PESARO - Spiazzante. Di aggettivi per descrivere la Scavolini di quest’anno se ne sono spesi tanti, ma forse è questo quello che più sintetizza l’andamento schizofrenico dei campioni di Pesaro. La “slurpatona" di merendine Kinder sembra lontana anni luce, le tristi prestazioni di Cantù e Roma sono l’oggi. Eppure nelle ultime trasferte la squadra non aveva sfigurato. A Roma invece... «Si doveva vincere e il fatto di non esserci riusciti è la cosa più grave - commenta laconico il Dg Ario Costa - Purtroppo quest’anno ci è capitato più volte di lasciare punti per strada, anche con avversarie più deboli, come la Wurth di domenica, che non schierava nè Myers nè Handlogten. Ma per ulteriori spiegazioni vi rimando a più avanti, ho bisogno ancora di un po’ di tempo per studiare la situazione».
La matassa da sbrogliare, in effetti, è parecchio intricata. La Scavolini va a corrente alternata da mesi e l’andazzo non sembra migliorare più di tanto. Il problema principale, sotto le palpebre di tutti, è quello della discontinuità.
L’arcano è: riusciranno i nostri eroi a maturare entro la fine della stagione? La patata bollente ad Ario Costa: «Forse sono troppo ottimista, ma credo che le contromisure si possano ancora trovare. Anche se, è chiaro, dopo sei mesi di campionato certe cose dovrebbero essere acquisite. Sto cercando di capire...».
Altro tasto dolente: il rendimento delle guardie. «Sono stato un giocatore della Scavolini per 12 anni e vi assicuro che le prestazioni individuali passano in secondo piano rispetto a quelle di squadra. Quando vinci, lo fai tutti assieme e non si giudicano i reparti - taglia corto Costa».
Al solo sentire nominare la parola “stanchezza" il Dg perde la pazienza: «Non ne voglio nemmeno sentire parlare. Allora non dovremmo farci venire il mal di fegato per qualificarci per l’Eurolega...». A proposito: il prossimo anno niente Coppa? «La classifica non ci condanna ancora».
Ma se Cantù restasse là dove osano le aquile (in realtà le aquile biancoblù sono un po’ più su), i biancorossi si salverebbero solo con la vittoria dello scudetto. Un’impresa ardua a dir poco.
Domani intanto c’è la trasferta di Bologna (la gara - in programma alle 20,30 - non andrà in diretta tv), contro una Skipper che la Scavolini conosce come le sue tasche ma che, non per questo, sarà più malleabile.
La Fortitudo è la squadra numero uno in Italia? «La classifica dice questo - conclude Ario Costa - che è la più forte. Noi andremo là pensando di giocarci le nostre chances. A me piace ragionare così: finchè non c’è una croce sul nostro nome io mi ritengo vivo. Abbiamo ancora delle possibilità di strappare un posto per le Final Four». Vero, ma forse non basterebbe neppure vincere sempre. Di certo farlo sarebbe un segnale importante anche in chiave-campionato.
Ieri i pesaresi si sono allenati, ma Beric si è fermato prima della fine a causa di una contrattura muscolare, la cui entità sarà valutata in giornata.
Oggi si replica con una seduta al Bpa, partenza prevista per domani mattina.
L’Inferno Biancorosso sta raccogliendo le prenotazioni per la trasferta di domani a Bologna: si parte alle 18 dal Circolo City Sport. Info-line 0721/370206 (Bar Romeo).
Camilla Cataldo
La matassa da sbrogliare, in effetti, è parecchio intricata. La Scavolini va a corrente alternata da mesi e l’andazzo non sembra migliorare più di tanto. Il problema principale, sotto le palpebre di tutti, è quello della discontinuità.
L’arcano è: riusciranno i nostri eroi a maturare entro la fine della stagione? La patata bollente ad Ario Costa: «Forse sono troppo ottimista, ma credo che le contromisure si possano ancora trovare. Anche se, è chiaro, dopo sei mesi di campionato certe cose dovrebbero essere acquisite. Sto cercando di capire...».
Altro tasto dolente: il rendimento delle guardie. «Sono stato un giocatore della Scavolini per 12 anni e vi assicuro che le prestazioni individuali passano in secondo piano rispetto a quelle di squadra. Quando vinci, lo fai tutti assieme e non si giudicano i reparti - taglia corto Costa».
Al solo sentire nominare la parola “stanchezza" il Dg perde la pazienza: «Non ne voglio nemmeno sentire parlare. Allora non dovremmo farci venire il mal di fegato per qualificarci per l’Eurolega...». A proposito: il prossimo anno niente Coppa? «La classifica non ci condanna ancora».
Ma se Cantù restasse là dove osano le aquile (in realtà le aquile biancoblù sono un po’ più su), i biancorossi si salverebbero solo con la vittoria dello scudetto. Un’impresa ardua a dir poco.
Domani intanto c’è la trasferta di Bologna (la gara - in programma alle 20,30 - non andrà in diretta tv), contro una Skipper che la Scavolini conosce come le sue tasche ma che, non per questo, sarà più malleabile.
La Fortitudo è la squadra numero uno in Italia? «La classifica dice questo - conclude Ario Costa - che è la più forte. Noi andremo là pensando di giocarci le nostre chances. A me piace ragionare così: finchè non c’è una croce sul nostro nome io mi ritengo vivo. Abbiamo ancora delle possibilità di strappare un posto per le Final Four». Vero, ma forse non basterebbe neppure vincere sempre. Di certo farlo sarebbe un segnale importante anche in chiave-campionato.
Ieri i pesaresi si sono allenati, ma Beric si è fermato prima della fine a causa di una contrattura muscolare, la cui entità sarà valutata in giornata.
Oggi si replica con una seduta al Bpa, partenza prevista per domani mattina.
L’Inferno Biancorosso sta raccogliendo le prenotazioni per la trasferta di domani a Bologna: si parte alle 18 dal Circolo City Sport. Info-line 0721/370206 (Bar Romeo).
Camilla Cataldo