Come vi avevamo anticipato ieri, Gian Piero Domenicali si dimetterà dalla carica di presidente dell'Andrea Costa. La notizia sarebbe dovuta trapelare solo al termine della stagione, dopo l'assemblea del 7 maggio, ma il diretto interessato non ha smentito, anzi. «E' vero — conferma Domenicali — dopo dodici anni di presidenza è giunto il momento di passare la mano, perché nell'Andrea Costa si creino le condizioni di fare un salto qualità. In più c'è il desiderio, da parte mia, di mettere a frutto l'esperienza maturata in questi anni nel campo del marketing e dell'organizzazione degli eventi».
Questa decisione non ha l'effetto di un fulime a ciel sereno, ma non era nemmeno scontata. Con Domenicali al timone l'Andrea Costa ha raggiunto vette mai toccate prima, conquistando addirittura l'Europa. Pensare di voltare pagina non è per niente semplice, ma Domenicali non tornerà sui propri passi. «Le mie dimissioni da presidente sono irrevocabili — continua — ma se l'Andrea Costa mi farà delle offerte differenti (riferendosi al ruolo, ndr) le valuterò. E' chiaro che questa società mi resterà per sempre nel cuore, io e mio figlio rimarremo soci e dodici anni così intensi non si cancellano. La mia priorità, comunque, è restare ad Imola, anche in altre società, ma se non sarà possibile sono pronto a fare anche a spostarmi: non andrò in pensione. La Lega? E' un'altra ipotesi molto interessante che prenderò in esame».
Oltre al desiderio di confrontarsi con un ruolo (parzialmente) differente, cosa ha spinto Domenicali a staccarsi dalla Fillattice? «Da quando sono presidente — rivela — non ci sono state stagioni 'leggere', in positivo e in negativo. O si puntava al vertice, come è accaduto in B1 e in A2, o si lottava per salvarsi. Poi è arrivata anche la fantastica promozione in A1, l'Europa, la difficoltà nel riconfermarsi. A livello mentale non è facile, anche perché oltre alla ricerca degli sponsor e dei soci, c'era da seguire il mercato, il personale, la squadra. Se non altro penso di aver portato ad Imola fior fiore di giocatori: da Burtt, ad Evans, ad Esposito, che resterà per sempre in cima alla mia lista, fino ad arrivare ad Heal. Senza dimenticare l'idea della pubblic company. Purtroppo, però, ci sono state anche alcune situazioni che non sono andate come speravo. Vedi il Progetto Romagna, che si è arenato, anche se ora l'unica formazione romagnola in serie A siamo noi... Senza contare l'impossibilità di tornare ad Imola e la mancanza di risorse. Per quest'ultimo motivo siamo stati costretti a risparmiare su tutto e questo ci ha portato a commettere degli errori. In ultimo la mancata unione fra Andrea Costa e Virtus. Sommando tutto si può comprendere il perché della mia decisione».
In attesa di capire quale sarà il suo futuro, Domenicali resta concentrato sull'obiettivo che più gli sta a cuore. «Avrei preferito non parlare adesso delle mie dimissioni — conclude — perché adesso bisogna pensare solo alla partita con Cantù. Io sono convinto che alla fine ci salveremo. Ho comunicate la mia decisione in anticipo, a prescindere dal risultato finale, per permettere alla società di fare le dovute riflessioni che sfoceranno nell'assemblea del sette maggio».
E, probabilmente, nella nomina di Fanti come nuovo presidente. Ma, per ora, è meglio pensare solo ed esclusivamente alla salvezza.
Federico Boschi
Buon test per la Fillattice che ieri ha disputato la seconda amichevole consecutiva e dopo Ozzano ha superato anche Castelmaggiore. La formazione di Mazzon si è imposta 94-84 aggiudicandosi tre parziali su quattro (21-23, 24-19, 23-19, 26-23). Unico assente Giovanni Savio.
Tabellini: Fazzi 2, Heal 10, Romboli 9, Gray 9, Ambrassa 3, Bailey 16, Respert 13, Moltedo 9, Williams 14, Loriga 9.
Questa decisione non ha l'effetto di un fulime a ciel sereno, ma non era nemmeno scontata. Con Domenicali al timone l'Andrea Costa ha raggiunto vette mai toccate prima, conquistando addirittura l'Europa. Pensare di voltare pagina non è per niente semplice, ma Domenicali non tornerà sui propri passi. «Le mie dimissioni da presidente sono irrevocabili — continua — ma se l'Andrea Costa mi farà delle offerte differenti (riferendosi al ruolo, ndr) le valuterò. E' chiaro che questa società mi resterà per sempre nel cuore, io e mio figlio rimarremo soci e dodici anni così intensi non si cancellano. La mia priorità, comunque, è restare ad Imola, anche in altre società, ma se non sarà possibile sono pronto a fare anche a spostarmi: non andrò in pensione. La Lega? E' un'altra ipotesi molto interessante che prenderò in esame».
Oltre al desiderio di confrontarsi con un ruolo (parzialmente) differente, cosa ha spinto Domenicali a staccarsi dalla Fillattice? «Da quando sono presidente — rivela — non ci sono state stagioni 'leggere', in positivo e in negativo. O si puntava al vertice, come è accaduto in B1 e in A2, o si lottava per salvarsi. Poi è arrivata anche la fantastica promozione in A1, l'Europa, la difficoltà nel riconfermarsi. A livello mentale non è facile, anche perché oltre alla ricerca degli sponsor e dei soci, c'era da seguire il mercato, il personale, la squadra. Se non altro penso di aver portato ad Imola fior fiore di giocatori: da Burtt, ad Evans, ad Esposito, che resterà per sempre in cima alla mia lista, fino ad arrivare ad Heal. Senza dimenticare l'idea della pubblic company. Purtroppo, però, ci sono state anche alcune situazioni che non sono andate come speravo. Vedi il Progetto Romagna, che si è arenato, anche se ora l'unica formazione romagnola in serie A siamo noi... Senza contare l'impossibilità di tornare ad Imola e la mancanza di risorse. Per quest'ultimo motivo siamo stati costretti a risparmiare su tutto e questo ci ha portato a commettere degli errori. In ultimo la mancata unione fra Andrea Costa e Virtus. Sommando tutto si può comprendere il perché della mia decisione».
In attesa di capire quale sarà il suo futuro, Domenicali resta concentrato sull'obiettivo che più gli sta a cuore. «Avrei preferito non parlare adesso delle mie dimissioni — conclude — perché adesso bisogna pensare solo alla partita con Cantù. Io sono convinto che alla fine ci salveremo. Ho comunicate la mia decisione in anticipo, a prescindere dal risultato finale, per permettere alla società di fare le dovute riflessioni che sfoceranno nell'assemblea del sette maggio».
E, probabilmente, nella nomina di Fanti come nuovo presidente. Ma, per ora, è meglio pensare solo ed esclusivamente alla salvezza.
Federico Boschi
Buon test per la Fillattice che ieri ha disputato la seconda amichevole consecutiva e dopo Ozzano ha superato anche Castelmaggiore. La formazione di Mazzon si è imposta 94-84 aggiudicandosi tre parziali su quattro (21-23, 24-19, 23-19, 26-23). Unico assente Giovanni Savio.
Tabellini: Fazzi 2, Heal 10, Romboli 9, Gray 9, Ambrassa 3, Bailey 16, Respert 13, Moltedo 9, Williams 14, Loriga 9.
Fonte: Il Resto del Carlino