamente dai futuri campioni d'Italia dell'Umana Reyer Venezia. La carriera del classe 1990 prosegue tra la Turchia (Gaziantep), il ritorno in Italia (Milano per giocare l'Eurolega ed in seguito Brescia) e la parentesi in Liga ACB (Andorra), prima di firmare con la Dolomiti Energia Trentino nell'agosto del 2022.

Drew Crawford palleggio

In un contesto come quello della squadra allenata da Emanuele Molin, la figura di Andrew Crawford è fondamentale per tre aspetti: la sua intelligenza, la sua esperienza e la sua capacità di segnare. All'interno di un roster in cui le bocche da fuoco principali sono rappresentate dal giovanissimo Matteo Spagnolo e da Diego Flaccadori, la guardia statunitense può sia fare da “chioccia” sia aiutare a portare via l'uomo in marcatura e lasciare tiri più facili al compagno. Nelle ultime tre gare il numero 22 trentino è partito in quintetto, ma la sua dimensione da sesto uomo nelle rotazioni ha giovato alla sua efficienza nelle conclusioni dal campo e da oltre l'arco. L'americano segna 11 punti di media tirando con il 45.8% da due con quasi 5 tentativi a partita e con il 41% da tre con quasi 4 tentativi a partita (miglior percentuale nelle sue tre stagioni in Serie A); inoltre le sue penetrazioni in area con conclusioni al ferro gli stanno facendo guadagnare 2.3 tiri liberi a partita che converte nel 76.1% dei casi. Il suo gioco nel tempo si è evoluto, ma il modo in cui studia l'avversario e la partita una volta entrato sul parquet è rimasto il medesimo: meticoloso nelle scelte da compiere, grazie alle sue capacità di palleggio sceglie il ritmo da utilizzare a seconda della fase offensiva proposta; ciò che più caratterizza la pallacanestro di Crawford è la sua abilità nell'assorbire i contatti e sebbene non sia il più atletico del campionato, il suo modo di attaccare il ferro diventa ugualmente un pericolo per l'avversario proprio grazie al telaio di cui dispone e per la possibilità di concludere con entrambe le mani. L'intelligenza cestistica del classe 1990 passa spesso dai suoi movimenti con e senza palla, dalle sue letture in difesa per raccogliere un rimbalzo in più o aiutare un compagno in marcatura. Andrew Crawford è il giocatore che tutti vorrebbero avere nel proprio roster quando la tua ambizione sogna di portarti lontano.

 

Redazione: Overtime - Storie a spicchi

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