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Mabo, riparti dall'ultimo quarto

Domani contro Trieste serviranno cuore e grinta di Biella

LIVORNO. Finalmente una domenica con il sole, dopo quasi un mese di cielo grigio e di notti tormentate. L'allergia da vittorie, iniziata (coincidenze del caso) il giorno dopo la presentazione del nuovo palasport, se ne è andata al settimo tentativo. Chi temeva un presagio malefico, un palazzone destinato a nascere senza A1, ha tirato un sospiro di sollievo. Ai piedi delle Alpi ancora innevate, a pochi chilometri dalla Val d'Aosta, sotto un solicchio primaverile, i sensi della Mabo si sono risvegliati, il letargo amaranto è finito.
E la sorpresa Lauretana, sorprendente anche in questa sfida tra neopromosse per una foga guerriera da incorniciare, impersonata in un Niccolai che sarebbe stato interessante vedere in canotta livornese, è caduta sotto i colpi di una Livorno che ha urlato al campionato la sua voglia di rimanere in A1. Lo aveva urlato la società in settimana, con l'acquisto costoso ed eclatante di Reginald Slater, lo ha ribadito la squadra sul campo. Con una difesa che nel quarto tempo ha fatto tornare alla mente le vecchie squadre di Banchi, arcigna, capace di annebbiare le idee a Dixon, Lacey e a SuperNic, capace di lasciare appena tre canestri su azione ad una una Biella che nei primi venti minuti aveva segnato qualcosa come 53 punti, sicuramente troppi. Una difesa fatta di cuore, un lucchetto al canestro amaranto messo con lo spirito di chi non vuole morire, di chi sente di avere ancora le forze per vivere.
Va detto che se Livorno era riuscita ad arrivare a meno cinque da Biella (77-72) ad inizio quarto tempo, il preludio migliore per sferrare la carica nell'ultimo tempino, se era rimasta a galla durante l'attacco missilistico dei piemontesi, il merito era stato soprattutto di Reggie Slater. I segnali di ripresa in questa Mabo si sono visti in tanti giocatori, come ha sottolineato con orgoglio in sala stampa Banchi, da Sambugaro (tornato killer dall'arco) ad Elliott, di nuovo top scorer, autore di due schiacciate da cineteca (anche se quell'1/5 nelle triple lascia un po' d'amaro). Che Santarossa stesse bene e che Giachetti potesse avere degli sprazzi positivi lo si sapeva già. Senza l'orso del Texas però difficilmente la Mabo avrebbe portato a casa la partita. Con la sua stazza da petroliera, nonostante un'agilità non proprio da ballerina, Slater ha permesso alla Mabo di tenere finalmente aperta la lotta sotto le plance (alla fine 33 i rebounds di Livorno e 34 quelli di Biella), ma soprattutto ha portato sostanza, quantità in area, ha spinto, ha spostato, ha fatto valere la sua larghezza e le sue libbre. E poi ha suonato la carica nel momento clou, con 5 punti e una stoppata (a Niccolai) in 20", che hanno rivoltato il tabellone dal 64-55 al 64-60. É da questo che si dovrà ripartire domani nella sfida decisiva contro Trieste. Dalla faccia rabbiosa del quarto tempo, da quella difesa infuocata che ha accecato gli occhi piemontesi, dalla fiducia ritrovata nei propri mezzi, dalla consapevolezza di avere finalmente un pivot vero, che prende rimbalzi, che crea spazi, che permette di avere alternative valide al tiro da fuori. Se Livorno ripartirà da qui potrà battere la Coop Nordest di Pancotto (arbitri Cazzaro e Vianello F.), costruire con le proprie mani un altro pezzo di salvezza. «Resterete in serie A», cantavano i tifosi di Biella a fine partita, rivolti ai cinquanta poeti amaranto. Che abbiano ragione!
Giulio Corsi
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