FABRIANO — «Forse stiamo arrivando a questo finale di stagione con le batterie scariche. Non fisicamente, ma mentalmente, visto che i giocatori hanno tirato la carretta per tutto il durissimo campionato e adesso cominciano a risentirne». Coach Maurizio Lasi ha il tono basso come in poche altre occasioni. Sensibile com'è, più di tutti fa fatica ad «incassare» il quinto kappao consecutivo, pur nella consapevolezza che, centrando il successo domani sera (PalaIndesit, ore 20,30) con la Wurth Roma, l'accesso ai play-off diverrà comunque realtà. E anche perdendo tutto si risolverebbe in volata domenica prossima, quando i biancazzurri riposeranno e attenderanno buone nuove dalla radiolina.
«Vai, La Salle». Della debacle di Verona, resta l'immagine di una squadra apparsa quasi in disarmo (si è arrivati fino al meno 24 contro una formazione che aveva vinto una sola volta negli ultimi 14 turni...) e stranamente incapace — malgrado le tante rassicurazioni della vigilia — di avvertire il richiamo di una sfida fondamentale per l'accesso agli spareggi scudetto. Voglia di vacanza anticipata (e ritorno a casa per gli stranieri) o qualche ingranaggio nello spogliatoio è davvero saltato, compromettendo anche gli equilibri tecnici? «Eppure in allenamento per tutta la settimana avevo visto tanta determinazione», sottolinea Lasi, precisando di essere stato disponibile al dialogo anche nel dopo-partita di Verona in una sala stampa, però, semideserta. «Ripeto, è una questione di testa più che di gambe. Avevo chiesto a lungo ai ragazzi di giocare più sotto canestro, invece abbiamo insistito troppo con le soluzioni dal perimetro, segno di una scarsa lucidità mentale». Da qui, dunque, la scelta ormai probabilissima del rientro in squadra di La Salle Thompson. «L'atteggiamento di Mclinton a Verona è stato proprio deludente, anche se non mi è sembrato il solo ad esprimersi al di sotto delle sue qualità. Sì, a questo punto credo proprio che sia giunto il momento di La Salle». In altre parole, errare (questo dice il campo in merito alla scelta tra i due play...) è umano, correggersi, sempre e comunque, plausibile.
«Cari tifosi...». Della «serataccia» scaligera ha colpito anche la mini-protesta della tifoseria che ha ritirato gli striscioni, zittendosi molto prima della conclusione del match. «Li capisco, altro che se li capisco», chiosa il tecnico. «Io provo la loro stessa amarezza per questo frangente negativo che, però, non può far dimenticare quanto di buono è stato fatto nel resto della stagione. Solo per questo, vorrei lanciare un ultimo appello. Domani sera disputeremo una gara decisiva per l'accesso ai play-off e, come sempre, mi piacerebbe giocarla assieme al nostro sesto uomo. Per tutto il campionato il pubblico è stato meraviglioso, compreso a Verona dove a lungo i 'nostri' si sono fatti sentire più dei sostenitori di casa. Lo so, forse sta finendo un ciclo, ma, vada come vada, sarebbe comunque un bel messaggio far calare il sipario sulla fase regolare lottando tutti insieme, platea compresa».
Alessandro Di Marco
«Vai, La Salle». Della debacle di Verona, resta l'immagine di una squadra apparsa quasi in disarmo (si è arrivati fino al meno 24 contro una formazione che aveva vinto una sola volta negli ultimi 14 turni...) e stranamente incapace — malgrado le tante rassicurazioni della vigilia — di avvertire il richiamo di una sfida fondamentale per l'accesso agli spareggi scudetto. Voglia di vacanza anticipata (e ritorno a casa per gli stranieri) o qualche ingranaggio nello spogliatoio è davvero saltato, compromettendo anche gli equilibri tecnici? «Eppure in allenamento per tutta la settimana avevo visto tanta determinazione», sottolinea Lasi, precisando di essere stato disponibile al dialogo anche nel dopo-partita di Verona in una sala stampa, però, semideserta. «Ripeto, è una questione di testa più che di gambe. Avevo chiesto a lungo ai ragazzi di giocare più sotto canestro, invece abbiamo insistito troppo con le soluzioni dal perimetro, segno di una scarsa lucidità mentale». Da qui, dunque, la scelta ormai probabilissima del rientro in squadra di La Salle Thompson. «L'atteggiamento di Mclinton a Verona è stato proprio deludente, anche se non mi è sembrato il solo ad esprimersi al di sotto delle sue qualità. Sì, a questo punto credo proprio che sia giunto il momento di La Salle». In altre parole, errare (questo dice il campo in merito alla scelta tra i due play...) è umano, correggersi, sempre e comunque, plausibile.
«Cari tifosi...». Della «serataccia» scaligera ha colpito anche la mini-protesta della tifoseria che ha ritirato gli striscioni, zittendosi molto prima della conclusione del match. «Li capisco, altro che se li capisco», chiosa il tecnico. «Io provo la loro stessa amarezza per questo frangente negativo che, però, non può far dimenticare quanto di buono è stato fatto nel resto della stagione. Solo per questo, vorrei lanciare un ultimo appello. Domani sera disputeremo una gara decisiva per l'accesso ai play-off e, come sempre, mi piacerebbe giocarla assieme al nostro sesto uomo. Per tutto il campionato il pubblico è stato meraviglioso, compreso a Verona dove a lungo i 'nostri' si sono fatti sentire più dei sostenitori di casa. Lo so, forse sta finendo un ciclo, ma, vada come vada, sarebbe comunque un bel messaggio far calare il sipario sulla fase regolare lottando tutti insieme, platea compresa».
Alessandro Di Marco
Fonte: Il Resto del Carlino