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Gigena e Pilla provano a risalire la corrente

Il tecnico: «Mai ricevuto simili contestazioni, l’unica soluzione è giocare meglio»

PESARO - Come stare male anche quando l’ultima cosa da fare sarebbe preoccuparsi. E’ una strana forma di masochismo quella dell’appassionato pesarese che, invece di rilassarsi (per il sesto posto ormai acquisito) e caricarsi (in vista dei play-off) si lacera di sofferenza per quello che non è (o che non ha). Perchè le partite calde si avvicinano sempre più e la squadra non dà grossi segnali di miglioramento. E allora queste giornate-cuscinetto tra la prima e la seconda fase di campionato diventano pesanti banchi di prova e l’occasione per esternare vivacemente e pesantemente le proprie perplessità, soprattutto nei confronti dell’allenatore. «Cosa ne penso? Sono molto concentrato sulla squadra - si corazza Stefano Pillastrini, oggetto anche di un dibattito “virtuale" sul forum - sul cercare di fare bene, che mi sembra l’unico modo sensato per portare la gente dalla nostra parte. Non mi era mai capitato di ricevere una tale contestazione, ma non spreco le energie a pensare a questo». Torniamo sulla gara vinta con Imola: «Sono contento di aver vinto, ma non dell’energia con cui abbiamo giocato. Non si trattava di una singola gara in cui potevamo tirare il fiato, il periodo che ci aspetta prima dei play-off è lungo e prima di tutto dobbiamo caricarci. Anche se qualcuno ha bisogno di recuperare...». Fisicamente come state? «Siamo in ripresa - conclude il coach - quello messo peggio è Traina, che ha una tracheite che va e viene». Riflettori su Silvio Gigena, un giocatore di cui ultimamente si sta tornando a parlare. Buon segno, no? «Certo - ammette l’argentino - sono soddisfatto perchè mi sento utile alla squadra in un momento in cui è bene essere in forma». Gran duello, il suo con Moltedo... «Questa volta non ci ha segnato 48 punti... Sappiamo che Juan è molto pericoloso, ha tanti tiri a disposizione e attacca sempre. L’importante comunque è che la Scavolini nel complesso abbia vinto la sua sfida». Il periodaccio del pubblico non la coinvolge - lei è sempre uno dei prediletti - ma la disturba? «Parlando con la gente, per strada, si discute dei nostri alti e bassi che a noi dispiacciono più che a chiunque altro. Personalmente sono convinto - l’ho capito dal primo momento in cui ho messo piede qui - che se dai il massimo le persone ti apprezzano». Come vede Beric e Johnson, i due più scontenti? «DeMarco, fra i due, è quello che sta meglio. Ha perso fiducia perchè gli sono usciti alcuni tiri e deve ritrovarsi in attacco. Misha deve riprendersi dall’infortunio e il tornare in forma dipende da lui ma anche da noi, che dobbiamo aiutarlo». Oggi si parte per Barcellona, per l’ultimo confronto europeo... «Volevamo arrivare a giocarci la qualificazione, ma non andremo là a fare i turisti. Anzi, spero proprio di poter dare una mano alla Benetton a qualificarsi... Comunque per noi l’Eurolega poteva chiudersi molto prima e invece siamo stati bravi a raddrizzare - con la vittoria a Bologna - una situazione drammatica».
Nell’ultima partita di Eurolega ancora una volta Blair ha vinto il ballottaggio con Johnson.
Camilla Cataldo
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