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Cantù fa visita a Roma

L'Oregon stasera nella difficile trasferta a casa Wurth

CANTU’ – L’odierna avversaria dei biancoblù del presidente Corrado è una squadra che, in questo girone di ritorno, è caduta una volta soltanto fra le mura amiche, per l’esattezza contro l’Euro Roseto. Sono state invece moltissime le vittime illustri nelle sei affermazioni casalinghe: Kinder, Skipper, Scavolini e Montepaschi.
Curioso il fatto che, anche Cantù, in questo girone di ritorno, ha ottenuto sei vittorie ed una sola sconfitta lontano dal PalaOregon. Di fronte ci saranno dunque due formazioni abituate a vincere in queste situazioni: Roma, davanti al proprio pubblico, e Cantù “on the road”.
Nel nostro ultimo intervento prima della gara, siamo accompagnati dal capitano della formazione romana Alessandro Tonolli, ala forte 28enne di 2.02, quest’anno alla sua ottava stagione consecutiva con la maglia della Virtus, il quale ci spiega questa inversione di tendenza durante le gare casalinghe rispetto al girone d’andata.
Cos’è successo per permettervi di conquistare 6 successi su 7 partite casalinghe in questa seconda parte di campionato?
“Sinceramente non ci sono moltissime spiegazioni e ragioni vere non ne esistono. In casa riusciamo ad esprimere un gioco migliore. Giocare sul campo che conosciamo rende le cose più facili, inoltre, ultimamente il pubblico ci sta dando una grossa mano”.
La Oregon, però, fuori casa, in questo girone di ritorno, ha vinto 6 volte su 7: è un dato che vi fa paura?
“Certo, come credo a loro debba far paura il nostro. Sappiamo quanto la Oregon sia temibile ma anche loro devono sapere che noi in casa siamo difficili da battere”.
Che gara ti aspetti per questo pomeriggio?
“Un bella partita fra due squadre sfrontate che corrono a mille all’ora. Penso che a far prevalere una squadra rispetto all’altra saranno più che altro le motivazioni morali in quanto credo che sul piano del gioco possa essere una partita equilibrata”.
Ormai Cantù non è più una sorpresa in questo campionato: come pensate di superare questo ostacolo?
“Cantù è una squadra che gioca in maniera divina e questo è quello che subito mi ha sorpreso ad inizio stagione. Di solito, quando si pensa a tanti americani, è facile immaginare che questi vogliano giocare da soli. Invece la Oregon di quest’anno non ha un solo leader, sono tutti fondamentali allo stesso modo. Dobbiamo cercare di sovrastarli moralmente”.
Dopo una partenza a rilento siete settimi in classifica: vi candidate come l’outsider per i playoffs?
“Si, all’inizio abbiamo fatto fatica ma dopo un girone d’andata altalenante ci siamo guardati in faccia e ci siamo detti che avremmo giocato ogni partita come fosse stata l’ultima. Poi c’è stato un altro periodo difficile, quello senza Carlton ed Handlogten ma ora lo abbiamo superato e ci candidiamo a mina vagante per i playoffs. Possiamo vincere contro chiunque e, allo stesso tempo, perdere contro chiunque”.
Simone Giofrè
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