TRIESTE - Ma chi l’ha detto che le «bandiere» nello sport non sventolano più? Prendete Maric, capitano della Coop Nordest e per tutti, semplicemente Ivo. Anzi, come lo chiamano i tifosi, «Ivo-Ivo». Trentacinque anni appena compiuti (è nato a Zenica in Bosnia il 16 aprile 1967) ha totalizzato finora 106 presenze (3485 minuti, 33 a partita) ed è il giocatore in attività più rappresentativo della Pallacanestro Trieste nelle classifiche storiche della società. Maric è primo nella percentuale ai liberi (85,7 davanti a Bodiroga e Bertolotti), secondo negli assist e nei tiri da tre punti dietro Laezza e Middleton, quarto nelle palle recuperate dietro a Pilutti, Laezza e Middleton e quinto nei minuti giocati dietro a Tonut, Pilutti, Bertolotti e ancora Middleton.
Ma al di là dei numeri, ciò che colpisce del capitano, il cui cavallo di battaglia è l’ormai famosa frase «Dobro, dobrissimo», è la serietà con la quale affronta il suo lavoro e la serenità che trasmette sul parquet e fuori dal campo. Mai un atteggiamento sbagliato, mai una reazione oltre le righe. Una tranquillità contagiosa che gli ha consentito di guadagnarsi il rispetto e la stima di chi gli sta accanto. «È una presenza fondamentale per noi – dice di lui il presidente della Coop Roberto Cosolini – come uomo e come giocatore. Per l’attaccamento che dimostra a questa maglia lo considero ormai triestino a tutti gli effetti». «È un giocatore elettrizzante – aggiunge il giemme Mario Ghiacci –. Non lo conoscevo, ma sono contento di aver trovato un professionista eccezionale come lui». Chi lo conosce meglio, ovvero i suoi allenatori, ne traccia un profilo lusinghiero. «Ivo non è solo basket puro – spiega Cesare Pancotto –. È la dedizione, il collante dello spogliatoio, lo spirito che anima la squadra perché fa sempre qualcosa per gli altri e quello che non ha in altezza lo compensa, ampiamente, con il cuore». «Di Ivo si possono dire tante cose – aggiunge Furio Steffè –. Negli ultimi anni è quello che, in assoluto, ha interpretato il ruolo di play nella sua essenza, per intelligenza, capacità di gioco, professionalità e attaccamento. Un vero uomo squadra, un allenatore in campo».
Maric non si lascia coinvolgere dai complimenti. Pensa alla squadra e a un finale di stagione da vivere tutto d’un fiato per accaparrarsi la miglior posizione possibile nella griglia dei play-off. «Credo che chiudere la stagione all’ottavo o al settimo posto cambi davvero poco – il pensiero del capitano –. In questo momento dobbiamo pensare a giocare nel miglior modo possibile le ultime tre partite arrivando al massimo della forma ai play-off. La gara di domenica contro Avellino (PalaTrieste ore 18.15) è da vincere per forza. Noi lavoriamo per questo».
Tutto da gustare, intanto, il sondaggio che il sito internet «www.basketnet.it» sta proponendo ai tifosi chiedendo loro di votare il migliore e il peggior allenatore della stagione. Un sondaggio iniziato da poco che, l’aggiornamento è di martedì sera, vedeva Sacripanti (Cantù) primo davanti a Ataman (Siena) e Messina (Kinder Bologna). Cesare Pancotto è settimo a un solo voto da Ramagli (Biella). La maglia nera di questa speciale classifica? Secondo chi ha votato nessun dubbio: Pippo Faina tecnico di Milano.
Lorenzo Gatto
Ma al di là dei numeri, ciò che colpisce del capitano, il cui cavallo di battaglia è l’ormai famosa frase «Dobro, dobrissimo», è la serietà con la quale affronta il suo lavoro e la serenità che trasmette sul parquet e fuori dal campo. Mai un atteggiamento sbagliato, mai una reazione oltre le righe. Una tranquillità contagiosa che gli ha consentito di guadagnarsi il rispetto e la stima di chi gli sta accanto. «È una presenza fondamentale per noi – dice di lui il presidente della Coop Roberto Cosolini – come uomo e come giocatore. Per l’attaccamento che dimostra a questa maglia lo considero ormai triestino a tutti gli effetti». «È un giocatore elettrizzante – aggiunge il giemme Mario Ghiacci –. Non lo conoscevo, ma sono contento di aver trovato un professionista eccezionale come lui». Chi lo conosce meglio, ovvero i suoi allenatori, ne traccia un profilo lusinghiero. «Ivo non è solo basket puro – spiega Cesare Pancotto –. È la dedizione, il collante dello spogliatoio, lo spirito che anima la squadra perché fa sempre qualcosa per gli altri e quello che non ha in altezza lo compensa, ampiamente, con il cuore». «Di Ivo si possono dire tante cose – aggiunge Furio Steffè –. Negli ultimi anni è quello che, in assoluto, ha interpretato il ruolo di play nella sua essenza, per intelligenza, capacità di gioco, professionalità e attaccamento. Un vero uomo squadra, un allenatore in campo».
Maric non si lascia coinvolgere dai complimenti. Pensa alla squadra e a un finale di stagione da vivere tutto d’un fiato per accaparrarsi la miglior posizione possibile nella griglia dei play-off. «Credo che chiudere la stagione all’ottavo o al settimo posto cambi davvero poco – il pensiero del capitano –. In questo momento dobbiamo pensare a giocare nel miglior modo possibile le ultime tre partite arrivando al massimo della forma ai play-off. La gara di domenica contro Avellino (PalaTrieste ore 18.15) è da vincere per forza. Noi lavoriamo per questo».
Tutto da gustare, intanto, il sondaggio che il sito internet «www.basketnet.it» sta proponendo ai tifosi chiedendo loro di votare il migliore e il peggior allenatore della stagione. Un sondaggio iniziato da poco che, l’aggiornamento è di martedì sera, vedeva Sacripanti (Cantù) primo davanti a Ataman (Siena) e Messina (Kinder Bologna). Cesare Pancotto è settimo a un solo voto da Ramagli (Biella). La maglia nera di questa speciale classifica? Secondo chi ha votato nessun dubbio: Pippo Faina tecnico di Milano.
Lorenzo Gatto