IMOLA - Martedì 7 maggio. Segnatevi questa data, perché segnerà una svolta epocale nella storia dell’Andrea Costa. Quella sera infatti si riunirà l’assemblea dei soci, per eleggere un nuovo consiglio d’amministrazione e soprattutto un nuovo presidente. L’era Domenicali insomma si avvicina alla fine, dopo anni di successi, due promozioni, due partecipazioni alle Coppe Europee e soprattutto la scalata al vertice della pallacanestro italiana. Certo le sofferenze degli ultimi due campionati hanno pesato molto sulle decisione dell’Andrea Costa, nella quale è maturata la convinzione che fosse il momento giusto per cambiare qualcosa. Le perdite dello scorso campionato (1.500 milioni delle vecchie lire, ripianate dai soci) e le attuali hanno spinto gioco-forza verso un rinnovamento, incentrato non più su cariche minori o tecniche, ma sulle massime figure dirigenziali. L’AMMINISTRATORE UNICO - Come ogni azienda che si rispetti, la società biancorossa dovrebbe mettere tutto nelle mani di un amministratore unico, al quale verranno dati pieni poteri e che sostanzialmente prenderà il posto di Domenicali. Chi? Le dimissioni del primo dirigente biancorosso e i nomi degli eredi verrano ufficializzati solo dopo l’assemblea del 7 maggio, però fra i papabili sembra esserci Fabio De Felice, già proprietario della Rvb Piana Cosmetici. Spetterà a lui il compito di traghettare l’Andrea Costa verso un futuro diverso, mentre il nome del nuovo presidente resta per il momento oscuro. Scontata anche l’elezione di un consiglio d’amministrazione totalmente diverso da quello attuale, che del resto proprio a maggio vede scadere il proprio mandato annuale. DOMENICALI - Difficile che l’Andrea Costa decida di privarsi in tutto e per tutto dell’uomo che l’ha portata dalla B1 alla A1, perciò si apriranno all’ex presidente le porte del marketing. Qualora accetti, toccherà insomma a lui lavorare su sponsor e ricerca soci, anche se le alternative professionali non mancheranno per Domenicali. La Lega Basket, il calcio o chissà altro, certo il futuro del primo dirigente biancorosso deve ancora essere definito. DIRITTI E FUSIONI - Negli ultimi tempi in città circolavano voci abbastanza preoccupate legate alla cessione dei diritti di A1 o alla rilanciata fusione con la Virtus. La presa di posizione della curva e le incertezze della dirigenza giallonera hanno fatto sfumare la seconda ipotesi, mentre la prima non è mai stata presa in esame dell’Andrea Costa. La società biancorossa disputerà insomma il proprio campionato, si tratti di A1 o Legadue, anche perchè la risposta dei soci ha stupito tutti. In parole povere la ricapitalizzazione e l’appianamento del debito non rappresentano più un problema, Imola ha trovato le risorse per far fronte a tutte le esigenze e prosegue convinta l’avventura nel basket d’alto livello. IL PROBLEMA IMPIANTO - L’unico vero ostacolo al rinnovamento totale dell’Andrea Costa resta questo. E’ evidente, giocare al Pala Cattani in Legadue equivarrebbe ad un dramma enorme, ma l’Amministrazione Comunale continua a dimostrare un’incomprensibile insensibilità sul tema. Non esistono alternative ed alla fine, categoria a parte, Imola giocherà per il quinto anno consecutivo a Faenza. Certo deve far meditare come la spinta ed il sostegno alla pallacanestro imolese vengano esclusivamente dalla componente privata della città, disposta a buttare dentro dei soldi e a rischiare del proprio, mentre quella pubblica se ne sta a guardare. Quello che per 32 società di serie A è un diritto, ovvero giocare in casa, da anni per l’Andrea Costa è un optional. Forse sbaglieranno gli altri, ma nascondersi dietro ai soliti paraventi fa sorridere. CONCLUSIONI - L’Andrea Costa si avvicina ad un momento importantissimo della propria storia, ma dopo qualche nube, ora l’orizzonte sembra più sereno. A queste cose però si penserà dal 27 aprile in poi. Prima c’è una salvezza da conquistare, sempre che Livorno e Reggie Slater siano d’accordo.
Riccardo Rossi
Riccardo Rossi