Cameron Reynolds ha concesso una lunga intervista a Daniele Battistel su “L’Adige”, partendo dalle origini e dal valore del basket nella sua famiglia: “Mio padre Bìlly giocava a basket alla Northwestern State University. Fino al 2018 era ancora il miglior realizzatore dì ogni tempo. Adesso rimane il miglior rimbalzista. È stato anche inserito nella Louisiana Basketball Hall of fame. Fu scelto nei Draft Nba del 1977 dagli allora Seattle Supersonics e giocò con loro qualche partita. Mìo fratello ha giocato in Macedonia, Francia e Giappone. La mia non è stata comunque una scelta obbligata. In famiglia non si è mai parlato di pallacanestro. Figuratevi che il nostro vicino di casa in Texas per tantissimo tempo non ha saputo che mio padre era un ex giocatore”.
Poi il numero 5 ha parlato della scelta di venire alla Dolomiti Energia: “Nella mia testa c'era già l'opzione di poter venire in Europa. Quando è arrivata la proposta di Trento, ho fatto le mie ricerche e poi ho parlato con Luke Maye che era stato mio compagno ai Wisconsin Herd. Dopo la chiacchierata con lui la decisione è stata più semplice, perché mi ha spiegato il livello dell'organizzazione, la serietà e l'ambizione della società. Senza dimenticare che l'Italia per la qualità della vita è un buon posto dove vivere. A metà percorso sono assolutamente contento della mia scelta. Siamo un bel gruppo, abbiamo fatto una prima parte di stagione molto buona, ora cerchiamo di tornare a quel livello. Personalmente sono cresciuto tanto nella conoscenza del gioco e di me stesso, perché mi sono messo di fronte a tante situazioni nuove”.
Com’è invece Cameron Reynolds fuori dal campo? “Tendenzialmente sono una persona tranquilla. Però so anche divertirmi e vivere la squadra, coltivare amicizie. In campo essere calmo, un po' distaccato, mi aiuta a restare concentrato su quello che c'è da fare e a leggere meglio la partita. Fuori dal campo ascolto musica, sono appassionato di diverse serie Netflix, gioco alla Playstation. Sono laureato in business marketing ma a fine carriera vorrei fare l’allenatore di college Credo sia un modo per restituire la fortuna che ho avuto nel poter imparare da grandi coach, aiutare a diffondere la conoscenza del gioco e un modo per aiutare dei giovani a diventare professionisti”.
Infine, Reynolds si sofferma su ciò che ha imparato dall’esperienza estiva con la Nazionale americana poi protagonista dell’oro di Tokyo: “Il prendersi cura del proprio corpo, l’imparare una routine che funzioni dentro e fuori dal campo il giorno della partita e in quelli precedenti. Nonché l'importanza dei fondamentali della pallacanestro”.