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Germani Brescia, parla coach Magro: “Della Valle e Mitrou-Long? Mi piacerebbe averli ancora purché fortemente motivati”

L’allenatore ha rilasciato un’intervista a “Bresciacanestro.com”

Germani Brescia, parla coach Magro: “Della Valle e Mitrou-Long? Mi piacerebbe averli ancora purché fortemente motivati”

Intervistato su “Bresciacanestro.com” da Cristiano Tognoli e Noemi Zilioli, Alessandro Magro ha rilasciato dichiarazioni interessanti sulla sua Germani e sulla permanenza o meno di Della Valle nella prossima stagione: “L’estate scorsa abbiamo costruito la squadra attorno a lui e non se l’è certo dimenticato. Ci siamo aiutati a vicenda. La sua leadership ci ha aiutati molto, da parte nostra come coaching staff gli siamo andati incontro il più possibile per metterlo nelle migliori condizioni. Amedeo sa che la stessa cosa possiamo farla anche nella prossima stagione quando giocheremo pure una competizione europea. Capisco anche che alla sua età possa avere la voglia di riprovare a giocare in Eurolega, ma se così sarà si metterà a un tavolo con Marco De Benedetto e troveranno una soluzione perchè è bene ricordare che ha un contratto senza uscite per altri due anni. Più difficile trattenere lui o Mitrou-Long? Io so una cosa: chi si presenterà il 15 agosto al nostro raduno dovrà essere fortemente motivato. Certo a me piacerebbe ripartire con entrambi, ma solo con le condizioni di cui sopra”.

Magro ha già ricevuto offerte ma resta fedele al progetto bresciano: “Era normale che arrivassero vista la stagione, ma ne ho parlato subito con Mauro Ferrari ed è bastato poco per capire che volevo restare alla Germani. Prima di tutto per un senso di riconoscenza verso chi ha creduto in me un anno fa e poi perchè sono abituato a portare a termine i progetti. E siccome il nostro è triennale non siamo nemmeno a metà del viaggio. Abbiamo creato un bel modello e vogliamo continuare a portarlo avanti insieme”.

Infine, un pensiero che il coach ha voluto dire sulla stagione appena trascorsa: “La soddisfazione più grande per un allenatore è lasciare un segno, ma non inteso come il fatto che Magro ha vinto 21 partite piuttosto che le 20 di Diana perchè quello dipende da un tiro che si spegne o meno sul ferro. La valutazione va fatta sul livello di basket espresso, sull’essere riusciti a far migliorare il gruppo. Tutti siamo cresciuti ed è per questo che ho dedicato il premio come miglior coach dell’anno al mio staff e a tutto quello dirigenziale perchè anche lì siamo ripartiti praticamente da zero”.

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