Negli anni sessanta, a poco più di un'ora di distanza da Parigi, si decise di creare un nuovo agglomerato urbano che faiutasse a controllare il rapido sviluppo della capitale transalpina. In poco meno di dieci anni, per la precisione l'11 agosto 1972, nasceva Cergy-Pontoise che era composta da quindici comuni limitrofi alla zona e ne prendeva il nome dai due più importanti. Nel 1998, proprio in quella cittadina venne al mondo Adam Mokoka, figlio di genitori arrivati dalla Repubblica Democratica del Congo; il ragazzo cresce e si affeziona al suo luogo di nascita, porta con sé lo spirito dell'Africa ma si abitua ben presto al clima parigino. Il numero 95 indossato sul retro della divisa dell'Umana Reyer Venezia rappresenta il dipartimento di cui fa parte Pontoise; questo è il modo in cui l'ex giocatore degli Oklahoma City Blue rende omaggio alla sua città natale e con questo stesso attaccamento ha giocato la sua prima partita con gli orogranata. Al debutto nella nostra Serie A UnipolSai, Mokoka ha segnato 7 punti e collezionato 4 rimbalzi nella vittoria esterna sull'EA7 Emporio Armani Milano dando subito un forte segnale della sua identità. Lui che era già stato in Italia con la nazionale francese per un torneo giovanile, è pronto a far sognare i tifosi veneti e dare un contributo significativo alla lotta per un posto ai playoff. Si è dichiarato subito pronto a studiare l'ambiente dentro e fuori dal campo, vuole entrare al meglio nei meccanismi di coach Neven Spahija e trovare la giusta coesione con tutti i compagni per rendersi utile al cento per cento.
La carriera cestistica di Adam non è cominciata da piccolissimo, poiché fino all'età di 11 anni preferiva calciarlo il pallone, ma il richiamo della retina diviene man mano sempre più forte e lo costringe inesorabilmente a cambiare sport. All'età di 14 anni si trasferisce nel nord della Francia e viene “cresciuto” dalla Academy del Gravelines-Dunkerque; nonostante la madre non sia particolarmente d'accordo con le scelte del figlio, lo lascia partire per inseguire il suo sogno ma gli ricorda di doversi impegnare il doppio se l'obiettivo è quello di trasformare la pallacanestro in un lavoro vero e proprio. Nel 2015-16 fa il suo debutto tra i professionisti con la divisa del Gravelines-Dunkerque; l'anno successivo le partite disputate con i grandi diventano venti – di cui sette in FIBA Europe Cup – e la sua crescita sembra sempre più portarlo verso lidi più floridi. Al termine della stagione 2017-18 viene insignito del premio di miglior giovane della Pro A e l'estate seguente firma con il Mega Bemax di Belgrado per provare una nuova esperienza. Il talento è notevole: chiude la sua stagione in Serbia con 11.1 punti 3.8 rimbalzi, 3.7 assist e 1.3 recuperi di media nelle tre competizioni da lui disputate. Superati dunque i 20 anni, Adam Mokoka decide di dichiararsi eleggibile per il Draft NBA dove sembra poter essere scelto al secondo giro; tuttavia, il classe 1998 non viene selezionato da nessuna franchigia ma non tutti i mali vengono per nuocere e poco meno di un mese dopo i Chicago Bulls gli fanno firmare un two-way contract. Nella Lega americana disputerà un totale di 25 partite tra la stagione 2019-20 e la stagione 2020-21, però è nella Lega di sviluppo che si mette realmente in luce soprattutto con la squadra affiliata ai Bulls – i Windy City Bulls – con cui registra 10.9 punti, 5.7 rimbalzi, 3.3 assist e 1.3 recuperi di media in 31 partite.
Il poco spazio e le poche fortune ottenute con gli Austin Spurs – squadra della G-League affiliata a San Antonio – lo riportano nel suo paese natale, a pochi chilometri da casa. Il nativo di Cergy-Pontoise veste la divisa verde di Nanterre giocando al fianco di Thomas Wimbush (oggi in forza alla GeVi Napoli) e Jeremy Senglin (oggi con la UNAHOTELS Reggio Emilia); qui sembra poter essere il padrone del parquet e nonostante la squadra non abbia grandi obiettivi stagionali, Mokoka chiude il suo campionato con ottimi numeri. La compagine parigina disputa solo il campionato e proprio in quella Pro A che lo ha lanciato Adam registra 11.3 punti, 4.2 rimbalzi e 1.7 assist in 27.8 minuti di media nelle 25 partite giocate. Conclusa un'altra stagione a livelli elevati, il prodotto dell'Academy del Gravelines-Dunkerque ritorna negli Stati Uniti e nell'ottobre 2022 firma con gli Oklahoma City Thunder, i quali però lo tagliano tre giorni dopo. Successivamente, Adam Mokoka trova spazio nell'affiliata dei Thunder – gli Oklahoma City Blue – e gioca quella che fin ora è la sua miglior stagione oltreoceano. Prevalentemente utilizzato in uscita dalla panchina, come dimostrano le 20 presenze in quintetto sulle 31 partite giocate in totale, il classe 1998 mette a tabellino 13.4 punti di media tirando con il 46.3% dal campo, il 33% da tre e il 64.2% a cronometro fermo; ai numeri citati aggiunge 5.5 rimbalzi e 1.6 assist in 30 minuti di gioco, mostrando una maturità importante nella sua pallacanestro che spinge proprio l'Umana Reyer Venezia a chiamarlo in vista del finale di stagione.
Particolarmente dotato di atletismo ed esplosività, Adam Mokoka va a rinforzare il reparto esterni di coach Neven Spahija dando anche ulteriori soluzioni da valutare per il quintetto, soprattutto a partita in corso. Nella sua dimensione naturale, il parigino può essere sfruttato come 3&D grazie alla sua capacità di imprimere pressione sul portatore e colpire sapientemente da oltre l'arco; tuttavia è estremamente duttile, perciò può diventare anche uno dei terminali offensivi in transizione o servire i compagni liberi in campo aperto. Ha una struttura fisica di tutto rispetto, è veloce, agile e ha sviluppato una buona visione di gioco. Adam possiede lunghe braccia, è aggressivo sui due lati del campo e sa strappare facilmente il pallone dalle mani degli avversari o leggere con anticipo le linee di passaggio spezzando totalmente il flusso offensivo ostile. Pur non essendo un playmaker, ha confidenza con le sue capacità di palleggiatore, capisce i movimenti dettati dai compagni e può aprire spazi se necessario. Grazie alla sua fisicità e alla sua verticalità, Mokoka è anche un pericolo costante in entrambe le aree: nella propria può agire da rimbalzista e contribuire in maniera significativa creando problemi solo con la sua presenza; sull'altro versante sfrutta la sua abilità nell'assorbire i contatti – e quindi resistere alla pressione difensiva – controllando a dovere il proprio corpo e sfidando il traffico nel pitturato. In conclusione, il nuovo arrivato in casa Umana Reyer Venezia può certamente portare qualità nelle due fasi di gioco ed essere sfruttato come pedina per spaccare la partita o nei possessi finali per difendere un vantaggio.
Redazione: Overtime - Storie a Spicchi