In una lunga intervista concessa a “Marca”, Sergio Scariolo, impegnato nella finestra delle qualificazioni ai Mondiali 2023 a capo della Spagna, ha tirato le somme anche della stagione della Segafredo: “È stata una grande stagione. Due titoli, il ritorno in Eurolega, la rivalutazione di alcuni giocatori... una stagione memorabile. Abbiamo raggiunto la finale di LBA contro una delle quattro migliori squadre d'Europa, Milano, e contro una squadra del genere devi essere perfetto, e puoi ancora perdere. Abbiamo vinto due partite e siamo stati competitivi, ma siamo arrivati alla fine esausti, il carburante era finito. E mentalmente, quando si vince l'Eurocup e si raggiunge il grande obiettivo della stagione, ci si sente un po' svuotati. Erano molto solidi, coesi, con molto talento ed esperienza e ben diretti. Loro ne avevano un po' di più e noi abbiamo comunque gareggiato molto bene. È corretto dire che ha vinto la squadra migliore”.
Scariolo ha contratto con la Virtus e con la “Roja” fino al 2024 ma per ora non pensa assolutamente al ritiro: “Al momento non ci penso affatto. La data del 2024 sarà un momento di equilibrio o di riflessione perché due contratti stanno per terminare. Ma a parte i contratti, che possono finire prima o essere prorogati, è un ciclo che può finire. In questo momento mi sento carico e con la sensazione di essere aggiornato nel gioco e nella gestione tattica e umana, con la maturità di aver imparato a tenere sotto controllo il mio ego, tanto da pensare che ci possano essere altre panchine oltre queste qui. In due anni possono cambiare molte cose. In questo momento mi piace la pallacanestro come il primo giorno, mi sento molto a mio agio in quello che faccio, molto più del primo giorno. La sensazione che ho è che non vedo una data per considerare la pensione”.
Infine, il coach ha parlato anche dello stress nell’allenare a questo livello: “Nel mio caso specifico, consapevole che si tratta di un lavoro rischioso, cerco di fare tutto il possibile per prendermi cura di me stesso. Faccio esercizio cinque volte alla settimana, cerco di lavorare con me stesso sulla gestione delle mie emozioni in modo che se la tensione emotiva diventa troppo alta, so come fermarla, la respirazione... E per saper relativizzare, pensiamo sempre che la nostra vita si svolga in un gioco e pensiamo che questo sia il modo giusto di essere vincitori. Ma non è vero. Più serenità e consapevolezza si ha di dove si è, di ciò che si ha davanti e di ciò che si avrà in seguito, meglio è. A volte sembra che la tua vita stia andando a rotoli se perdi, e hai un'altra partita tre giorni dopo. E quando vinci non è che sei immortale, perché tra tre giorni se perdi sei di nuovo un incapace. Bisogna relativizzare molto, lo si impara con il tempo”.