Nella mattinata di mercoledì 17 giugno il presidente Massimo Capecchi, il suo vice Alberto Peluffo e il consigliere Antonio Caso hanno tenuto un’importante conferenza stampa con oggetto il riposizionamento del Pistoia Basket 2000 in Serie A2 per la stagione sportiva 2020-21. Di seguito le parole dei vertici societari biancorossi.
Così Massimo Capecchi: “Siamo qui per spiegare una decisione estremamente difficile per i tifosi, la società e tutti noi. Siamo enormemente dispiaciuti, ma è stata una scelta di responsabilità. Lo scorso anno doveva rappresentare per noi un nuovo inizio, con una riprogettazione del club e della sua immagine per cambiare il rapporto con i nostri sponsor e riavvicinare il pubblico alla squadra. Il percorso stava iniziando a dare i suoi frutti quando purtroppo tutto si è fermato, senza che nessuno lo potesse prevedere. Allora abbiamo iniziato a fare le nostre riflessioni sulle reali possibilità di restare in Serie A, trovandoci a dover decidere entro il 15 giugno, con tanti partner in difficoltà, senza title sponsor, senza certezze sul credito d’imposta, senza sapere se avremo potuto riaprire il palazzetto e con una ripresa dell’attività agonistica prevista in tempi secondo noi non appropriati visti il delicato momento che stiamo attraversando: stante così le cose, qualsiasi persona al nostro posto avrebbe fatto lo stesso”.
Ancora il presidente: “Andare avanti avrebbe significato compromettere anche la Serie A2 e non potevamo prenderci questo rischio. Anche perché quest’anno la Federazione obbliga presidente e soci di riferimento a garantire le coperture finanziare del campionato e sinceramente non c’erano le condizioni: avremmo dichiarato il falso. Eravamo lontani, lontanissimi dalle coperture necessarie. Abbiamo parlato dei nostri dubbi nelle dovute sedi, così come la situazione economica del club è stata resa nota a più riprese in conferenze e interviste. Ripeto che siamo disponibili a essere affiancati o anche a cedere, ma non ho ancora sentito nessuno farsi avanti”.
In conclusione Capecchi guarda al futuro con ottimismo: “È un passo indietro, ma che ci permette di andare avanti con un progetto per consolidare la società e la nostra presenza nella città, dando un futuro alla pallacanestro pistoiese. Spero che troveremo la forza di ripartire anche in modo migliore, grazie a un rapporto consolidato con la parte tecnica e ai contratti in essere con giovani di prospettiva. In Serie A2 i costi si riducono del 50%, complice anche il passaggio al dilettantismo. Inoltre ripartiremo più tardi in attesa di novità sulla riapertura degli impianti. Sono sicuro che a posteriori si rivelerà una decisione saggia”.
Così Alberto Peluffo: “Ci dispiace per la scelta che siamo stati costretti a fare, per i tifosi, i consorziati, tutti coloro che stanno vicini al club, noi stessi. La Serie A era un valore che dava lustro a Pistoia. Tuttavia non volevamo compromettere quanto fatto in questi anni, minando la stabilità e la vita stessa della società. In questo senso non importa che elenchi i tanti casi che hanno visto protagonista in negativo il mondo del basket negli ultimi anni. È stata una scelta impopolare ma coraggiosa, a difesa della pallacanestro a Pistoia. Non riposizionandoci avremmo corso un rischio non calcolabile e fare game over avrebbe fatto ancora più male”.
Ora il vicepresidente guarda avanti: “Ripartiamo dal progetto avviato lo scorso anno. Nessuno dice che siamo stati bravi, le responsabilità ci sono: ma abbiamo tentato di fare delle cose che mai erano state fatte, con forza e decisione. 6 mesi effettivi di percorso prima dello stop sono troppo pochi per giudicare. Siamo ancora convinti che questa sia la strada necessaria per per dare basi sostenibili al nostro club e per creare presupposti di business per chi investe. Per quanto riguarda il Consorzio, l’obiettivo è non disperdere quanto di buono fatto in questi 5 anni. Fino a oggi c’è stata grande coesione, da lì ripartiremo appoggiando un progetto sportivo che si basa sui giovani, in una categoria dove potranno dimostrare il loro valore, guidati da un coach che conosce bene la categoria e con il quale siamo già in trattativa per prolungare l’accordo”.
Così Antonio Caso: «Non si trattava solo di buttare il cuore oltre l’ostacolo, sarebbe stato un salto nel buio. Dobbiamo prendere atto che eravamo l’ultima società per budget e incassi: abbiamo cominciato a ricostruire dalle basi per avere un prodotto vendibile, ma i frutti non sono ancora arrivati e avremmo avuto un budget inferiore del 50% a quello che occorre per fare un campionato di bassa classifica. Sarebbero arrivati aiuti dal governo e il credito d’imposta? Ad oggi non abbiamo visto nulla: i forse portano alla morte e noi non vogliamo morire. Non possiamo vivere al di sopra delle nostre possibilità: dare le garanzie per l’A1 avrebbe voluto dire firmare un documento falso”.
Chiusura sul futuro: “Sapevamo dove volevamo andare e ci stavamo provando, adesso dovremo ovviamente rivedere il nostro piano triennale ma la direzione resta la stessa. Speriamo non succeda nient’altro e passo dopo passo ricostruiremo e pianificheremo il futuro, sfruttando la rinnovata tranquillità e il maggior tempo a disposizione che questo riposizionamento ci garantirà».
LA CONFERENZA INTEGRALE
Parte 1: https://youtu.be/nlEOzyM0vHk
Parte 2: https://youtu.be/DT471Npe_ss
Parte 3: