Intervistato su Sky Sport 24, Sergio Scariolo ha raccontato della sua passione per lo sport che ha trasformato in lavoro da molti anni: “Non so se sono nato per fare l’allenatore, sicuro per divertirmi con la pallacanestro. È un gioco di una ricchezza talmente grande e in cui entrano in ballo la parte fisica, medica, mentale, medica, tattica. Un gioco di una completezza e di una precisione che si compara con la parte umana e più imprevedibile”.
Coach Scariolo non si sente comunque vicino a qualche altro grande allenatore come caratteristiche, di qualsiasi sport esso sia: “Ovviamente ci sono tante aree comuni, specialmente in allenatori che hanno vinto tanto e che hanno avuto la fortuna di allenare squadre vincenti. Credo sia comunque una buona qualità di qualunque allenatore quella di essere curioso, di “rubare” un’idea, un concetto, una forma di esprimersi, un dettaglio”.
Poi Sergio ha parlato delle rotazioni accorciate nelle ultime partite della sua Virtus Segafredo Bologna: “Nel corso della carriera di un allenatore, fare delle scelte è un lavoro quotidiano. Con il tempo impari a fare non troppo presto delle scelte radicali che potrebbero essere funzionali ad un aumento della competitività nell’immediato, che però poi nel lungo termine accorciano il numero dei giocatori che possono sentirsi coinvolti e motivati ad aiutare la squadra. Quello che impari con il tempo è di fare scelte con i tempi giusti e senza accelerarlo, a costo di perdere qualche partita in più”.
Un accenno poi su Hackett e se si aspettasse questo immediato adattamento nella squadra: “È dall’estate scorsa che ci stavo parlando con Daniel per portarlo qui l’anno prossimo. Quindi direi “ni” (ride, ndr) ma è chiaro che le aspettative di leadership su di lui erano alte sin da subito. Era forse l’unico giocatore con cui sin da allora ho mantenuto queste relazioni, poi si è accelerato tutto e la società è stata molto recettiva e molto brava assicurandosi questi due giocatori (parla anche di Shengelia, ndr) a condizioni estremamente vantaggiose”.