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LBA International - Marco Spissu, un Gigante in Russia

Da Casalpusterlengo a Kazan, via Bologna e Sassari, il lungo viaggio del play sardo

LBA International - Marco Spissu, un Gigante in Russia

di Cesare Milanti

Edgar Sosa effettua nel migliore dei modi una rimessa a pochi secondi dalla sirena, arrivata grazie al possesso recuperato per mano dell’astuzia di Miroslav Todic. La palla arriva nelle mani rapide e funamboliche di Jerome Dyson, che in men che non si dica si beve come un mirto dopo cena sia Trey Thompkins che Tarence Kinsey, non proprio i primi passati per caso dalle strade congelate di Nizhny Novgorod. Dyson ci arriva al ferro, ma il circus shot con la clessidra che fa metronomicamente scadere il tempo sbatte prima contro il ferro e poi contro i sogni di un’isola intera, incollata alla televisione per seguire l’esordio assoluto della Dinamo Sassari in Eurolega. Vincono i padroni di casa, che usano quell’88-86 con cui piegano gli uomini di Meo Sacchetti per scaldarsi dalle temperature siberiane a cui sono sottoposti. Probabilmente, davanti a uno schermo a Casalpusterlengo, lontano sia dalla Russia che dalla Sardegna, c’era anche un ragazzino che, pochi mesi prima di quella partita, aveva le idee tutt’altro che offuscate dalla nebbia della Pianura Padana: “Per me sarebbe un sogno tornare nella mia città e giocare per la Dinamo”. L’allenatore che a fine anno avrebbe portato sul tetto d’Italia la rappresentante cestistica della Sardegna, quel Romeo Sacchetti tutto run&gun da Altamura, aveva trasformato un sogno coltivato a lungo da quel ragazzo in realtà, concreta e tangibile: a 16 anni, con in testa un’interrogazione a scuola e i tanti allenamenti da una parte all’altra della sua Sassari, giocava qualche minuto contro l’Olimpia Milano. E non stava nemmeno sognando.

Casalpusterlengo, abbiamo detto, perché è una delle tante tappe che Marco Spissu affronta in prestito da quando la Dinamo Sassari decide di far esprimere il suo talento in altre compagini dell’isola e successivamente nel “Continente”. E quindi, a partire dall’annata 2010/2011, i minuti sul parquet Marco li trascorre al Torres Basket, al Sant’Orsola, al CUS Bari. E a Casalpusterlengo, dove iniziano ad arrivare i primi interessamenti dalle categorie superiori. Le sue prestazioni gli valgono il premio di MVP delle finali dopo la vittoria nel campionato italiano U19 e la promozione in prima squadra, con cui disputa il campionato di Serie A2 Gold; in spogliatoio trova compagni come Giampaolo Ricci, l’attuale specialista del Panathinaikos Howard Sant-Roos e l’ex leader di Reggio Emilia e Venezia Alvin Young, sul viale del tramonto. Non trova tantissimo spazio, ma gli apprezzamenti permangono; anzi, crescono, visto che dopo i lombardi arriva un prestito temporaneo a Reggio Calabria in A2 Silver e un’ulteriore chiamata in quella che diventa un’A2 unica, con la divisione tra ovest ed est. C’è il Derthona, ai primi passi di un processo che avrebbe portato i piemontesi a conquistare, nel giro di qualche anno, la Serie A: una crescita simile a quella effettuata dalla Dinamo Sassari, e qualcosa dovrà pur dire. È questa la prima vera occasione in cui vengono consegnate le chiavi della squadra a Marco Spissu, che fa giostrare a meraviglia un quintetto in cui emerge principalmente il talento di De’Mon Brooks, Derrick Marks e Davide Reati. Il playmaker 20enne di Tortona chiude la stagione a 9.7 punti e 3.6 assist di media, con il sogno promozione che sfuma solo nell’ultimo atto di una serie finale a dir poco combattuta contro la Brescia di David Moss, Reggie Holmes e Damian Hollis. La Sardegna è sempre lì, nei suoi pensieri, ma manca ancora la definitiva consacrazione; anche perché al termine di quell’annata, alla Dinamo era stato annunciato l’arrivo di Darius Johnson-Odom, il quale non avrebbe lasciato lo spazio necessario al playmaker pronto a sbocciare, ma che attendeva la primavera. Il fiore, però, non aspetta l’arrivo della bella stagione per mostrare al panorama cestistico italiano tutti i suoi colori. È il 6 gennaio 2017, infatti, quando l’intera Italia del basket rimane scossa dai colpi del piccolo sardo. Il PalaDozza è infuocato per il derby tra Virtus e Fortitudo, e il protagonista della vittoria thriller dei bianconeri 87-86 all’overtime è il numero 0: sigla 20 punti con 4/8 dall’arco, consegnando la vittoria ai suoi. Decidere LA classica della pallacanestro italiana non era neanche lontanamente nei suoi pensieri quando osservava la sua Dinamo esordire in Eurolega appena due anni e mezzo prima, ma è da prestazioni come queste che un giocatore traccia la strada del suo destino. 

E Marco Spissu ha disegnato bene la sua parabola, che non si è fermata di certo in quell’Epifania all’ombra delle Torri: a fine anno, la Virtus Bologna allenata da Alessandro Ramagli ritrova finalmente la Serie A, dopo essersi portata a casa anche la Coppa Italia A2. Prima Agrigento, poi Trieste e Biella: i bianconeri sono implacabili e Spissu, MVP e migliore U22 della competizione, li trascina al successo. L’incoronazione e il cammino verso casa sono le dirette conseguenze, con il 3-0 sulla Trieste di Javonte Green che funge da ciliegina sulla torta. La candelina la mette Stefano Sardara, patron del Banco di Sardegna, che twitta: “Grande Marco, stagione fantastica e prestazione maiuscola. Ora riposo, mare, sole, Sardegna e... Dinamo”. Già, la Sardegna e la Dinamo. La sua terra, la sua città, la sua squadra: un trittico che va da Sassari a Sassari, dove Marco Spissu ha sempre voluto giocare. Fin dai primi palleggi e le giovanili fino alla definitiva consacrazione ai piani alti della pallacanestro italiana dopo l’ultima esperienza maturata con la Virtus Bologna. Ci pensava sui banchi di scuola, quando i prof lamentavano la sua assenza mentale perché avvolto tra i pensieri a spicchi e specialmente in occasione di assenze programmate per seguire le avventure dei biancoblù nei palazzetti di tutta Italia, ora che la Serie A era diventata realtà. E adesso che quel palcoscenico poteva vedere anche il suo nome tra quelli dei protagonisti, non voleva farsi trovare impreparato. Solo che Federico Pasquini prima e Vincenzo Esposito dopo non gli danno lo spazio tanto atteso e desiderato per anni in cui ha indossato colori diversi, nonostante l’impegno sia quello di sempre. Sono le responsabilità e i minuti che diminuiscono, fino all’arrivo di Gianmarco Pozzecco, che lo responsabilizza, vedendo in quel playmaker dal sorriso beffardo e dalla visione di gioco orchestrale una sorta di riflesso di quello che ha rappresentato nel corso di una carriera leggendaria in cabina di regia. Il Poz gli consegna il copione, con l’attrezzatura per girare un bel film che è tutta tra le mani di Spissu: il risultato è una striscia di 22 vittorie consecutive, il trionfo in FIBA Europe Cup e una finale Scudetto persa all’ultimo sangue che sa di classica del nostro basket, contro la Reyer Venezia di Austin Daye e Stefano Tonut.

Arriverà la Supercoppa Italiana, nella rivincita contro i lagunari, con gli assist per Dyshawn Pierre, Miro Bilan e Curtis Jerrells. Così come erano arrivati quelli per Jack Cooley, Scott Bamforth e Achille Polonara; e ancora per Rashawn Thomas, Michele Vitali ed Eimantas Bendžius. Spissu chiude la stagione 2020/2021 senza nuovi trofei in bacheca, ma con una statline che descrive un giocatore ormai nell’Olimpo del nostro campionato: 13.2 punti, 3.7 rimbalzi e 5.4 assist a partita, con percentuali spaventose come il 44.5% dall’arco e il 93.4% (!) ai tiri liberi. Sa fare pressappoco tutto, così come tutto è ciò che ha dato a quell’amore chiamato Dinamo, come testimoniano le sue parole in un post di arrivederci su Instagram: “È difficile trovare le parole giuste per descrivere questi 4 anni fantastici a casa mia. Vorrei ringraziare i tifosi e tutta la società per avermi dato la possibilità di crescere come giocatore, ma soprattutto come persona. Combattere per questa maglia e questa città è sempre stato un onore. Vi porterò sempre nel cuore, grazie Dinamo Sassari”. Parole da leader, parole da Gigante che prende la strada verso un nuovo orizzonte. È curioso constatare come l’inizio di una nuova tappa nella carriera di Marco Spissu passi proprio dalla Russia, laddove il Banco di Sardegna Sassari aveva intrapreso una parentesi europea probabilmente destinata fin dall’inizio, volente o nolente, a non perdurare più di tanto. Dopo una spiacevole disavventura con l’Unicaja Malaga, con cui avrebbe disputato la Basketball Champions League, il telefono del playmaker reduce dall’esperienza a cinque cerchi a Tokyo 2020 ha iniziato a squillare. Dall’altra parte della cornetta c’era Claudio Coldebella, uomo di mercato di un UNICS Kazan in costante crescita e reduce dalla finale in Eurocup persa contro l’AS Monaco. La possibilità è quella di giocare l’Eurolega, e sotto la guida di Velimir Perasovic è più che un’ottima opportunità da non lasciarsi sfuggire. Il freddo viene stemperato dalla consapevolezza di condividere il parquet con i migliori giocatori del Vecchio Continente, compresi svariati elementi nel suo stesso spogliatoio: Mario Hezonja, l’ex Brindisi John Brown III, Isaiah Canaan, Andrey Vorontsevich e il compagno di reparto Lorenzo Brown, da cui cerca di apprendere il più possibile. In pochi scommettevano sulla concretezza e sull’impatto di Marco Spissu a un livello così alto come quello dell’Eurolega, la seconda competizione cestistica più importante del pianeta alle spalle dell’NBA; eppure, l’ex Dinamo Sassari non sta per nulla sfigurando. In una compagine che lotta per un’insperata qualificazione ai playoff, in una bagarre con compagini d’élite come Olympiacos, CSKA Mosca e Anadolu Efes, tra le altre, Marco Spissu si sta ritagliando minuti preziosi e uno spazio circoscritto in momenti salienti della gara. È stato un asset non indifferente, ad esempio, nelle vittorie contro Baskonia e Real Madrid di fine ottobre, in cui ha regolato i movimenti dei compagni come un vero e proprio direttore d’orchestra; ma a una discreta dose di assist è stato affiancato anche un discreto contributo realizzativo, come accaduto nei tronfi contro Olimpia Milano e Stella Rossa.

Al momento l’UNICS Kazan occupa la settima posizione in classifica con 13 vittorie e 10 sconfitte, in seguito a un calo fisiologico dopo l’exploit avvenuto dalla met di novembre in poi, con Spissu che ha mantenuto medie da 4.4 punti e 2.4 assist venendo schierato in ogni gara finora disputata dai russi durante la settimana. Non solo, perch se si restringe il cerchio alla VTB League i numeri del sardo risultano ancor pi impattanti: 7 punti, 2 rimbalzi e 3.4 assist di media, con una costanza da veterano e il primo posto in classifica davanti a rivali come CSKA Mosca e Zenit San Pietroburgo. Marco Spissu, dunque, sembra aver trovato la sua dimensione europea e internazionale, dopo anni di prestiti in giro per l’Italia e una consacrazione avvenuta con la maglia della sua citt , da cui non stato alquanto facile separarsi. Gli addii dolorosi fanno parte della crescita di un giocatore, e il numero 0 rimarr sempre un Gigante nei suoi 184 centimetri di talento. Passa un filo sottile tra Sassari e Kazan, e Marco Spissu ci palleggia sopra senza paura di perdere l’equilibrio.

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