Giacomo “Jack” Devecchi è stato l’ospite d’onore della sesta puntata di “LBA Conversation”, il podcast della Lega Basket dedicato ai protagonisti italiani della Serie A. Raccontando la sua vita a Gaia Accoto e Niccolò Trigari, la bandiera del Banco di Sardegna Sassari è partito da quando Giacomo è diventato per tutti Jack: “Da ragazzino, quando ho iniziato a muovere i primi passi sul parquet di Omossi, vicino a casa mia, Graffignana, dove sono nato e cresciuto. Il mio primissimo allenatore mi chiamo subito Jack e da lì me lo sono portato dietro fino ad oggi. Il motivo di questo “cambio” non lo so ma da quel preciso istante, all’età di 8 anni, quando ho iniziato a giocare a basket, poi è entrato nella vita di tutti i giorni. Mia madre, quando mi doveva rimproverare, mi chiamava Jack e non Giacomo…”
Di chiocce negli anni della gioventù a Milano, Devecchi ne ha avute di altissima caratura: “Claudio Coldebella, quando ero alle giovanili dell’Olimpia e io gli portavo asciugamani e borracce in panchina, è uno di quelli che mi ha insegnato tanto. Gli altri veterani che mi hanno aiutato molto sono stati anche Hugo Sconochini (lui un po’ più severo e con qualche chicca di nonnismo che ci stava sempre) e mio zio Vittorio Gallinari. Quest’ultimo mi ha sempre dato tanti consigli, me li dà tutt’ora ed è sempre con me quando c’è qualsiasi problema. Loro tre mi hanno aiutato nella crescita e nella formazione”.
Poi Devecchi ha parlato del suo arrivo a Sassari: “Il primo anno sono arrivato in prestito da Montegranaro, ero arrivato in prestito dopo aver parlato con Pilastrini dicendo che per la Serie A non mi garantiva sufficiente minutaggio. Decisi così di rimanere in Legadue e di continuare la mia crescita. Montegranaro mi diede la possibilità di andare in prestito con l’idea poi di ritornare in Serie A. In realtà poi mi sono trovato talmente a Sassari che mi sono fermato per 16 anni. Qua ho trovato subito un ambiente super, una tifoseria incredibile, un club organizzato e che aveva voglia di crescere. Sono stato fortunato a trovarmi nel posto giusto al momento giusto perché quando crescevo io professionalmente parlando anche la società ha alzato sempre di più l’asticella”.
L’intera puntata, che include gli interventi di Paolo Citrini, Stefano Sardara e Brian Sacchetti, è ascoltabile su tutte le piattaforme di podcasting.