Il coach della travolgente Germani Brescia da 11 vittorie consecutive in campionato, Alessandro Magro, ha raccontato il momento magico della sua squadra, con tanto di primato societario come striscia di successi più lunga nella storia del club: “Mi affido a un santone del basket come Popovich che ha sempre detto: non alleno per i record. Però mi tengo stretto il valore di questa striscia, per come è nata. Ferrari mi ha fatto tornare a Brescia, qui mi conoscono bene e sanno come lavoro. L'inizio di stagione non è stato rose e fiori. Avevamo scelto di rovesciare la squadra, di fare tabula rasa. Trovare gli equilibri e la chimica giusta non è stato semplice. Tre sconfitte, poi tre vittorie, poi ancora tre sconfitte. Siamo andati un po' sulle montagne russe, infine il meccanismo ha iniziato a funzionare”
La bellezza di questa Brescia sta anche nel giocare divertendosi: “Nei giorni scorsi uno dei miei, non dirò mai chi è nemmeno sotto tortura, mi ha mandato un messaggio: gioco a pallacanestro da tanto e non ho mai provato queste sensazioni, perché ognuno di noi fa quello che serve per far rendere la squadra. Non lo nascondo, sono un allenatore esigente, ma a questa squadra lascio la libertà di esprimersi. Certo, se Mitrou-Long si prende due tiri forzati un urlaccio glielo faccio... Poi però gli do una pacca sulla spalla. Lui deve giocare la pallacanestro che si sente dentro, rispettando alcune regole e concetti. Vale anche per gli altri. E ci stiamo riuscendo. Perché in attacco ci passiamo tanto la palla e dietro difendiamo di squadra”.
Poi il coach si è soffermato sull’equilibrio raggiunto tra le sue due superstar: “Della Valle ha voluto Brescia ed è stato merito della proprietà portarlo con noi. La squadra l'ho pensata e costruita attorno a lui. Amedeo ci sta dando non solo punti ma anche tanta leadership. Sembra la versione italiana di Klay Thompson. Pensi stia andando con un filo di gas e invece eccolo che si accende. Con Mitrou-Long si compensa. Sul valore del canadese non c'erano dubbi, sul carattere magari qualcuno. In estate ci siamo fatti una lunga chiacchierata. Portarlo alla Germani è stata la prima vittoria, vederlo crescere e integrarsi al meglio nel basket europeo un'altra”.