La trasferta più “lunga” del Montepaschi ed il riferimento non è certo per la distanza chilometrica, è iniziata domenica con il trasferimento verso Roma, da qui la comitiva senese si è imbarcata alla volta di Israele, nella testa tanti pensieri per una tappa obbligata per Siena, necessaria per cercare di materializzare il sogno di una finale europea mai nemmeno sfiorata e la consapevolezza che mai in una situazione come quella in cui versa quella martoriata fascia mediorientale si sarebbe dovuto giocare una partita di basket.
Considerazioni che lasciano aperti tanti dubbi, con una federazione internazionale sorda anche ai più elementari richiami al buon senso ed una federazione italiana che solo all’ultimissimo momento, quando forse non c’erano nemmeno più i tempi tecnici per effettuare cambi di sede, che ha invitato la FIBA allo spostamento della gara.
Meglio chiudere gli occhi e toccare veramente ferro o appellarsi a chissà chi, e in questo contesto dobbiamo registrare anche l’inutile e inaccettabile atteggiamento del club israeliano che ha tentato di spostare la gara dal Yad Eliyahu Sport Palace, sede abituale delle partite del Maccabi, impianto da oltre 10000 posti ad un altro non ben precisato palasport, con capienza di appena 1500 spettatori, con il chiaro intento di creare un ambiente oltremodo difficile, dove creare i presupposti per una rimonta per certi versi impossibile.
A fronte della conferma della disponibilità dell’impianto del Maccabi, ovviamente la società senese si è mossa nei confronti della FIBA, perché perlomeno non si verificasse questa ulteriore situazione di disagio e di sicura irregolarità.
Una trasferta quindi arricchitasi di un ulteriore colpo di scena, già ricca di tanta tensione e che ha visto il club senese affrontare un’infinità di problemi, dall’impossibilità di organizzare un volo charter, che avrebbe perlomeno permesso di accorciare i tempi di permanenza a Tel Aviv, alla mancanza di coperture assicurative per Israele.
In questo clima poi c’è ovviamente da considerare anche l’aspetto agonistico, che per assurdo è quello che regala i motivi di maggiore tranquillità, perché i 29 punti di vantaggio con i quali il Montepaschi ha chiuso la partita di andata sono una dote importante, a memoria ricordiamo uno storico recupero di Milano sull’Aris di Salonicco che aveva perso all’andata con un passivo simile a quello accusato dall’Hapoel, ma quella era la squadra di Peterson, con i vari D’Antoni, McAdoo, Meneghin e con tutto il rispetto Gerusalemme sembra tutt’altra cosa.
Sotto l’aspetto tecnico gli uomini di Ataman devono tenere sotto controllo i ritmi della gara, non accettare che la partita scenda su livelli agonistici estremi, guardare al vantaggio dell’andata, ma con moderazione, soprattutto non cercando di speculare troppo sul vantaggio accumulato; una cosa comunque rimane certa, Siena ha gli uomini e le capacità tecnico-tattiche per puntare anche alla vittoria sul campo israeliano e questo deve permettere un approccio alla gara non inquinato da nessun timore.
Dall’infermeria senese arrivano buone notizie sul conto di Topic, colpito nuovamente al naso durante la partita di campionato contro la Muller Verona, ma fortunatamente senza grosse conseguenze, anche Bulatovic ha seguito il resto del gruppo nella trasferta a Tel Aviv, le sue condizioni sono quelle che sono, ma all’occorrenza anche il centro jugoslavo cercherà di dare una mano.
Siena è in trepida attesa, la città attende l'ultimo lasciapassare per poi progettare l’"invasione" di Lione, ad Ataman ed ai suoi ragazzi, Siena chiede un ultimo sforzo per dare concretezza d un sogno.
Mauro Bindi
Considerazioni che lasciano aperti tanti dubbi, con una federazione internazionale sorda anche ai più elementari richiami al buon senso ed una federazione italiana che solo all’ultimissimo momento, quando forse non c’erano nemmeno più i tempi tecnici per effettuare cambi di sede, che ha invitato la FIBA allo spostamento della gara.
Meglio chiudere gli occhi e toccare veramente ferro o appellarsi a chissà chi, e in questo contesto dobbiamo registrare anche l’inutile e inaccettabile atteggiamento del club israeliano che ha tentato di spostare la gara dal Yad Eliyahu Sport Palace, sede abituale delle partite del Maccabi, impianto da oltre 10000 posti ad un altro non ben precisato palasport, con capienza di appena 1500 spettatori, con il chiaro intento di creare un ambiente oltremodo difficile, dove creare i presupposti per una rimonta per certi versi impossibile.
A fronte della conferma della disponibilità dell’impianto del Maccabi, ovviamente la società senese si è mossa nei confronti della FIBA, perché perlomeno non si verificasse questa ulteriore situazione di disagio e di sicura irregolarità.
Una trasferta quindi arricchitasi di un ulteriore colpo di scena, già ricca di tanta tensione e che ha visto il club senese affrontare un’infinità di problemi, dall’impossibilità di organizzare un volo charter, che avrebbe perlomeno permesso di accorciare i tempi di permanenza a Tel Aviv, alla mancanza di coperture assicurative per Israele.
In questo clima poi c’è ovviamente da considerare anche l’aspetto agonistico, che per assurdo è quello che regala i motivi di maggiore tranquillità, perché i 29 punti di vantaggio con i quali il Montepaschi ha chiuso la partita di andata sono una dote importante, a memoria ricordiamo uno storico recupero di Milano sull’Aris di Salonicco che aveva perso all’andata con un passivo simile a quello accusato dall’Hapoel, ma quella era la squadra di Peterson, con i vari D’Antoni, McAdoo, Meneghin e con tutto il rispetto Gerusalemme sembra tutt’altra cosa.
Sotto l’aspetto tecnico gli uomini di Ataman devono tenere sotto controllo i ritmi della gara, non accettare che la partita scenda su livelli agonistici estremi, guardare al vantaggio dell’andata, ma con moderazione, soprattutto non cercando di speculare troppo sul vantaggio accumulato; una cosa comunque rimane certa, Siena ha gli uomini e le capacità tecnico-tattiche per puntare anche alla vittoria sul campo israeliano e questo deve permettere un approccio alla gara non inquinato da nessun timore.
Dall’infermeria senese arrivano buone notizie sul conto di Topic, colpito nuovamente al naso durante la partita di campionato contro la Muller Verona, ma fortunatamente senza grosse conseguenze, anche Bulatovic ha seguito il resto del gruppo nella trasferta a Tel Aviv, le sue condizioni sono quelle che sono, ma all’occorrenza anche il centro jugoslavo cercherà di dare una mano.
Siena è in trepida attesa, la città attende l'ultimo lasciapassare per poi progettare l’"invasione" di Lione, ad Ataman ed ai suoi ragazzi, Siena chiede un ultimo sforzo per dare concretezza d un sogno.
Mauro Bindi