Sul “Corriere dello Sport”, il coach della Bertram Tortona Marco Ramondino racconta della sua esperienza ai playoff di A2 della passata stagione: “Prima Ravenna con una magia di Sanders, poi la semifinale tirata contro l'Eurobasket Roma e la finale conquistata contro Torino ancora con Sanders a mettere dentro i punti, questa volta ai liberi, determinanti. Sapete che quella sfida, la decisiva Gara 5, non l'ho mai rivista. Mi conservo dentro le mie emozioni”.
In questa fase del campionato, ogni sfida ha un peso diverso: “Sembra banale dirlo ma nei playoff, ancora di più, ogni partita porta con sé una storia diversa. Pensare di costruire la vittoria di un campionato su un canovaccio identico non è fattibile. Certo, durante gli otto mesi di regular season si disegnano i contorni della propria squadra, si costruisce un'identità. Poi però si passa all'incrocio decisivo: quarti, semifinali e finali. Dopo ogni partita nei due spogliatoi si riflette su cose diverse. Il perdente pensa alle tante cose che cambierà. Il vincente si chiede: vado avanti con le mosse che oggi ci hanno premiato e varierò qualcosa”.
Poi c’è il fattore pressione: “Quella che c'è nei playoff è altissima fin dalla prima palla a due. Sappiamo che bisogna limitare al massimo gli errori. Allora bisogna far trovare ai ragazzi il giusto equilibrio perché dopo tante partite si rischia di esser stanchi non solo sulle gambe ma anche nella mente”.