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LBA Under 23 - Alessandro Chapelli: “Delle mie origini cubane tengo la loro vivacità e la loro cultura. La mia ispirazione? Kyrie Irving”

Alessandro Chapelli

Anno 1993 Stati Uniti, “His Airness” Michael Jeffrey Jordan vince il suo terzo titolo NBA con i Chicago Bulls battendo in finale a Gara 6 i Phoenix Suns. L’anno seguente, la leggenda americana si dedicò al baseball lasciando la pallacanestro, un duro colpo per il mondo a spicchi, ma non passerà troppo tempo per rivedere MJ sul parquet.

Anno 1993 Repubblica di Cuba, Laidel Chapelli un giovane cubano in forza nella squadra di Camagüey nel ruolo di esterno sta avviando una carriera decennale tra le fila della serie nazionale cubana prima di approdare nel campionato italiano.

Facendo un salto temporale di circa 30 anni, ci troviamo a conoscere il trait d'union di questa puntata di LBA – Under 23: Alessandro Chapelli. Classe 2004 nel ruolo di guardia è in forza all’Umana Reyer Venezia come aggregato della prima squadra ed è solo all’inizio di una carriera cestistica tutta da scrivere.

Chapelli è ragazzo di poche parole, ma fermo e deciso nel suo sogno: diventare un giocatore di pallacanestro. Nelle sue vene scorre l’Italia - paese d’origine - e l’allegria del popolo cubano, l’amore per la pallacanestro e quello sportivo ereditato dal papà il citato Laidel dell’intro ex giocatore e allenatore di baseball.

Anno 2022 Italia, siamo a Trieste e la primavera sta cominciando a bussare alle porte. Sul parquet sta per andare in scena il turno di campionato, l’Umana Reyer affronta l’Allianz Pallacanestro Trieste e Chapelli, che fino a quel momento guardava il campo dalla panchina dando supporto ai compagni più esperti, viene chiamato da coach De Raffaele ad entrare sul parquet. I veneti vinceranno 65 – 78 contro i giuliani e Alessandro oltre che la vittoria porterà a casa sensazioni indimenticabili e 1 libero realizzato. Nella testa di Chapelli c’è anche un esordio in Eurocup dove gli avversari, abituati a sfidarsi ai massimi livelli sono un’ottima scuola per farsi le ossa. Da non sottovalutare gli allenamenti con la prima squadra, i punti di riferimento del mondo basket e alla domanda su quale giocatore sceglierebbe in una sfida 1vs1, Chapelli punta in alto; perché si sa che solo i migliori ti insegnano a crescere.

“La sensazione dell’esordio contro Trieste è stato un momento inaspettato o meglio sapevo sarebbe successo, ma finché il coach non chiama il tuo nome non ci credi. Contro Trieste è stato un esordio “più” rilassato, gli avversari li conoscevo avendoli già visti in molte partite, mentre nell’esordio in Eurocup ammetto che quando è successo li si, che mi sudavano le mani. Nella zona avversaria c’era un ragazzo mio coetaneo (Juan Núñez uno dei migliori prospetti internazionali, ndr) ed ho pensato se può farlo lui posso farlo anche io.
Uso gli allenamenti con la prima squadra per migliorare cercando di dare il mille per mille, cerco di migliorare i miei “difetti” lavorando sul tiro e allenare la mano debole.
Nel mio ruolo non ho una guardia da cui prendo ispirazione, ma ci sono dei giocatori che mi piacciono più di altri: Kyrie Irving (guardia tiratrice dei Dallas Mavericks e medagliato con la nazionale americana, ndr), è il mio preferito. Mi fa davvero impazzire il suo ball handling.  Se potessi scegliere di sfidare un giocatore direi Milos Teodosic. Mi piace il suo gioco e le azioni che fa in campo, non credo di riuscirci ma vorrei provare a fermarlo”.

La chiacchierata con Alessandro ci riporta ad un altro esordio, quello di papà con il baseball e con l’Italia dove è continuata la sua carriera e i primi passi del piccolo Chapelli nel mondo a spicchi. Due sport così diversi uniti dall’oggetto principale: la palla, grande quella da basket e piccola quella da baseball e dalla comune voglia di vincere.

“Se conosco Laidel Chapelli? È mio padre! (ride, ndr) Papà ha iniziato a giocare a baseball a Cuba dove, tra l’altro, ha conosciuto anche mia madre. A Cuba ha giocato parecchi anni anche per la nazionale, dopo di che è venuto in Italia girando un po’ di città, tra cui Rimini, Parma e Padova dove ora viviamo e da qualche anno ha smesso di giocare perché ormai vecchio e si è messo ad allenare. Di cubano c’è poco in me ma ciò che mi piace del popolo cubano è che sono sempre allegri, attivi e sono sempre simpatici. Mi piace molto la musica latino-americana e la salsa, influenza di mio papà.  Al basket sono arrivato tramite gli amici di papà: i loro figli giocavano a basket così ho voluto seguirli, in più mio fratello Sammy gioca a basket, insomma, tutto è stato ricollegato”.

Chapelli oltre a confrontarsi contro i grandi campioni della Serie A si allena con i compagni dell’Under19 con cui ha disputato i due concentramenti della IBSA Next Gen Cup tappa di Pesaro e Trento, posizionandosi al quarto posto e staccando il pass per la finale di Napoli. I giovani leoni sono stati sconfitti dalla Carpegna Prosciutto Papalini Pesaro ai quarti di finale per 66 – 57. Le sconfitte a questi livelli insegnano che si può sempre migliorare ripartendo col piede giusto.

“Le esperienze con la prima squadra cerco di riportarle ai compagni più giovani a cui vorrei trasmettere più insegnamenti possibili e portare un esempio positivo. Al gruppo dei miei coetanei nei momenti di difficoltà cerco sempre di dare il mio supporto”.

Insomma, un giovane prospetto che è pronto a caricarsi la Reyer sulle spalle da qui in avanti. Il futuro è dalla sua e in un club con fondamenta solide di questo tipo, la strada intrapresa è sicuramente quella giusta.

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