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Mario Boni: i muscoli del capitano

«Quando si perde e quando si vince è la squadra che lo fa»

ROSETO - "Guarda i muscoli del Capitano, tutti di plastica e di metano. Guardalo nella notte che viene, quanto sangue nelle vene ... Il Capitano non tiene mai paura, dritto sul cassero ...". L'inizio è quello di una canzone di Francesco De Gregori, l'immagine è quella di Mario Boni, alla fine della gara vinta in trasferta contro Imola. Al centro del campo il Capitano, con l'indice alzato puntato verso il gruppo dei fedelissimi "rosetani in tour". Dedica obbligata. 23 capitomboli esterni consecutivi sopportati dai tifosi biancoblù, ma alla fine quell'indice puntato in alto, verso "Spizzico" e gli altri, per testimoniare loro che Roseto è ancora viva e che, per dirla parafrasando Nanni Moretti e Ligabue insieme: "Lo splendido quarantenne Mario Boni sta ancora passando". 31 punti per Boni e un ultimo quarto da fulmini e saette. Il giorno dopo, il Capitano parla con la serenità del vincitore: «Era una partita importantissima da vincere, più di quella contro Cantù, visto che Imola è una squadra della nostra fascia in classifica. Perdere avrebbe significato per noi venire risucchiati in piena zona retrocessione, mentre aver vinto può significare aver messo un buon margine di distanza fra noi e loro». Mario gioisce ed esulta, ma non si sente l'unico vincitore della gara: «Quando si perde e quando si vince è la squadra che lo fa. Può esserci qualche giocatore più in forma degli altri e a me è capitato contro Imola. Devo dire, sinceramente, che stavo bene, nonostante le 4 gare in una settimana e che mi sentivo assolutamente padrone della situazione». Una vittoria tricolore, firmata anche da un altro italiano, Ruggiero. L'argomento è caro a SuperMario: «Sono contento, perchè abbiamo vinto con Antonello. Ero stimolato e motivato anche perchè lui si impegna molto e meritava di vincere, sul campo, una gara così importante». Dopo Imola, ancora trasferta, a Siena e poi in casa, contro Biella. SuperMario si appella ai tifosi e alla società: «Vorrei che i tifosi tornassero a gremire il palasport facendoci sentire tutto l'affetto di cui sono capaci. La Roseto che conosco è quella che sa trasmettere il proprio affetto dritto in mezzo al campo. Spero che la prossima gara casalinga sia una festa e che ci siano tanti spettatori, magari incoraggiati da un'iniziativa promozionale della Società. Siamo il simbolo dell'Abruzzo cestistico, non dobbiamo dimenticarlo».
Luca Maggitti
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