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Il bilancio europeo della Scavolini

Zanca e Costa ripercorrono l'Eurolega: «Portiamo a casa i complimenti»

BARCELLONA — Si chiude con un grande avvenimento mediatico l'ultima gara della Scavolini nell'Eurolega: doppio collegamento, sia in Italia che in Spagna, con i due campi al centro della disputa (Barcellona e Bologna) dove erano impegnate, in contemporanea, tutte e quattro le formazioni. Tv-3 spagnola e Tele+ in Italia saltavano da un campo all'altro in un lungo minuto per minuto di questa corsa verso la finale di Bologna. Dentro l'avvenimento anche la Scavolini, arbitro del gioco, ma non protagonista.
Spente le luci del palasport «Blau grana» di Barcellona, Pesaro chiude la sua avventura nella manifestazione di pallacanestro più prestigiosa del continente. Ha disputato venti gare in totale la Scavolini, entrando nella crema delle prime 16 d'Europa: «Anche qui i dirigenti dell'Uleb e del Barcellona — dice il vicepresidente Lucio Zanca — ci hanno fatto i complimenti per la stagione che abbiamo fatto. Ed effettivamente, se uno pensa che abbiamo perso contro il Barcellona in casa di un punto e davanti ad appena 1700 spettatori, beh qualche rammarico c'è. Con una vittoria in più eravamo dritti a Bologna, dentro le finali».
Quei 1700 spettatori rimangono sul gozzo… «Sicuramente. Se uno pensa che il museo del Barcellona è visitato ogni anno da un milione di persone, ed è uno dei primi della Spagna, pinacoteche comprese, uno si rende conto da una parte del livello assoluto di quella gara ma dall'altra anche della fortuna che abbiamo a vivere questa realtà. Siamo e rappresentiamo una piccola città con un club però da tutti riconosciuto di altissimo livello. E la sconfitta di Treviso non giustifica…».
Chiude Lucio Zanca ed attacca Ario Costa: «Quel palazzo semivuoto nella partita d'andata ha suscitato anche la curiosità degli stessi dirigenti del Barcellona. E siamo stati lì a raccontare storie, che avevamo perso qui e poi là, e via dicendo».
Comunque una stagione di coppa positiva? «I bilanci preferirei farli a fine stagione mettendo insieme tutto — riprende Lucio Zanca —. Per quello che riguarda l'Eurolega siamo soddisfatti per come è andata. E ce lo dicono anche gli altri».
«Ottima questa esperienza — continua Ario Costa — tenendo conto che siamo capitati in due gironi equilibrati e difficili, con squadre molto forti come l'Aek e il Perm tanto per citarne due della prima fase. E in quest'ultimo girone, che vi sarebbe stato grande equilibrio, lo si era capito subito. I risultati lo hanno confermato: arrivo in volata».
La vittoria e il ricordo più bello di questa coppa? Ario Costa non ha dubbi: «Quella di Belgrado dove non avevamo mai vinto. Una vittoria di prestigio, che ci ha lanciato verso la seconda fase e poi colta davanti ad un pubblico eccezionale, una muraglia umana che prima della gara decretò Beric il suo idolo».
Maurizio Gennari
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