MILANO - Dopo decenni di sciabolate reciproche e di dispetti degni di miglior causa (gli scudetti), la Varese del basket, in un’era in cui i rapporti tra i due club sono al minimo della rivalità, potrebbe aver assestato un colpo mortale ai cugini dell’Olimpia. È la Metis, dunque, a vincere il derby numero 138: espugna il Palavobis e, complici altri risultati sfavorevoli, consegna Milano all’incubo dell’A2. Sabato nell’ultimo turno, contro Imola e di nuovo in casa, l’Adecco si giocherà la salvezza. Alle favole (il successo mercoledì a Siena), meglio non credere. E in fondo non ci fa molto conto nemmeno Filippo Faina, che una retrocessione (l’unica della storia) ha già conosciuto su quella panchina e che prepara la truppa alla difesa estrema.
Una truppa stanca e sfiatata, perché ieri gran parte delle seconde linee ha deluso e il peso di una partita dura, tutta a inseguire, è gravata sui pochi noti. Anzi, su Bullock, che ha scritto 33, cucito la rimonta e concluso con la lingua sul parquet. Prodezze vane, alla fine.
Eppure, Milano ha rischiato il colpo in extremis. Rimessa Metis, clamorosa scivolata di Simon (nuovo e comunque utile Usa varesino), palla raccattata da Mordente e sorpasso. Ma con 6’’ da giocare, l’Adecco non ha chiuso sulla penetrazione di Krstic e Conti ha «ciuffato». «Come al solito difettiamo di freddezza» conclude amaro Faina. Non polemizza con arbitri discutibili, se la prende semmai con regole che permettono ingaggi volanti fino all’ultimo e che lui «per rispetto dei giocatori» non ha mai chiesto. Ma ora c’è la battaglia finale. Poi, una svolta, per la quale abbiamo una proposta: l’Olimpia torni a Dan Peterson, se è vero che le bandiere servono a ricominciare.
f. van.
Una truppa stanca e sfiatata, perché ieri gran parte delle seconde linee ha deluso e il peso di una partita dura, tutta a inseguire, è gravata sui pochi noti. Anzi, su Bullock, che ha scritto 33, cucito la rimonta e concluso con la lingua sul parquet. Prodezze vane, alla fine.
Eppure, Milano ha rischiato il colpo in extremis. Rimessa Metis, clamorosa scivolata di Simon (nuovo e comunque utile Usa varesino), palla raccattata da Mordente e sorpasso. Ma con 6’’ da giocare, l’Adecco non ha chiuso sulla penetrazione di Krstic e Conti ha «ciuffato». «Come al solito difettiamo di freddezza» conclude amaro Faina. Non polemizza con arbitri discutibili, se la prende semmai con regole che permettono ingaggi volanti fino all’ultimo e che lui «per rispetto dei giocatori» non ha mai chiesto. Ma ora c’è la battaglia finale. Poi, una svolta, per la quale abbiamo una proposta: l’Olimpia torni a Dan Peterson, se è vero che le bandiere servono a ricominciare.
f. van.