TRIESTE - Il doppio di sconfitte rispetto alle vittorie. Il catastrofico ruolino di marcia di 5-10 collezionato nei primi quindici match del girone di ritorno non ha impedito alla Coop Trieste di salire sull’ottovolante della pallacanestro italiana. Con ben tre turni di anticipo la squadra di Pancotto ha conquistato il fattore campo nel primo turno dei play-off ai quali vengono ammesse le prime 12 formazioni. Le prime quattro passano direttamente ai «quarti», mentre negli «ottavi» la quinta ospita la dodicesima, la sesta l’undicesima, la settima la decima e l’ottava ospita la nona. In trasferta le rivincite, e di nuovo in casa le eventuali belle.
Trieste e Roma si contendono il settimo e l’ottavo posto. Entrambe hanno due partite casalinghe (la Coop con Avellino e Roseto, la Wurth con Cantù e Varese) e una in trasferta (la Coop a Livorno, la Wurth a Fabriano). Ora sono a pari punti, ma Roma ha il saldo canestri positivo per cui è favorita. Le loro sparring partner, cioè la nona e la decima, vanno cercate nel quintetto composto da Biella e Fabriano che ora si trovano immediatamente sotto in classifica, sebbene con ben sei lunghezze di scarto, ma che devono ancora entrambe fermarsi per il turno di riposo, Varese, Avellino e Roseto che le incalzano a due lunghezze di distanza.
Le due squadre che usciranno vincenti da questi due ottavi di finale troveranno poi nei quarti la prima e la seconda della regular season, pressochè certamente Benetton Treviso e Skipper Bologna. Una sfida di prestigio, da giocarsi sull’arco delle possibili cinque partite, ma partendo logicamente dal match in trasferta.
Nel corso di questa stagione, la Coop è salita già due volte sull’«ottovolante». Al termine del girone d’andata, attestandosi addirittura sulla sesta posizione, era entrata nelle magnifiche otto finaliste della Coppa Italia. Ora ha ricentrato l’obiettivo. Se dovesse farlo una terza volta, superando il primo turno dei play-off, potrebbe guadagnarsi anche un posto nelle Coppe europee.
Il rendimento di Trieste nel girone di ritorno è purtroppo da bassa classifica (5 vittorie e 10 sconfitte contro le 9 vittorie e 6 sconfitte racimolate a questo punto del girone d’andata). Al di là di quello che potrà essere l’eventuale rafforzamento della compagine societaria, saranno dunque solo le prossime partite che potranno suggerire alla dirigenza se tentare di conservare per l’anno prossimo l’asse portante di questa squadra o se compiere un’altra rivoluzione sul parquet. Va rilevato anche che, dopo la grave crisi tecnica dell’inizio del girone di ritorno, il pubblico (a fatica si raggiungono la 4 mila presenze al PalaTrieste) sta un po’ trascurando la squadra. Per un grande rush finale serve un sostegno più numeroso e rumoroso.
Silvio Maranzana
Trieste e Roma si contendono il settimo e l’ottavo posto. Entrambe hanno due partite casalinghe (la Coop con Avellino e Roseto, la Wurth con Cantù e Varese) e una in trasferta (la Coop a Livorno, la Wurth a Fabriano). Ora sono a pari punti, ma Roma ha il saldo canestri positivo per cui è favorita. Le loro sparring partner, cioè la nona e la decima, vanno cercate nel quintetto composto da Biella e Fabriano che ora si trovano immediatamente sotto in classifica, sebbene con ben sei lunghezze di scarto, ma che devono ancora entrambe fermarsi per il turno di riposo, Varese, Avellino e Roseto che le incalzano a due lunghezze di distanza.
Le due squadre che usciranno vincenti da questi due ottavi di finale troveranno poi nei quarti la prima e la seconda della regular season, pressochè certamente Benetton Treviso e Skipper Bologna. Una sfida di prestigio, da giocarsi sull’arco delle possibili cinque partite, ma partendo logicamente dal match in trasferta.
Nel corso di questa stagione, la Coop è salita già due volte sull’«ottovolante». Al termine del girone d’andata, attestandosi addirittura sulla sesta posizione, era entrata nelle magnifiche otto finaliste della Coppa Italia. Ora ha ricentrato l’obiettivo. Se dovesse farlo una terza volta, superando il primo turno dei play-off, potrebbe guadagnarsi anche un posto nelle Coppe europee.
Il rendimento di Trieste nel girone di ritorno è purtroppo da bassa classifica (5 vittorie e 10 sconfitte contro le 9 vittorie e 6 sconfitte racimolate a questo punto del girone d’andata). Al di là di quello che potrà essere l’eventuale rafforzamento della compagine societaria, saranno dunque solo le prossime partite che potranno suggerire alla dirigenza se tentare di conservare per l’anno prossimo l’asse portante di questa squadra o se compiere un’altra rivoluzione sul parquet. Va rilevato anche che, dopo la grave crisi tecnica dell’inizio del girone di ritorno, il pubblico (a fatica si raggiungono la 4 mila presenze al PalaTrieste) sta un po’ trascurando la squadra. Per un grande rush finale serve un sostegno più numeroso e rumoroso.
Silvio Maranzana