Partiamo dalla partita di domenica sera e, più in generale, da questo inizio superlativo della Reggiana in campionato. Prima la vittoria al fotofinish nel derby emiliano contro la Fortitudo Bologna, poi il successo in rimonta contro Napoli alla prima in casa. Ti aspettavi un avvio del genere? Posso dire che dal momento in cui ci siamo ritrovati in prestagione si è venuto a creare un gruppo davvero coeso e affiatato, un fattore che sicuramente ha inciso in queste prime due partite di campionato. Poi con coach Caja ci stiamo allenando duramente, per migliorare progressivamente la conoscenza reciproca tra chi c’era già e chi invece è arrivato da pochi mesi in un campionato molto competitivo come quello italiano. Abbiamo vinto solo le prime due gare, dobbiamo continuare ad allenarci con la giusta attitudine e rimanere con i piedi per terra.
Quanti margini di crescita ha questo gruppo? E quale tra i neo arrivati ti sta impressionando maggiormente? Non voglio soffermarmi sui singoli, sono tutti ragazzi forti, professionisti che durante la settimana lavorano sodo. Il nostro compito, come nucleo di italiani che già conoscono la Serie A, è di dar loro consigli per rendere il meno complesso possibile l’ambientamento nel nuovo contesto. La ricetta per far sì che questo accada, come ho detto prima, sarà solo il lavoro quotidiano in palestra; poi sarà il campo a decretare fin dove le nostre ambizioni si possono spingere. Il nostro obiettivo stagionale, comunque, resta la salvezza. Nessuna partita è facile a questo livello e dovremo farci trovare pronti ogni settimana.
Questa nuova Unahotels credi abbia già assorbito a grandi linee i concetti che vuole inculcarle coach Caja? Abbiamo già avuto modo di conoscere coach Caja sul campo, nella fase conclusiva della scorsa stagione, quindi i giocatori che erano a Reggio Emilia l’anno scorso sanno già che tipo di gioco e mentalità vuole trasferire alla squadra. Ci vuole tempo per trovare la giusta chimica di squadra. Contro Napoli abbiamo prodotto una grande prova offensiva, ma abbiamo concesso troppi punti (90), per giunta in casa nostra. Per salvarci il prima possibile, sarà necessario prestare maggiore attenzione a tutti quei dettagli che, messi insieme, ti consentono di proteggere al meglio il tuo canestro e attaccare con più fiducia.
E a proposito di difesa, essendo tu uno dei difensori più forti del nostro campionato, svelaci qual è stato l'attaccante che ti ha messo maggiormente in difficoltà nelle tue prime stagioni in Serie A? Difficile sceglierne uno solo, ho dovuto fronteggiare diversi avversari molto forti in questi primi anni di Serie A… Un giocatore che mi ha impressionato - magari anche perché ero solo al secondo anno nella massima serie - è stato Norris Cole (stagione 2018/19, in maglia Scandone Avellino). Veloce, guizzante, imprevedibile, esplosivo e naturalmente talentuoso: una combinazione di qualità davvero difficile da arginare. Quando ci ho giocato contro, ho capito perché ha vinto due anelli NBA nei Miami Heat di Lebron James, Wade e Bosh!
Andrea Cinciarini. Quanto è importante poter contare su un leader come lui in rosa e se, per caratteristiche, pensi di poter fare un percorso simile a quello che ha compiuto lui negli ultimi 10 anni. Sono onorato di poter condividere il parquet con un giocatore navigato come il ‘Cincia’. In ogni allenamento cerco di carpire da lui qualcosa per arricchire il mio gioco. Ammiro la sua capacità di mettere in ritmo i compagni, in particolare per come sa prendere la scelta del tiro o del passaggio con il giusto timing. È un playmaker vero, averlo a fianco in campo ci dà ancora più determinazione e sicurezza. Con l’esperienza internazionale e la leadership che ha acquisito nel corso della sua carriera, ci darà senza dubbio un aiuto enorme. Io cerco di mettere in campo la sua stessa aggressività e spero di arrivare a diventare un trascinatore come lui.
Questa sarà la tua quinta stagione a Reggio Emilia. Quali sono gli obiettivi personali che ti sei prefisso per quest'anno e quanto pensi ti manchi a diventare, in pianta stabile, un giocatore della Nazionale? A Reggio Emilia mi trovo molto bene e credo di poter migliorare ancora, cercando di dare ogni giorno il mio contributo per aiutare la società a raggiungere i suoi obiettivi. Lavoro per continuare a crescere anche dal punto di vista individuale perché uno dei miei obiettivi, non lo nascondo, è arrivare a meritarmi di essere convocato con continuità in Nazionale. Indossare l’Azzurro dell’Italia è sempre speciale e aver preso parte al ritiro di quest’estate, in preparazione al torneo Preolimpico, mi ha dato ulteriori stimoli per continuare a sviluppare il mio potenziale.