CANTU’ – Il 3 gennaio, sulla panchina, Imolese della Fillattice che giocava a Cantù, c’era ancora Alessandro Finelli. Pochi giorni dopo quella sconfitta maturata a seguito di un tempo supplementare, il tecnico venne esonerato dalla società ed al suo posto arrivò Andrea Mazzon. Da allora i risultati non sono cambiati di molto. Imola concluse il girone d’andata in ultima posizione con sole quattro vittorie. Ora di vittorie ne ha dieci e di giornate alla fine ne mancano ancora due ma la posizione di classifica è la medesima.
La Oregon scende a Faenza con l’intento di mettere un’altra vittoria sul proprio calendario in modo da continuare a sperare nel quarto posto. Imola, da parte sua, dovrà vincere per continuare a sperare nella salvezza. Oggi, analizziamo questa sfida fra testa e coda con il coach Imolese Andrea Mazzon.
A due giornate dal termine, la partita contro Cantù potrebbe avere grande importanza anche se in realtà per voi potrebbe non essere quella decisiva dato che l’ultima giornata vi vedrà impegnati a Milano.
“Si, questo è vero ma penso che entrambe le partite siano fondamentali per noi. Mercoledì potrebbe essere un passo importante verso la salvezza mentre sabato a Milano sarà decisiva in ogni coso”.
I dieci giorni che avete avuto per prepararla sono stati un vantaggio a livello tecnico o uno svantaggio per via della tensione che si è potuta accumulare?
“Credo né uno né l’altro. Noi avevamo alcuni problemi fisici con i nostri giocatori. La pausa è servita molto per recuperare in questo anche se non tutto è andato a posto”.
Nella vostra situazione, conterà di più una gara perfetta tatticamente o una partita nella quale le motivazioni incideranno maggiormente?
“Senz’altro saranno più importanti le motivazioni di ognuno di noi. Non conterà moltissimo la tattica né fare 7000 zone diverse. Giocheremo una partita a viso aperto dove ogni giocatore dovrà prendersi le proprie responsabilità senza pensare troppo alla rigidità degli schemi”.
Che Oregon si aspetta?
“Una squadra fortissima che verrà qui per fare risultato. Hanno cinque americani in quintetto e questo mi sembra possa bastare per spiegare il loro valore. Sono un ottimo gruppo che sa giocare bene insieme e trovare sempre soluzioni diverse per i propri terminali offensivi”.
All’andata Mazzon non era ancora l’allenatore di Imola ma la Fillattice perse a Cantù dopo un supplementare: ha rivisto quella partita e se si cosa ne ha ricavato di buono?
“La rivedrò più tardi ma comunque penso che le caratteristiche dei nostri avversari siano quelle che li hanno portati a fare questo grande campionato”.
Simone Giofrè
La Oregon scende a Faenza con l’intento di mettere un’altra vittoria sul proprio calendario in modo da continuare a sperare nel quarto posto. Imola, da parte sua, dovrà vincere per continuare a sperare nella salvezza. Oggi, analizziamo questa sfida fra testa e coda con il coach Imolese Andrea Mazzon.
A due giornate dal termine, la partita contro Cantù potrebbe avere grande importanza anche se in realtà per voi potrebbe non essere quella decisiva dato che l’ultima giornata vi vedrà impegnati a Milano.
“Si, questo è vero ma penso che entrambe le partite siano fondamentali per noi. Mercoledì potrebbe essere un passo importante verso la salvezza mentre sabato a Milano sarà decisiva in ogni coso”.
I dieci giorni che avete avuto per prepararla sono stati un vantaggio a livello tecnico o uno svantaggio per via della tensione che si è potuta accumulare?
“Credo né uno né l’altro. Noi avevamo alcuni problemi fisici con i nostri giocatori. La pausa è servita molto per recuperare in questo anche se non tutto è andato a posto”.
Nella vostra situazione, conterà di più una gara perfetta tatticamente o una partita nella quale le motivazioni incideranno maggiormente?
“Senz’altro saranno più importanti le motivazioni di ognuno di noi. Non conterà moltissimo la tattica né fare 7000 zone diverse. Giocheremo una partita a viso aperto dove ogni giocatore dovrà prendersi le proprie responsabilità senza pensare troppo alla rigidità degli schemi”.
Che Oregon si aspetta?
“Una squadra fortissima che verrà qui per fare risultato. Hanno cinque americani in quintetto e questo mi sembra possa bastare per spiegare il loro valore. Sono un ottimo gruppo che sa giocare bene insieme e trovare sempre soluzioni diverse per i propri terminali offensivi”.
All’andata Mazzon non era ancora l’allenatore di Imola ma la Fillattice perse a Cantù dopo un supplementare: ha rivisto quella partita e se si cosa ne ha ricavato di buono?
“La rivedrò più tardi ma comunque penso che le caratteristiche dei nostri avversari siano quelle che li hanno portati a fare questo grande campionato”.
Simone Giofrè