Max Menetti, allenatore della Nutribullet Treviso, ha fatto il punto della situazione sulla sua squadra in vista della sfida di martedì sera contro il Tofas Bursa in BCL e delle molte partite giocate nell’ultimo periodo: “Non temo che il tour de force prosciughi le energie visto che abbiamo iniziato la stagione con 12 partite in 19 giorni. il problema è emerso quando ci siamo fermati. Prima non avevamo problemi. Abbiamo mancato la qualificazione diretta alla top 16 per un tiro, ma ci siamo arrivati con il 2-0 contro il Lavrio che è forte. Una grande soddisfazione per una società che non è l’emanazione della Benetton di un tempo”.
Treviso ha comunque mantenuto quella cultura cestistica di alto profilo sviluppata dagli stranieri in Europa, tra cui Dimsa e Sokolowski: “Questione di DNA portato dal trio che governa la società e proviene dal presidente grande club. Il presidente Vazzoler e il ds Gracis sono stati i capitani della Benetton, il direttore generale Giovanni Favaro era segretario generale e collaboratore di Gherardini. C’è un’idea precisa su cosa e come fare. Abbiamo uno scout preparato come Nicola Egidio. E il lavoro paga, ora sono contentissimo che anche Matteo Imbrò sia entrato adesso nel giro azzurro. Far crescere i giocatori deve essere un punto di partenza per ogni club. A maggior ragione se le risorse non sono quelle dei top club. A volte si sbagliano le scelte, altri si azzeccano”.
Poi si parla di obiettivi per questa Nutribullet: “Vogliamo onorare la Champions League e magari avanzare, anche se in Top 16 ci sono solo grandi squadre: nel nostro gruppo Darussafaka, Manresa e Tofas. Poi con la pausa di Coppa Italia contiamo di recuperare alla massima forma Sokolowski e Akele che ci sono mancati tanto, rispettivamente per un mese e tre settimane. Ritrovata la salute ce la giocheremo in un campionato molto combattuto, in cui con due punti in più sei 4° e con due in meno sei 13°. Tutto si deciderà, ad eccezione delle big, nelle ultime cinque gare. Siamo stati i playoff la scorsa stagione, vorremmo tornarci”.
Infine, una battuta sulla crescita di Bortolani: “Giordano è una bella pepita, ho bisogno di un po’ di continuità e non lo dico per interesse personale, anche se vorrei restasse, in prestito da Milano. Deve maturare consapevolezza nei suoi mezzi fisico-atletici. Solo chi lo vede in allenamento può capire. È un bravo ragazzo, dedito e ascolta”.