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Davolio, grande partita contro la Coop

Il play della Metis si è ricavato una nicchia da protagonista assoluto

Domenica scorsa, alla quinta tripla presa in faccia, Cesare Pancotto, coach della Coop Trieste, avrà pensato d'essere protagonista di un nuovo episodio di "Scherzi a parte".
Ma come, si sarà chiesto il tecnico marchigiano, questo Davolio, che non è quasi mai sceso sul parquet, proprio contro di noi doveva imbroccare la partita dell'anno ?
Il pensiero di Pancotto, e il sospetto di un refuso di stampa, sarà stato condiviso anche dai tanti che, lunedì mattina, leggendo il tabellino del match tra Varese e Trieste, hanno visto un bel 19 vicino al nome del play reggiano.
Invece, né scherzi, né errori di stampa, ma solo tanta, solida, realtà. Alessandro Davolio, nel momento più difficile e critico della stagione della Metis, si è ricavato una nicchia da protagonista assoluto e la sua prova, di gran lusso, verrà certamente ricordata negli annali della società di Via Sanvito Silvestro.
Finalmente un piccolo momento di felicità dopo un campionato che - dice Davolio -, sia alla squadra, sia al sottoscritto, ha regalato ben poche soddisfazioni. E' stata un'annata piena di tutti gli elementi "cattivi" che lo sport può riservare ad un gruppo. Tanta confusione, equivoci, scelte sbagliate, infortuni a raffica, cambi di guida tecnica, incomprensioni, episodi negativi, polemiche e chi più ne ha, più ne metta. Per fortuna, con il successo ottenuto contro Trieste, siamo riusciti ad evitare l'irreparabile, ma di sicuro nessuno esce a testa alta e con lo sguardo fiero dopo un'annata così travagliata.
- E Davolio, con che faccia di presenta di fronte al "giudizio dei posteri" ?
Con il volto rammaricato di uno che, durante l'anno, ha avuto ben poche occasioni per giocare, farsi vedere e dimostrare che non è esattamente il più brocco del bigoncio - commenta di botto Alessandro -. Da un certo punto del campionato in avanti, senza troppe spiegazioni, non ho più messo il piede in campo e, come tutti possono ben capire, in certe situazioni è difficile non solo mantenere il ritmo agonistico, ma anche la condizione psicologica. Le settimane sono corse via in maniera abbastanza frustrante e, anche se in minima parte, questo finale di campionato, mi ripaga degli sforzi, dei sacrifici e delle delusioni di un anno lungo e faticoso che, vale la pena di ricordarlo, per noi italiani (Conti, Vescovi, Zanus, Di Giuliomaria e, appunto, Davolio) è iniziato con il "famoso" ritiro in cinque giocatori in quel di Pila.
- Lo sport, però, spesso esercizio nobile, regala il tempo per le rivincite...
Non considero la gara contro Trieste una rivincita, semmai un'occasione in più per alimentare il disappunto. So di non essere un fenomeno, ma allo stesso tempo credo che la mia parte in questa Metis avrei potuto recitarla comunque. In modo più che dignitoso e con impegno. Come ho sempre fatto.
- Che cosa le è rimasto in gola e proprio non va né su, né giù ?
Gli spunti per discutere sono veramente molteplici, ma in sintesi, giusto per rimanere nell'ambito che più mi riguarda, potrei dire che le scelte effettuate non mi hanno mai convinto del tutto., Ad un certo punto della stagione siamo scesi in campo con quattro playmaker, mentre il buco nel ruolo di guardia, ben noto a tutti e presente fin dall'inizio della stagione, non è mai stato riempito. Tutto ciò nonostante i ripetuti cambi di allenatore....
- Con Beugnot lei ha riassaporato almeno il gusto del campo.
Vogliamo essere sinceri fino in fondo ? Adesso gioco un po' di più perché il "Poz" si è fatto male, altrimenti - sospira Davolio - avrei finito il campionato in tribuna. Tuttavia, riconfermo che Beugnot, a mio avviso, è un grande allenatore. E, vorrei anche far notare che la mia non è piaggeria perché avevo già espresso i miei apprezzamenti sul tecnico francese in tempi non sospetti quando, cioè, Beugnot mi spediva a far da spettatore. Il rimpianto semmai è un altro: non aver avuto Gregor fin dall'inizio dell'anno. Con lui alla guida sono sicurissimo che la Metis avrebbe disputato un campionato assolutamente eccellente perché Beugnot è proprio bravo e, se fossi io a poter decidere, lo riconfermerei ad occhi chiusi.
- A salvezza acquisita, col campionato agli sgoccioli s'inizia a guardare al futuro: quello suo e della squadra...
Non ho ancora parlato con la società, ma non è un mistero che mi piacerebbe rimanere a Varese. Ma ad una condizione: che si faccia partire un discorso tecnico che abbia un minimo di logica perché il ruolo di terzo, o quarto playmaker, non fa per me. Per quanto riguarda il gruppo dico che il sogno di raggiungere i playoff è lontano, ma non impossibile da realizzare. Nelle ultime trasferte abbiamo giocato bene e con un giocatore come Simon, se dovesse arrivare, un raid a Milano potrebbe essere fattibile. Un successo contro l'Adecco avrebbe l'effetto di riaprire tutti i giochi poi - conclude fiducioso Davolio -, contro Kinder e Roma, sarà bello giocarsela....
Massimo Turconi
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