FABRIANO — Prima cinque vittorie in sei partite con il blitz di Trieste, la partite perfette con Kinder e Scavolini e l'unico «rovescio» maturato a Udine ai supplementari dopo una partita a lungo tenuta in pugno. Poi, d'improvviso, una contro-striscia di quattro cadute consecutive, due delle quali (Imola e Reggio Calabria in casa) con avversarie non proprio di primissimo rango, altre due (Cantù e Skipper fuori) con rivali «impossibili», ma maturate alzando bandiera bianca fin troppo presto. Il tutto, da un giorno all'altro, senza preavviso...
«Linea morbida». Dall'esaltazione alla frustrazione (o comunque al ridimensionamento), il passaggio si è compiuto tanto, troppo in fretta. «Proprio per questo non mi sembra il caso di esagerare», spiega il presidente Biondi dopo la battuta d'arresto di domenica scorsa sul parquet della Skipper capolista. «Sappiamo tutti quanto hanno inciso sugli equilibri di squadra gli infortuni contemporanei di Washington e Bonsignori e quanto determinate siano le formazioni, dai noi affrontate in questo periodo, in piena corsa per salvarsi. No, non vedo proprio il motivo di prendere provvedimenti drastici dopo un torneo condotto con grande determinazione e con il conforto dei risultati. Magari mi impegnerò a stare più vicino alla squadra e farmi vedere di più al palas, per far capire ai giocatori quando il sottoscritto e la dirigenza tutta tengano a entrare nei play-off. Ribadisco, pagare il premio aggiuntivo alla squadra non è un problema, perchè anche gli sponsor hanno contratti legati ai risultati della formazione. E poi se si va ai play-off, si ottiene maggiore visibilità e magari qualche imprenditore o abbinamento si invoglierà ad avvicinarsi alla società...».
«Ci credo anch'io». Disamina tecnica che ricalca quella di coach Lasi, abbacchiato sì per come (non) si è giocato al PalaDozza, ma al tempo stesso deciso a rilanciare la sfida. «Vi pare che un debuttante come me al primo anno di massima serie non ci tenga ad approdare alla seconda fase? Per Maurizio Lasi, certo, ma soprattutto per ricambiare coi fatti questa città, che tanto mi ha dato come affetto e che soprattutto mi ha fornito la possibilità di avere una panchina di allenatore». Già, dirigenti e tecnico sulla stessa linea, ma i giocatori? I giocatori (che pure più volte avevano parlato di obiettivo play-off nelle dichiarazioni sulla stampa) non corrono il rischio di appagamento dopo una permanenza in massima serie acquisita con così largo anticipo? «Ve lo dico a cuore aperto», spiega Lasi. «Io nella testa degli atleti non posso entrarci. Sapete, di questi tempi si comincia sempre a parlare di mercato e magari qualche distrazione più o meno volontaria può scapparci. Ma personalmente sono convinto della professionalità di questo gruppo e della volontà collettiva di raggiungere un altro traguardo dopo la promozione della scorsa stagione e la salvezza già centrata in questo torneo».
Bonsignori out. Ieri sono ripresi gli allenamenti con Nicola Bonsignori ancora fuori causa per la distorsione alla caviglia. Il suo recupero andrà verificato nei prossimi giorni, ma pare improbabile la ripresa in tempo utile per la sfida di domenica a Verona. In Veneto ci saranno anche i tifosi che saliranno sul pullman offerto dal presidente per il quale le prenotazioni si ricevono fino a venerdì pomeriggio al Bar Piccadilly.
Alessandro Di Marco
«Linea morbida». Dall'esaltazione alla frustrazione (o comunque al ridimensionamento), il passaggio si è compiuto tanto, troppo in fretta. «Proprio per questo non mi sembra il caso di esagerare», spiega il presidente Biondi dopo la battuta d'arresto di domenica scorsa sul parquet della Skipper capolista. «Sappiamo tutti quanto hanno inciso sugli equilibri di squadra gli infortuni contemporanei di Washington e Bonsignori e quanto determinate siano le formazioni, dai noi affrontate in questo periodo, in piena corsa per salvarsi. No, non vedo proprio il motivo di prendere provvedimenti drastici dopo un torneo condotto con grande determinazione e con il conforto dei risultati. Magari mi impegnerò a stare più vicino alla squadra e farmi vedere di più al palas, per far capire ai giocatori quando il sottoscritto e la dirigenza tutta tengano a entrare nei play-off. Ribadisco, pagare il premio aggiuntivo alla squadra non è un problema, perchè anche gli sponsor hanno contratti legati ai risultati della formazione. E poi se si va ai play-off, si ottiene maggiore visibilità e magari qualche imprenditore o abbinamento si invoglierà ad avvicinarsi alla società...».
«Ci credo anch'io». Disamina tecnica che ricalca quella di coach Lasi, abbacchiato sì per come (non) si è giocato al PalaDozza, ma al tempo stesso deciso a rilanciare la sfida. «Vi pare che un debuttante come me al primo anno di massima serie non ci tenga ad approdare alla seconda fase? Per Maurizio Lasi, certo, ma soprattutto per ricambiare coi fatti questa città, che tanto mi ha dato come affetto e che soprattutto mi ha fornito la possibilità di avere una panchina di allenatore». Già, dirigenti e tecnico sulla stessa linea, ma i giocatori? I giocatori (che pure più volte avevano parlato di obiettivo play-off nelle dichiarazioni sulla stampa) non corrono il rischio di appagamento dopo una permanenza in massima serie acquisita con così largo anticipo? «Ve lo dico a cuore aperto», spiega Lasi. «Io nella testa degli atleti non posso entrarci. Sapete, di questi tempi si comincia sempre a parlare di mercato e magari qualche distrazione più o meno volontaria può scapparci. Ma personalmente sono convinto della professionalità di questo gruppo e della volontà collettiva di raggiungere un altro traguardo dopo la promozione della scorsa stagione e la salvezza già centrata in questo torneo».
Bonsignori out. Ieri sono ripresi gli allenamenti con Nicola Bonsignori ancora fuori causa per la distorsione alla caviglia. Il suo recupero andrà verificato nei prossimi giorni, ma pare improbabile la ripresa in tempo utile per la sfida di domenica a Verona. In Veneto ci saranno anche i tifosi che saliranno sul pullman offerto dal presidente per il quale le prenotazioni si ricevono fino a venerdì pomeriggio al Bar Piccadilly.
Alessandro Di Marco
Fonte: Il Resto del Carlino