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Carpegna Prosciutto Pesaro, l'analisi di Banchi: “Dobbiamo tornare a lavorare a testa bassa. Con la Lettonia, l’obiettivo sono i Mondiali 2023”

L’allenatore dei marchigiani è stato ospite di “Primo Quarto” su “Radio Basket 108”

Carpegna Prosciutto Pesaro, l'analisi di Banchi: “Dobbiamo tornare a lavorare a testa bassa. Con la Lettonia, l’obiettivo sono i Mondiali 2023”

Il coach della Carpegna Prosciutto Pesaro Luca Banchi è stato ospite di “Primo Quarto”, trasmissione radiofonica condotta da Massimo Guerrieri su “Radio Basket 108”, iniziando rilasciando un commento sulla sconfitta di domenica sul campo dell’Allianz: “Giocavamo a Trieste, contro una squadra che occupa il terzo posto in classifica: non suona come niente di drammatico. La preoccupazione è legata alla condizione della nostra squadra: dopo aver trovato risorse impronosticabili nella vittoria contro Milano, abbiamo dimostrato di aver esaurito le energie e questo si è visto, soprattutto nella partita contro Brescia, in cui fisicamente, mentalmente e tecnicamente siamo stati inferiori. Abbiamo subito 200 punti in due partite e questo non rientra nei piani di una squadra che si deve salvare. Archivio così queste due sconfitte, ma con qualche rammarico, dato che avrei voluto giocare il quarto periodo del match di ieri con il roster al completo, perché gli infortuni di Jones (che in quel momento è nettamente il nostro miglior realizzatore) e Moretti ci hanno penalizzato”.

Poi si è passati a parlare dei cambiamenti apportati dal coach toscano all’arrivo nelle Marche: “La squadra ha avuto bisogno di ritrovare un po’ di consapevolezza. Gli accadimenti avevano contribuito a creare dello smarrimento. Pian piano siamo riusciti a creare un’identità, che purtroppo un precampionato anomalo ed un inizio di campionato al di sotto delle attese non avevano fatto trovare. Si è trattato di restare in palestra, cercando di farlo con metodo. I giocatori, dal punto di vista dell’applicazione e della dedizione, hanno mostrato una bella attitudine, ma chiaramente i problemi strutturali di fondo rimangono: questo organico nasce con un budget molto limitato e con qualche errore di valutazione legato alle potenzialità dei giocatori e all’aver sottovalutato la forza di questo campionato. Si è cercato di tirare fuori il meglio da ognuno, la qualità del nostro gioco è migliorata, è arrivata qualche vittoria ma questo non significa aver lasciato alle spalle i nostri problemi. Per chi come noi che lotta per raggiungere la salvezza, in ogni partita è necessario mostrare un’altra faccia rispetto a quella avuta nelle ultime due gare, complice anche le difficoltà legate al Covid che però stanno abbracciando a turno tutte le squadre. Ora dobbiamo abbassare la testa, tornare a lavorare e ritrovare l’equilibrio che ci aveva contraddistinto nelle ultime settimane”.

Infine, un piccolo sunto sulla propria carriera e sulle prospettive della Nazionale lettone, altra panchina occupata da coach Banchi assieme a quella di Pesaro: “La mia carriera inizia a Grosseto, poco più che diciottenne, in cui giocavo e allenavo, spinto dall’intuizione del mio professore di educazione fisica del liceo e allenatore di basket che pensava potessi avere le caratteristiche per ricoprire questo ruolo. Certo nemmeno lui immaginava sarebbe poi diventato il mio lavoro (ride, ndr). La mia carriera si è dipanata molto rapidamente lontano da casa e ho fatto esperienze importanti a livello giovanile. È stato bello aver allenato in campionati importanti come quello tedesco, russo e greco, ma ora mi sento particolarmente coinvolto in questa esperienza con la nazionale lettone. La Lettonia era un paese che conoscevo poco anche se lo avevo apprezzato per produzione di talento; sono arrivato in un momento di disorientamento della federazione e di tutto il basket lettone, complice la mancanza di risultati. Credo che ci sia la possibilità per investire su giocatori giovani talentuosi che hanno bisogno di una vetrina e di affermarsi. Tutti ovviamente parlano dei picchi (Porzingis, Bertans, Strelnieks, Smits, Kurucs) quando in realtà c’è molta buona attività giovanile delle generazioni 2000, 2001 e 2002 che possono farci aspirare a traguardi importanti. Il mio sogno è quello di portare la nazionale ai Mondiali 2023”.

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