La terza volta di Ettore Messina sulla panchina bianconera è una strada che parte in salita. Succede anche questo, non è la regola per la Virtus ma in un campionato di trappole tese devi aspettarti anche una caduta a Fabriano. Un po’ meno un passivo di 98 punti, sempre se porti quel nome glorioso e magari un po’ pesante sulle spalle, e se sulla difesa che morde hai confezionato il biglietto da visita degli ultimi immensi successi. Insomma, le trasferte marchigiane sono colpi pesanti che lasciano il segno, ma non hai tempo per leccarti le ferite se dietro l’angolo ce n’è una europea che non dà respiro. Domani ci si batte nella tana del Real Madrid, l’Ettore ritrovato si ritrova faccia a faccia con don Sergio Scariolo, tecnico che si è infilato da tempo nella stanza dei bottoni della più grande polisportiva di Spagna, tecnico ma anche (sempre più) dirigente nel mondo del baloncesto madrileno. Parlare di trasferta difficile è un eufemismo, farlo dopo i 98 di Fabriano è diritto di cronaca. Neppure Antoine Rigaudeau, voce tranquilla da capitano, fatica ad ammetterlo.
«Se guardiamo agli ultimi risultati è così. Niente da dire, è delicata e complicata. Domenica abbiamo concesso un centinaio di punti, e sono troppi per pensare di portare a casa una vittoria. Contro Fabriano non abbiamo difeso per quello che siamo, una grande squadra. Proprio così, siamo la Virtus e non possiamo subire canestri del genere».
A qualcuno sembra naturale rispolverare certi fantasmi. Kaunas, Pesaro. «Mi sembra un paragone un po’ forte, onestamente. Non è andata allo stesso modo, questa volta. Io ho fiducia in questo gruppo, sento che crescerà Abbiamo tante partite davanti. Compresa quella col Real».
Fiducia. Un concetto importante, di questi tempi. «Abbiamo avuto momenti difficili. L’anno scorso è andato tutto bene, perché si vinceva sempre. Ma quella è stata l’eccezione, non lo è il fatto che in questa stagione si perda qualche colpo. E poi, io ormai questo gruppo penso di conoscerlo. Quando sono arrivati i momenti decisivi ha sempre saputo ritrovarsi, sono certo che certe abitudini non le ha perdute. Sì, ho fiducia e lo ribadisco. In tutti: nei miei compagni, nello staff tecnico. Dobbiamo solo continuare a lavorare, cercare l’equilibrio che solo le ore in palestra possono aiutarti a trovare».
Anche il Real ha le sue gatte da pelare. In casa, le ha prese dall’Ural Great. «E quindi non potrà più permettersi passi falsi. I russi là sono passati, se ci riuscissimo anche noi sarebbe un passo molto importante. Lo ripeto, ritrovare la nostra difesa è importante: ci serve concretezza, ci serve intensità».
La battuta d’arresto di Fabriano, intanto, allontana la Kinder dalla vetta in campionato. Ma per Manu Ginobili i problemi sono altri. «Non mi preoccupa il divario in classifica, quanto il gioco che abbiamo espresso. Non è questione di gambe, ma di testa. Non possiamo cominciare a difendere quando gli altri sono già quindici punti sopra. È l’approccio che ci manca, dobbiamo entrare in campo più decisi, mostrando solidità».
Ieri Alessandro Abbio ha svolto un allenamento differenziato, e si è sottoposto a terapie dopo la brutta botta al bacino rimediata prima della partita di Fabriano. Sarà comunque nel gruppo a Madrid. E a dare la carica ai ragazzi di Messina ci saranno venticinque supporter del Gruppo Vincere, che partiranno domani per la Spagna.
BRUNAMONTI ALLA FESTA DI RIVA - È partito in macchina verso Cantù insieme a Marco Bonamico. E ieri sera anche Roberto Brunamonti è tornato in campo, insieme ai "ragazzi dell’83". Ci voleva una grande occasione per rivederli in campo tutti assieme: i quarant’anni di Antonello Riva sono l’occasione perfetta.
Marco Tarozzi
«Se guardiamo agli ultimi risultati è così. Niente da dire, è delicata e complicata. Domenica abbiamo concesso un centinaio di punti, e sono troppi per pensare di portare a casa una vittoria. Contro Fabriano non abbiamo difeso per quello che siamo, una grande squadra. Proprio così, siamo la Virtus e non possiamo subire canestri del genere».
A qualcuno sembra naturale rispolverare certi fantasmi. Kaunas, Pesaro. «Mi sembra un paragone un po’ forte, onestamente. Non è andata allo stesso modo, questa volta. Io ho fiducia in questo gruppo, sento che crescerà Abbiamo tante partite davanti. Compresa quella col Real».
Fiducia. Un concetto importante, di questi tempi. «Abbiamo avuto momenti difficili. L’anno scorso è andato tutto bene, perché si vinceva sempre. Ma quella è stata l’eccezione, non lo è il fatto che in questa stagione si perda qualche colpo. E poi, io ormai questo gruppo penso di conoscerlo. Quando sono arrivati i momenti decisivi ha sempre saputo ritrovarsi, sono certo che certe abitudini non le ha perdute. Sì, ho fiducia e lo ribadisco. In tutti: nei miei compagni, nello staff tecnico. Dobbiamo solo continuare a lavorare, cercare l’equilibrio che solo le ore in palestra possono aiutarti a trovare».
Anche il Real ha le sue gatte da pelare. In casa, le ha prese dall’Ural Great. «E quindi non potrà più permettersi passi falsi. I russi là sono passati, se ci riuscissimo anche noi sarebbe un passo molto importante. Lo ripeto, ritrovare la nostra difesa è importante: ci serve concretezza, ci serve intensità».
La battuta d’arresto di Fabriano, intanto, allontana la Kinder dalla vetta in campionato. Ma per Manu Ginobili i problemi sono altri. «Non mi preoccupa il divario in classifica, quanto il gioco che abbiamo espresso. Non è questione di gambe, ma di testa. Non possiamo cominciare a difendere quando gli altri sono già quindici punti sopra. È l’approccio che ci manca, dobbiamo entrare in campo più decisi, mostrando solidità».
Ieri Alessandro Abbio ha svolto un allenamento differenziato, e si è sottoposto a terapie dopo la brutta botta al bacino rimediata prima della partita di Fabriano. Sarà comunque nel gruppo a Madrid. E a dare la carica ai ragazzi di Messina ci saranno venticinque supporter del Gruppo Vincere, che partiranno domani per la Spagna.
BRUNAMONTI ALLA FESTA DI RIVA - È partito in macchina verso Cantù insieme a Marco Bonamico. E ieri sera anche Roberto Brunamonti è tornato in campo, insieme ai "ragazzi dell’83". Ci voleva una grande occasione per rivederli in campo tutti assieme: i quarant’anni di Antonello Riva sono l’occasione perfetta.
Marco Tarozzi
