In una lunga intervista concessa a Piero Guerrini su “Tuttosport”, Carlton Myers ha parlato delle sue attività una volta ritiratosi dalla carriera da professionista. In particolare, c’è questa attività del Crai Camp: “L'iniziativa è nata qualche anno fa a Roma, con il supporto di Crai come secondo sponsor. Poi la società si è sentita ancor più coinvolta. Mi piaceva l'idea di campi multisport, che proponessero ai bambini dai 6 ai 15 anni di provare più discipline, per esempio scherma, baseball, canoa, padel. Succede per esempio che un ragazzino cambi la disciplina praticata. E comunque amplia interessi, conoscenze e passioni. Serve un approccio che attraverso il divertimento possa coinvolgere e che a prezzi contenuti punti all'inclusione. Perché ci sono valori nella natura dello sport: inclusione, socialità, rispetto, amicizia. E spesso lo sport permette di non prendere strade alternative sbagliate; per me è stato così”.
Myers spiega poi il motivo per cui è rimasto così attivo nello sport: “Perché mi ha dato tanto, mi ha cambiato la vita. Per me esistono quattro fondamenti educativi. Il primo è Dio, la fede, il secondo è la famiglia, il terzo è la scuola, il quarto è lo sport. Eppoi è un gioia vedere i giovani giocare. A Rimini hanno riaperto il campetto in centro dove ero cresciuto con i miei amici. Vedere anche alle 9 di sera il campo pieno è fantastico. Infine io mi diverto molto, mi tengo in forma, mi piace vivere in questo mondo”.
Un parere poi sull’europeo che inizierà a settembre e le chances che ha l’Italia di fare bene: “Come sempre non facile, ma abbiamo una squadra con qualità, che viene da un'estate 2021 in cui ha raggiunto obiettivi. Ecco, noi in Italia confondiamo spesso obiettivi e risultati, facciamo confusione e così ci esaltiamo per obiettivi raggiunti e critichiamo risultati non raggiunti. Non c'è mai il giusto equilibrio. Il girone di Milano è tosto, forse non come quello di Francia, Lituania, Slovenia e Germania, ma certo più difficile di quello della Spagna e della Serbia. La sola presenza di Giannis Antetokounmpo rende la Grecia avversario ostico, la Croazia ha dalla sua l'abitudine e la tradizione. L'Estonia ha fisico. Sulla carta forse solo la Gran Bretagna è comoda”.
Essendo agente di giocatori, la LBA Legend ha sottolineato il punto debole dell’Italia giovanile: "Sono andato a Varese in primavere a vedere il torneo di Euroleague. E sono rimasto colpito dalla differenza di preparazione, tecnica e fisica, tra i giocatori di Spagna e Francia e i nostri. Io andrei a vedere come lavorano in quei Paesi. Si può anche copiare quando si è indietro. Ho visto un diverso trattamento di palla, un diverso ritmo, frutto del lavoro individuale. Insomma, mi sembra il momento di andare a imparare, se c'è qualcosa di buono, perché no?”.
Con Fontecchio in NBA, Spagnolo e Procida scelti al Draft, Myers non ha rimpianti per non aver tentato la carriera oltreoceano: “Se fossi andato non avrei salvato la mia anima incontrando Dio. E poi ho giocato a Rimini, Pesaro, Bologna. Già quando sono andato a Roma mi dicevo se non fosse troppo lontana. Detto questo, per Fontecchio sono contento. Qui non era riuscito a emergere, certo anche per errori suoi. Ma qui si ha poco coraggio da una parte, poi alcuni agenti non pensano bene alla miglior sistemazione dei ragazzi. Quando si è giovani, è necessario poter sbagliare”.