Intervistato da Alessandro Maggi su “QN Il Giorno – Milano”, Claudio Coldebella, GM dell’UNICS Kazan, ha parlato della sua scelta di rimanere in Russia dopo l’esplosione della guerra in Ucraina: “Ho lasciato la città solo il 3 giugno. Una scelta forte ma ponderata. Quando firmo dei giocatori mi impegno personalmente nel portarli a decine di migliaia di chilometri dal loro mondo, e dalla loro famiglia. È una questione di fiducia. All'Unics avevamo 14 elementi stranieri, tra giocatori e staff, 20 se pensiano anche a mogli e fidanzate di alcuni. Non li ho lasciati, sino all'ultimo. Il tutto con una convinzione: non giudicare le volontà di ognuno, mai. Basta che ogni decisione sia valutata con la giusta cautela”.
Cosa gli rimane della Russia? “Bisogna viverci per capire. Un paese immenso, con credo dieci fusi orari. Faccio un esempio. Uno dei primi viaggi fu per la Siberia, cinque ore di volo. Eppure, eravamo ancora nella parte sinistra della cartina. Poco da dire, è un mondo complicato, ma in cui mi sono trovato bene, complice anche un club serio”.
Proprio l’UNICS aveva giocato un inizio di annata super, anche in Eurolega: “Una stagione bellissima. Al momento dello stop eravamo primi in VTB e settimi in EuroLeague. Eravamo per l'opinione pubblica la vera sorpresa della competizione. Poi ci siamo ritrovati a gestire addii, ritorni, arrivi. Resta un quadriennio importante, dove non abbiamo mai chiuso sotto il terzo posto in patria”.
Poi Coldebella ha ricordato il suo passaggio da Varese a Kazan: “Ci sono squadre con budget di primissima fascia. Ma attenzione, è anche una questione di curiosità, di attenzione allo sviluppo costante. Ad un certo punto l'Unics ha deciso di crescere maggiormente nell'ambito sportivo, e ha puntato su un dirigente che veniva da un altro mondo. Ovvero il sottoscritto. Io mi guardo intorno e vedo tante leghe interessanti in giro per l'Europa e non solo. Ognuna ha le sue peculiarità e le sue criticità. Ma si tende troppo a guardare l'erba del vicino”.
Una battuta anche sull’attuale campionato di Serie A: “Umberto Gandini è un bravissimo presidente. Ha dato stabilità, e le ultime finali scudetto sono un segnale importantissimo di crescita. Un grande spot al ritorno alla normalità, con straordinari valori in campo. Ci sono state delle polemiche, si è voluta portare l'attenzione fuori dal parquet, ma credo si debba restare focalizzati sul confronto tra i giocatori. Brava Milano, ha saputo contagiare di passione tutto l'ambiente circostante”.