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La scheda - Gabriele Procida: bussare alle porte dell'NBA passando per la Fortitudo

Il prospetto azzurro sta definitivamente esplodendo questa stagione alla Kigili

La scheda - Gabriele Procida: bussare alle porte dell'NBA passando per la Fortitudo

di Pietro Cristofori

Per Gabriele Procida, la scorsa stagione con la maglia di Cantù è stata quella della definitiva esplosione: 6.4 punti di media con il 51% da 2 punti e il 40% da dietro l’arco sono il riscontro pratico di una sicurezza maturata partita dopo partita. Tuttavia, questi numeri non sono bastati per salvare la storica piazza comasca, che a maggio ha dovuto abbandonarsi alle braccia della Serie A2.

Allora, in estate per Gabriele si sono aperte delle porte per rimanere a giocare in massima serie, e lui ha deciso di sposare la causa della Fortitudo Bologna con Jasmin Repesa prima e Antimo Martino poi a guidare la nave verso il rilancio.

Gabriele si è subito calato molto bene nella realtà emiliana, tanto è vero che ad inizio gennaio, al PalaDozza si è presentato Mike Schmitz: analista e capo dello scouting di ESPN per seguire da vicino quello che è uno dei giovani più talentuosi dell’intero panorama europeo.

Procida è un classe 2002, e dopo essersi inizialmente dichiarato per lo scorso Draft NBA, la scelta è ricaduta sull’attendere un altro anno prima di compiere il salto oltreoceano, in modo tale da acquisire una maggiore consapevolezza nei propri mezzi e crescere.

Da un punto di vista fisico, nel corso dell’ultimo anno, Procida ha aggiunto una notevole quantità di massa muscolare: arrivando a toccare gli 88 chili, è riuscito a far fronte con risultati migliori alle richieste fisiche del nostro campionato. Inoltre, la facilità con la quale ha aggiunto massa muscolare negli ultimi mesi è un ottimo segnale: se l’andamento dovesse rimanere questo, allora il nativo di Como dovrebbe riuscire a sostenere un eventuale impatto con la pallacanestro NBA.

Procida ha delle leve infinite: le gambe e le braccia sembrano non finire mai: e in ottica USA, in un’era in cui la pallacanestro sta andando sempre di più verso una dimensione di velocità e versatilità, questo è un plus importante.

Il suo atletismo è dirompente e con pochissimi eguali nella pallacanestro italiana: il suo salto non è pesante o potente, ma al contrario è veloce e leggero: il classe 2002, riesce a spiccare il volo in uno spazio cortissimo proprio per questa sua impressionante verticalità.

Nella metà campo offensiva, l’arma principale di Gabriele è il tiro da tre punti: le conclusioni da dietro l’arco se le prende con una sicurezza irrisoria e la meccanica di tiro è estremamente fluida, bella da vedere e soprattutto è efficace.

Nella sua carriera nella massima serie italiana, le sue percentuali da 3 non sono quasi mai scese sotto il 35% (complessivamente), questo a testimoniare una buona costanza di rendimento.

Gabriele è molto bravo a sfruttare la sua shooter gravity (quindi i vantaggi che la difesa gli concede temendo il suo tiro): grazie alle sue lunghe ed esplosive leve riesce a prendersi vantaggi sui close out dei difensori, e quando deve concludere a canestro la sua eleganza e tecnica fanno il resto. Già l’anno scorso - quando aveva problemi di tenuta fisica - era in grado di concludere a canestro con regolarità e ora che quel gap muscolare è stato ridotto, la strada inizia a discendere. Inoltre, le sue percentuali ai liberi sono alte (80%), quindi la scelta è tra concedergli due punti facili al ferro, oppure alla lunetta.

L’ex Cantù è un two level scorer: segna con costanza nel pitturato e da dietro l’arco, ma gli manca ancora aggiungere il tassello del mid-range.

Un’altra nota molto positiva del suo gioco è la sua abilità nel giocare lontano dalla palla: Procida è sempre in movimento, genera flusso offensivo ed è in grado di leggere la difesa già ad un livello piuttosto avanzato.

Difensivamente, Procida è un giocatore versatile, in grado di poter cambiare su due posizioni (quella di guardia e di ala piccola), e grazie all’ampiezza dei suoi scivolamenti è in grado di rimanere con il petto di fronte alla palla nella maggior parte delle situazioni. Tuttavia, quando finisce contro giocatori più piccoli e veloci di lui fatica a tenere il loro passo e spesso e volentieri viene battuto. Questa cosa per ora sta limitando il suo impatto, però le potenzialità e i margini di miglioramento sono decisamente ampi.

Tra i vari aspetti sul quale è migliorato nell’ultimo anno c’è la difesa lontano dalla palla: prima erano molte le volte in cui sbagliava il timing delle rotazioni, ora invece sta via via perfezionando questa cosa. Un altro suo punto sorprendente è la capacità di difendere contro giocatori più fisici quando attaccato spalle a canestro: questa non è una situazione, ma il ragazzo se la sa cavare molto bene, sempre grazie alle lunghe leve e ai piedi veloci.

Se Procida dovesse diventare affidabile al 100% in difesa, allora per lui si configurerebbe uno scenario da perfetto ‘3 and D’ moderno.

Ora per lui si aprono definitivamente le porte della NBA: su molti mock draft è inserito a metà secondo giro, e verosimilmente potrebbe essere la zona in cui verrà selezionato da qualche franchigia nel mese di giugno.   

Intanto, lo scenario a breve termine gli configura un finale di stagione in cui dovrà dimostrare di poter guidare la Effe alla salvezza e alla permanenza nella massima serie.

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